Finocchi alla “Mara”, perchè io sono polemica

Stamani, navigando  sui mieri vari blog preferiti, ho trovato una accesa discussione. Anche da Patty, molto esaurientemente, che l’ha ascoltata con le sue sante orecchiette (non quelle di pasta di semola ragazze):
MA A CHI DIAMO FASTIDIO NOI BLOGGERESSE?
Io sono polemica, sempre stata, polemica a bestia (come dice sempre il mio bambino) e allora mi sento punta sul vivo, mi sento insomma di rispondere.
Io vorrei sapere a chi do fastidio io, piccola casalilnga-lavoratrice-part-time-mamma-a-tempo-pieno-compagna-di-vita? Ma a chi vuoi che dia fastidio il mio blog con 200 visite al giorno di media? Ma a chi? Ci sarà qualcuno che sorride quando legge i miei post, ci sarà qualcuno che non è d’accordo per niente, ci sarà chi rimane stuzzicato da una ricetta e prova a rifarla, ci sarà chi si annoia , viene a vedere a se ne va. 
Poi ci sono quei contatti  con cui si crea un’empatia e entri in sintonia e aspetti con gioia ogni commento o ogni mail. 

Per questo in Rete sei «quello che pubblichi». 

E secondo me è proprio quello: il blog è curativo, lenitivo dei dolori, condivisivo delle gioie. 
E ancora secondo me non si dovrebbero arrabbiare i giornalisti (quelli del Salone del Gusto di Torino che hanno la coda parecchio di paglia) ma forse si potrebbero arrabbiare i Dottori in psicologia per il mancato guadagno! Quindi, signori giornalisti, noi siamo solo imbratta-blog, imbratta-diari, noi ci raccontiamo con semplicità e volontà perchè a volte io mi sveglio prima la mattina per preparare un post: non siate arrabbiati con noi, non siamo pericolose per niente!
Si vocifera che i blog sul cibo e la cucina in generale siano 3500, in continua evoluzione fra quelli che nascono e quelli che muoiono. E’ stato detto che  che noi facciamo “disinformazione” sul cibo? Bene, se noi facciamo disinformazione che l’informazione la facciano loro invece di brontolarci addosso.
Dal mio blog non ho ricavato niente, se non qualche pacco di farina dal Molino Chiavazza, che RINGRAZIO, quando ho vinto qualche contest.
Mi piacerebbe comprarmi una bella macchina fotografica per poter fotografare decentemente i miei preparati alchemici, ma tutti i mesi c’è qualcosa che passa avanti a cio’, non è mai aria. Mi piacerebbe avere dei bei serviti di piatti e posateria da fotografare con le mie ricette, ma non riesco a chiedere e allora nessuno mi manda niente   “aggratis”, anzi, se qualcuno si sente di omaggiarmi faccia pure, io non me ne offenderò e gli farò  una bella pubblicità (se i prodotti mi piacciono, sia inteso). 
Oohhh, io sono rissosa e polemica, sempre a bestia come dice il bambino, se mi stuzzicate io rispondo e rispondo a colpi di ricette: cari signore e signori della stampa che ce l’avete con noi bloggeresse, beccatevi questa emozionante ricetta della Mara, la mia mamma, con tutta l’informazione possibile ed immaginabile.
Cari signori giornalisti, Conoscete il detto  “vivi e lascia vivere”?
beccatevi questa……

Finocchi alla “Mara” (la mia mamma)
Questa ricetta è di una semplicità mostruosa, ma è tanto semplice quanto deliziosa.
E’ diventato un rito, quando vado a pranzo da lei ed è tempo di finocchi me li trovo sempre nel piatto e io me li spolvero con grande soddisfazione.

ingredienti per la  (dis)INFORMAZIONE alimentare

4 finocchi grossi *1*
(coltivati da mio suocero, a km 0)
pomodori pelati coltivati e fatti in casa  *2* – 400 gr. 
 farina tipo 0
1 spicchio d’aglio
1 mozzarella 
olio sale e pepe

Pulite e affettate in 6 parti i finocchi, (non buttate via la parte esterna più dura, ci si possono benissimo fare un risotto o delle polpettine con un po’ di pazienza – recupero e risparmio della classica casalinga affannata e spettinata-) lessateli, io li metto per 4/5 minuti nel microonde  a tutta bordiera, infarinateli e metteteli a soffriggere nell’olio extra vergine d’oliva. Quando sono rosolati toglieteli e teneteli da parte. Nello stesso olio mettete uno spicchio d’aglio intero, fatelo rosolare e poi toglietelo. Aggiungete i pomodori pelati passati e un mezzo bicchiere d’acqua. Fateli bollire da soli con un po’ di sale per 5 minuti e poi aggiungete i finocchi fritti. Coprite con un coperchio e fate cuocere il tutto per 15 minuti circa. Spegnete e aggiungete del formaggio, io ho usato una morrarellina ma va bene anche una spolverata di parmigiano, coprite ancora in modo che il formaggio fonda e poi potete mangiare. La Mara di solito li fa di contorno al roast-beaf….. ma io a volte li ordino anche da soli, io li adoro!

