Carrote cake confortable

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musica consigliata

leaving heart 

ci sono giorni che non passano mai eppure di accorgi di essere arrivata in fondo alla settimana,
un tempo pesante, molle, lento ma sfuggente.
corre follemente nella normale routine dei giorni, gli uni uguali agli altri,
se non capita qualcosa di brutto che scuote la piattezza assoluta.
si, perchè difficilmente succede qualcosa di bello ultimamente.
certo, certo.
guarda il bicchiere mezzo pieno, guarda quello che hai e non quello che non hai. si. lo faccio, lo faccio il novantanove per cento delle volte,
costruisco castelli di carta e poi quel misero uno per cento, quell’effimero alito di vento scombussola tutto, di nuovo, ancora.
quell’uno per cento fa saltare tutti i paletti e la parte folle di me esonda e si rimette in moto.
se mi guardo intorno vedo solo macerie: si, lo so, dalle macerie si risorge, ma che fatica.
in questo mondo di perfezione, in questo mondo in cui tutti dobbiamo vincere, e dobbiamo trionfare, e dobbiamo arrivare,
in questo mondo non si puo’ perdere. non si deve perdere.
e, andando contro corrente – Massimo dico a te, grazie – dicevo, e andando contro corrente io mi sento di dire che ho perso.
ho perso quello che di più bello avevo, ho perso.
dichiaro la mia sconfitta con la vita, non sono riuscita a non farmi calpestare, non ce l’ho fatta.
perchè non si puo’ perdere in questa società. e invece io ho perso. si, ho perso.
ho bisogno di dirlo, faccio outing. ho bisogno di stare a leccarmi le ferite, senza dover per forza ripartire come un treno in corsa,
ho bisogno di vedere come voglio ripartire.
Da me, quello per forza, non posso evitarlo quello.
quando ripartire, in che direzione.
se ripartire.
ho bisogno di elaborare un lutto.
e mi sono anche un po’ rotta le scatole di dover per forza essere sempre quella che non crolla,
nemmeno sotto le mazzate più grosse. e invece sono crollata, mi sono ritrovata con il culo per terra.
e si lo so, bla bla bla bla bla bla, le sconfitte insegnano a ripartire, con nuovo entusiasmo ecc. ecc.: una paio di palle!
si fa fatica perdio, una fatica dannata.
e non si puo’ nemmeno dire, bisogna fare quelle che sorreggono il mondo: bhe, ragazzi, mi si sono piegati i ginocchi,
sono rovinosamente rotola a terra e mi rimane difficile far finta di niente.
“come va?”, “bene, tutto bene, normale”, normale una accidente.
sono qui che arranco per non affogare e devo anche sorridere? no, non sorrido.
almeno non a comando, sorriso quando mi va, quando mi sento.
sono folle? va bene, sono folle, in questo momento non riesco a tenere a bada la mia follia, la devo esternare.
e l’amore che sento per le MIE persone è l’unica luce in fondo al tunnel.
perchè le persone si amano per quello che sono e non per quello che vorremmo che fossero.
le persone non le potremo mai capire fino in fondo, le potremo forse “prevedere” ma non le possiamo capire perchè non sono noi.
le persone si amano e basta.
alle mie due stelle, le più luminose di tutta la galassia.

verso l’infinito ed oltre

per la ricetta della Carrote cake continua a leggere

carrote cake

carrote cake aromatizzata al cioccolato

giusto per concedersi un po’ di “amore” in questo mondo arruffato

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Ingredienti

250 g. di carote grattugiate
180 g. di farina 0 o 00 (conoscete la mia avversione per la 00)
150 g. di zucchero semolato
40 g. di zucchero di canna bruno
50 g. di olio extravergine di oliva
50 g. olio di semi di girasole
80 gr di farina di mandorle
40 gr di amido di mais
3 uova intere
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
1 cucchiaino di cacao in polvere

350 g. di zucchero a velo

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Nella planetaria lavorare i due zuccheri e le uova fino ad ottenere un bel composto spumoso, aggiungere l’olio ed incorporarlo lentamente.

aggiungere alternando le farine setacciate insieme (mandorle, amido di mais e tipo 0) incorporando aria.  per ultimo incorporare le carote strizzate, la vanillina, il cacao amaro e il lievito.

ungere una tortiera e spolverarla con la farina, versare il composto e cuocerlo a 180°C per 45/50 minuti: vale la prova stuzzicandenti!

preparate la glassa: mischiate lo zucchero a velo con un paio di cucchiai di acqua bollente fino ad ottenere un composto liscio e colloso. cospargetelo sulla torta con un cucchiaio in modo da formare le “gocce”.

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8 commenti

  1. Tu non sai che coltellata allo stomaco leggere le tue parole … speravo che tu stessi meglio, che ti stavi sollevando, che finalmente avevi trovato una ragione per andare avanti … mi dispiace, tanto tanto. E sono molto addolorata. Non so come aiutarti, vorrei venire lì e abbracciarti stretta stretta e piangere insieme a te. Invece non posso nemmeno venire lì! Perchè la vita ti travolge e io sono nel pieno di un uragano. Di affetto, di sorrisi, di pannolini, di paroline dolci … Non ho nemmeno più voglia di dirti quanto è bello questo dolce. Vorrei essere lì, mangiarlo insieme a te, magari con una bella tazza fumante di the. E invece niente …che amica del cavolo sono!

    1. amica del cavolo? tu sei nel mio cuore, una delle cose belle della vita la tua amicizia, anche se lontana.
      e sono felice per te, dei tuoi pannolini, dei tuoi sorrisi e morbide manine, e un po’ di questo amore mi arriva dalle tue parole mia
      preziosa! non è la distanza che divide le persone, tu sei veramente preziosa Terry, sul serio.
      grazie

  2. Si dice tanto e si fa poco, per cercare di aiutare o “sollevare” le persone che ami dai loro baratri. A volte quello che si fa è inutile ma intanto si fa. Invece io non faccio niente per te, sto solo qui a guardarti e leggere…e vorrei tanto abbracciarti e impegnarmi per sorridere insieme.
    Ti voglio bene amica

  3. Sarà che oggi non mi sento particolarmente bene, sarà che oggi mi sento ancora più vuota dentro e piena di gelo. Sarà che tutte queste parole avrei potuto scriverle io.. una per una, forse con l’inchiostro delle ombre e del dolore.. E’ così tesoro. Ogni tanto ti fermi, esausta, e fai un bilancio. E vedi che le cose negative, le avversità, sembrano molte di più delle volte che hai visto la luce. E tu ci provi, ci provi a non lasciarti andare.. ti fai coraggio fino allo stremo. Ma arrivi ad un punto in cui ti colpiscono quando sei a terra e ti rendi conto che hai potuto fare ben poco perchè ciò avvenisse. Un mondo che io non comprendo, fatto di tante parole e pochi fatti anche quando si tratta di bene sincero.. e oggi, questo silenzio, questo freddo e questa stanchezza, le lascio parlare. Non so se e quando vorrò rialzarmi, ma adesso ho bisogno di stare seduta (per l’ennesima volta). Ti sono vicina stella.. io ti adoro, sì, semplicemente adorandoti.. <3 Una fettina insieme, che dici?

    1. una fettina insieme per volersi bene Ely. adesso siamo sedute, prima o poi ci rialzeremo, magari per cadere di nuovo oppure no, vedremo, la vita è così strana!
      un abbraccio.

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