erano diversi mesi che la ricetta mi girava per la testa ma mi sono sempre trattenuta e poi….. poi arriva il tempo di carnevale e i bomboloni sono la morte sua!!!!
in realtΓ ho sempre avuto timore di questa ricetta, ho sempre pensato che fosse lunga, impegnativa, importante: no, ricetta veloce nonostante la doppia lievitazione e nemmeno troppo impegnativa.
unica nota dolente che dopo la frittura nella mia cucina sembrava fosse passato il fronte, un bombardamento π con tanto di macerie!
con queste dosi ne vengono fuori tanti, troppi pensavo mentre coppavo e rimpastavo e ricoppavo, troppi: si sa che io resisto a tutto meno che alle tentazioni e quindi il mio cervellino cercava un modo per smaltirli veloce senza ritrovarmeli per la casa i giorni successivi. e a cosa servono gli amici secondo voi? ho distribuito e gli ultimi li abbiamo fatti fuori in una merenda/cena con tanto di gelato artigianale portato.
e si, i bomboloni, fanno compagnia, fanno atmosfera, fanno gola e fanno anche convivialitΓ .
via, vi tocca farli, in tutti i modi!
io ho optato per il classico ripieno: per me il bombolone Γ¨ quello alla crema, non esistono marmellate o creme alternativa, ci sta la crema pasticcera, quella gialla di uovo e profumata di scorza di limone, ma una mezza idea sulla cioccolata mi aveva sfiorato ….
AVVERTENZE: creano dipendenza, sono irresistibili e allegramente deliziosi!
P.S. se vi piacciono gli sfondi che vedete dietro ai bomboloni contattatemi, li facciamo personalmente con amore io e Lorenzo.
Cristallizzare: Fissare definitivamente un pensiero, un concetto, ecc., in una forma statica, rigida, astratta
ci sono periodi strani nella vita, ci sono periodi lenti, addirittura immobili, periodi in cui quello che senti si cristallizza, viaggia a rallentatore.
io sono in uno di quelli, il mio eterno movimento interiore, la mia “confusione mentale”, il mio abituale e quotidiano caos sembra essere cristallizzato nel tempo, fermato, immobile.
faccio esercizio, medito su questa cosa: guardo il pensiero scritto nella mente, lo osservo, lo giro e lo rigiro e lo butto da una parte per passare ad un altro. e i pensieri si accumulano, a lato, e formano colline. e cambiano il mio paesaggio interno.
scarto quelli che non mi sembrano opportuni, non giusti o ingiusti, solo inopportuni. e metto in fila quelli “buoni” separati da quelli “strani” e da quelli “inusuali”. ogni tanto un sogno ci si infila in mezzo e allora lascio che scorra dentro i miei occhi e che si infili perbenino nelle mie ossa, nei miei nervi, nei muscoli e in tutto il resto del mio copro, me lo tengo stretto per non perderlo.
ogni tanto “l’inquilina”, quella dentro, quella scomoda che tira sempre indietro si affaccia e sminuisce ogni cosa che io pensi o che faccia, quella che mi fa sempre sentire inadeguata, brutta e fuori luogo.
prima la ascoltavo, la sentivo, la nutrivo. adesso mi rimane scomoda, quella piccola impicciona sfacciata e distruttiva, adesso sempre piΓΉ spesso la lascio fuori, non me la porto dietro, non la sopporto, la vedo per quella che Γ¨, una miserabile e fetida disfattista. ho deciso che la sfratto, adesso che i miei pensieri vanno lenti la sfratto: ho scritto l’avviso imprescindibile e glielo ho consegnato personalmente.
non ho piΓΉ tempo per stare dietro a lei, ho da vivere.
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