Ecco signori, questo è un blog, una semplice ricetta e due chiacchere fra amici: non vi sembra un po’ pacchiana l’informazione alimentare tanto citata? Io comunque ho likato e asteriscato tutto, non vi rimane che farvi una cultura sui finocchi!
 

Quindi, cara mie amiche di blog, io sono proprio contenta di aver trovato questo sistema di cura alternativa che mi permette di mettermi anche in gioco, a volte, che mi permette di confrontarmi con tante persone, che mi permette di conoscere tante cose nuove…. e se a volte sono-siamo  disinformate ….. meno male!
Ah, di secondo nome mi chiamo Polemica…..

pie di pagina:

*1*  finocchio –  Foeniculum vulgare –

Foeniculum vulgare - Köhler–s Medizinal-Pflanzen-148.jpg

Si distinguono le varietà di finocchio selvatico dalle varietà di produzione orticola (dolce).
Il finocchio selvatico è una pianta spontanea, perenne, dal fusto ramificato, alta fino a 2m. Possiede foglie che ricordano il fieno (da cui il nome foeniculum), di colore verde e produce in estate ombrelle di piccoli fiori gialli. Seguono i frutti
(acheni), prima verdi e poi grigiastri. Del finocchio selvatico si
utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamente
chiamati “semi”).
Il finocchio coltivato (o dolce) è una pianta annuale o biennale con
radice a fittone. Raggiunge i 60-80 cm di altezza. Si consuma la grossa
guaina a grumolo bianco che si sviluppa alla base.


Il finocchio è ampiamente coltivato negli orti per la produzione del
grumolo, una struttura compatta costituita dall’insieme delle guaine
fogliari, che si presentano di colore biancastro, carnose, strettamente
appressate le une alle altre attorno ad un brevissimo fusto conico,
direttamente a livello del terreno. La raccolta dei grumoli avviene in
tutte le stagioni, secondo le zone di produzione. Si adatta a qualsiasi
terreno di medio impasto con presenza di sostanza organica. Le piante
vengono disposte in file e distanziate di circa 25 cm l’una dall’altra.
La raccolta del grumolo avviene dopo circa 90 giorni dalla semina.
Richiede frequenti e abbondanti irrigazioni e preferisce un clima
temperato di tipo mediterraneo.

Foeniculum vulgare knolle.jpegLa raccolta del finocchio selvatico

La raccolta del fiore del finocchio selvatico avviene in Italia
appena il fiore è “aperto”, normalmente a partire dalla metà d’agosto
fino a settembre inoltrato. Il fiore si può usare fresco o si può
essiccare, all’aperto, alla luce, ma lontano dai raggi diretti del sole,
che farebbero evaporare gli olii essenziali. I diacheni
si possono raccogliere all’inizio dell’autunno, quando è avvenuta la
trasformazione del fiore in frutto. Le “barbe” o foglie e i teneri
germogli si possono cogliere dalla primavera all’autunno inoltrato.

Uso in fitoterapia

Contiene: anetolo (da cui dipende il suo aroma), fencone, chetone anisico, dipinene, canfene, fellandrene, dipentene e acido metilcavicolo.
È emmenagogo, diuretico, carminativo, antiemetico, aromatico, antispasmodico, anti-infiammatorio, epatico. È utilizzato per chi ha difficoltà digestive, aerofagia, vomito e nell’allattamento per ridurre le coliche d’aria nei bambini. È noto infatti che una tisana fatta con i semi di questa pianta sia molto efficace nel trattamento di gonfiori addominali da aerofagia.
Inoltre combatte i processi fermentativi dell’intestino crasso, e quindi
diminuisce il gas intestinale. Quindi può essere utile per ridurre la
componente dolorosa della sindrome da colon irritabile.[1]
A dosi elevate (concentrati nell’olio essenziale estratto dai semi), i
principi attivi in esso contenuti possono avere effetti allucinogeni. [2]

In cucina

In cucina si possono usare tutte le parti del finocchio. Il grumolo
bianco (erroneamente ritenuto un bulbo) del finocchio coltivato si può
mangiare crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato e si può
aggiungere agli stufati.
Per quanto riguarda il finocchio selvatico, chiamato in cucina anche
“finocchina” o “finocchietto”, si usano sia i fiori freschi o essiccati,
sia i frutti o “diacheni”, impropriamente chiamati “semi”, che sono più
o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietà, sia le foglie (o
“barba”), sia i rametti più o meno grandi utilizzati nelle Marche per
cucinare i bombetti (lumachine di mare); le foglie si usano fresche e
sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, insalate e
formaggi: nella “pasta con le sarde”, nota ricetta siciliana, le foglie
del finocchio selvatico sono uno degli ingredienti essenziali.
I fiori si usano per aromatizzare le castagne bollite, i funghi al
forno o in padella, le olive in salamoia e le carni di maiale (in
particolare la “porchetta” dell’Alto Lazio). I cosiddetti “semi” si
usano soprattutto per aromatizzare tarallini (Puglia), ciambelle o altri
dolci casalinghi e per speziare vino caldo o tisane. È in uso nelle
regioni costiere del Tirreno, un “liquore di finocchietto”, per il quale
s’utilizzano i fiori freschi e/o i “semi” e le foglie.

Curiosità

L’espressione “lasciarsi infinocchiare” deriva dall’abitudine dei
cantinieri di offrire spicchi di finocchio orticolo a chi si presentava
per acquistare il vino custodito nelle botti. Il grumolo infatti
contiene sostanze aromatiche che rendono gustoso anche un vino di
qualità scadente o prossimo all’acetificazione.
La comune distinzione tra finocchio femmina e finocchio maschio è solo formale: il primo è di forma allungata e il secondo tondeggiante. Il cosiddetto finocchio maschio,
più apprezzato sotto l’aspetto merceologico perché meno fibroso e più
carnoso, si ottiene grazie al concorso di fattori ambientali associati
alla natura del terreno e alla sua sistemazione superficiale e ad
un’adeguata tecnica colturale.
*2*    Solanum Iycopersicum – pomodoro 
Il pomodoro (Solanum lycopersicum, L. 1753 – identificato secondo il regolamento fitosanitario internazionale Lycopersicon esculentum (L.) Karsten ex Farw. (cfr. classificazione botanica), della famiglia delle Solanaceae, è una pianta annuale i cui fruttibacche plurisperme dal caratteristico colore rosso – sono alla base di molti piatti della cucina italiana.

Storia

Il pomodoro è nativo della zona dell’America centrale, del Sudamerica e della parte meridionale dell’America Settentrionale, zona compresa oggi tra i paesi del Messico e Perù. Gli Aztechi lo chiamarono xitomatl, il termine tomatl indicava vari frutti simili fra loro, in genere sugosi. La salsa di pomodoro divenne parte integrante della cucina azteca.
Alcuni affermarono che il pomodoro aveva proprietà afrodisiache,
sarebbe questo il motivo per cui i francesi anticamente lo definivano pomme d’amour, “pomo d’amore”. Questa radice è presente anche in Italia: in certi paesi dell’interno della Sicilia, è indicato anche con il nome di pùma-d’amùri (pomo dell’amore). Si dice che dopo la sua introduzione in Europa Sir Walter Raleigh avrebbe donato questa piantina carica dei suoi frutti alla regina Elisabetta, battezzandola con il nome di apples of love (pomo d’amore).
La data del suo arrivo in Europa è il 1540 quando lo spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria e ne portò gli esemplari; ma la sua coltivazione e diffusione attese fino alla seconda metà del XVII secolo. Arriva in Italia nel 1596 ma solo più tardi, trovando condizioni climatiche favorevoli nel sud
del paese, si ha il viraggio del suo colore dall’originario e
caratteristico colore oro, che diede appunto il nome alla pianta,
all’attuale rosso, grazie a selezioni e innesti successivi.

Classificazione botanica

Pomodoro intero e nelle sue sezioni

La prima classificazione botanica fu a cura di Carlo Linneo nel 1753, in genere Solanum, come Solanum lycopersicum (lyco-persicum deriva dal latino e significa pesca dei lupi).
Nel 1768 tuttavia Philip Miller cambiò il nome, sostenendo che le differenze dalle altre piante del genere Solanum, quali patata e melanzana, erano sostanziali, tali da giustificare la creazione di un nuovo genere: da qui il nuovo nome scientifico di Lycopersicon esculentum.
Questo nome ebbe notevole successo, sebbene fosse contrario alle regole
di nomenclatura vegetale, secondo cui, se si sposta la specie in un
nuovo genere, l’epiteto specifico (lycopersicum) non deve essere cambiato, ma solo il nome del genere: Hermann Karsten corresse l’errore nel 1881 e pubblicò il nome formalmente corretto Lycopersicon lycopersicum.
La controversia sul nome scientifico del pomodoro non è tuttavia
finita. Innanzitutto il nome di Miller era fino a poco fa il più usato,
nonostante l’errore indicato prima. Poi, le moderne tecniche di biologia molecolare hanno permesso di creare precisi alberi filogenetici, che hanno indicato come il pomodoro in realtà faccia parte veramente del genere Solanum, dando sostanzialmente ragione a Linneo. Il nome ufficiale è oggi quindi Solanum lycopersicum, sebbene il nome di Miller rimanga ancora in uso in molte pubblicazioni.

Proprietà

Tutte le parti verdi della pianta sono tossiche, in quanto contengono solanina, un glicoalcaloide steroidale,
che non viene eliminato nemmeno per mezzo dei normali processi di
cottura; per tale motivo, il fusto e le foglie non vengono utilizzati a
scopo alimentare.
Anche il frutto contiene solanine (α-tomatina e deidrotomatina) ma in
quantità molto basse: il frutto maturo rosso ne contiene da 0,03 a 2,3
mg/100 gr di peso fresco, il pomodoro giallo-rossastro per insalata ne
contiene mediamente 6 mg/100 gr di peso fresco, mentre il pomodoro verde
per insalata ne contiene mediamente 9 mg/100 gr di peso fresco[1][2].
Va precisato che il pomodoro verde per insalata si trova in realtà
all’inizio della maturazione e contiene una quantità di solanine assai
inferiore al frutto verde completamente immaturo, dove il contenuto di
solanine può superare i 50 mg/100 gr di peso fresco[3].
Il frutto maturo è ricco di principi nutritivi seppure a basso
contenuto calorico, ed è comunemente utilizzato a scopi alimentari, in
insalata o come ingrediente nella preparazione di salse e piatti cotti,
come la pizza. Il succo o le centrifughe di pomodoro, assunti come bevanda rendono disponibile all’organismo una quantità significativa di licopene, un antiossidante che si ritiene possa svolgere una certa funzione protettiva rispetto al rischio di tumori alla prostata. Il succo di pomodoro costituisce anche, con l’aggiunta di vodka, tabasco, limone, sale e pepe, la base di un cocktail solitamente servito come aperitivo e noto come Bloody Mary (viene talora chiamata Virgin Mary la versione analcolica dello stesso cocktail, che si riduce a succo di pomodoro condito come sopra).

Coltura

Germoglio ascellare

Fiore del pomodoro

In generale, la pianta del pomodoro ha andamento strisciante.
Nei nostri climi, la coltivazione a terra può causare deterioramento
delle bacche e della pianta in generale, che, come molte colture
orticole di origine esotica, può soffrire gli effetti dell’accumulo di
umidità, dei parassiti, e di diverse fitopatologie.
Per questo motivo è necessaria normalmente l’installazione di sostegni;
tuttavia alcune varietà, più basse e robuste, non hanno bisogno di
essere sostenute, ed i frutti più robusti non sono danneggiati dal
contatto con il suolo; naturalmente tali frutti (a buccia dura), non
sono adatti per il consumo fresco, ma sono ottimi per la produzione di
derivati.
Per i pomodori da tavola si preferisce la semina in semenzaio, con successivo trapianto sul terreno.
I pomodori gradiscono esposizione piuttosto assolata, anche se nelle
ore più calde questo può causare sofferenza sia alla pianta che ai
frutti; per alcune varietà con clima molto soleggiato è consigliabile un
leggero ombreggiamento. Il terreno deve essere ben fertilizzato;
moderata ma regolare irrigazione.
Come è ovvio, per un frutto composto in gran parte da acqua, la natura
del suolo e dell’acqua di irrigazione influisce in modo sensibile circa
la qualità del frutto stesso; la temperatura dell’acqua di irrigazione
non deve mai essere molto diversa dalla temperatura ambiente da causare
shock termici. Per questo motivo si consiglia l’irrigazione alla
mattina, o al tramonto.
Per aumentare la produttività ed evitare che l’eccessivo sviluppo
della parte verde sottragga risorse alla pianta, le varietà
indeterminate vanno sottoposte alla sfemminellatura o scacchiatura, che consiste nell’eliminazione dei germogli cosiddetti ascellari.
Questi sono riconoscibili perché nascono alla base di una ramificazione
già esistente e danno luogo allo sdoppiamento del fusto della pianta.
Nella coltivazione vengono usualmente eliminati con le dita non appena
si presentano. Se lasciati crescere tuttavia anche questi producono
fiori e frutti, al pari del corpo principale della pianta.
La raccolta è fatta prevalentemente a mano. Molte qualità di
pomodoro, quando giungono a maturazione, modificano la base del
picciolo, che diventa fragile, il distacco della bacca risulta quindi
molto agevole. Alcune varietà industriali sono selezionate per la
raccolta meccanizzata, con accentuata caratteristica di distacco della
bacca e buccia particolarmente robusta; alla estirpazione della pianta
ed al suo scuotimento i frutti cadono al suolo senza danneggiarsi, dove
sono raccolti.
Spesso le varietà adatte alla raccolta meccanizzata sono a sviluppo determinato,
ossia, una volta raggiunto un certo iniziale grado di produzione dei
frutti esse smettono di svilupparsi, in tal modo la cessata produzione
di altri fiori ed altri frutti in varie fase di maturazione, permette la
quasi completa raccolta in una unica soluzione dei frutti presenti.
In condizioni normali invece la pianta è a sviluppo “indeterminato”,
ciò deriva dal fatto che naturalmente la pianta tende ad avere uno
sviluppo pluriennale, e quindi continua, in clima sufficientemente
caldo, a produrre fiori e frutti in diversa fase di sviluppo. Per ovvi
motivi di clima, nel nostro paese, la pianta non sopravvive al clima
invernale, e quindi è coltivata come annuale.

Biodiversità della specie

Nonostante le cultivar rosse siano le uniche presenti in commercio, le bacche del pomodoro possono assumere colorazioni differenti.
Si va dalle cultivar di colore bianco (white queen, white tomesol) a
quelle di giallo (douce de Picardie, wendy, lemon), rosa (thai pink),
arancioni (moonglow), verdi anche a maturazione (green zebra), e persino
violacee (nero di Crimea, purple perfect).
In alcune cultivar la buccia è leggermente pelosa, simile alla pelle di una pesca.
Esistono pomodori lunghi (San Marzano), rotondi e molto grossi
(beefteak), a forma di ciliegia, riuniti in grappoli (reisetomaten), e
persino cavi all’interno (tomate à farcir).
Fra le varietà più semplici da coltivare si può scegliere fra:
● The Amateur: a cespuglio, dai frutti di media grandezza, molto gustosi. Ottima per iniziare.
● Moneymaker: fra le varietà più note e affidabili, produce numerosi frutti di grandezza medio-piccola.
● Gartenperle: varietà precoce, a cespuglio è ideale per la crescita in vaso. Produce numerosi piccoli frutti, tipo ciliegino.
● Marmande: cultivar tardiva, molto nota dai frutti, grossi e saporiti.
 Tutte le informazioni sono state presa di Wikipedia,
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59 commenti

  1. Ciao Sandrina, non immaginavo che il tuo già pimpante commento su quel post (mannaggia a me, non volevo scatenare polemiche, tra l'altro il mio tono non era polemico ma solo un tantinello ironico), avrebbe trovato buono spazio qui a casa tua. Passata una settimana sono arrivata all'idea che detesto sentirmi appellare con "foodblogger". In certi momenti è come se fosse dispregiativo. Il mio blog è davvero una forma di auto-terapia come dici anche tu, e mi fa sentire felice, mi fa stare meglio, mi carica.
    Tutto il resto è noia. Le polemiche le lascio agli altri. Ti abbraccio peperina. Sei forte. Pat

  2. ma pensa te, questa non la sapevo proprio…ma quale disinformazione sul cibo???? Noi mettiamo sul web la nostra cucina , io pubblico quello che preparo per la mia famiglia…forse qualcosa da imparare dalla nostra vera cucina casalinga lo dovrebbero imparare, invece di dare spazio a certi elementi di cucina non ne capiscono proprio niente…e qui non faccio nomi!!!!
    Comunque appoggio la tua polemica e ti faccio i complimenti per il blog!!!!

    1. Ecco VALE, brava, io pubblico di solito quello che faccio per cena alla mia famiglia: meglio di così non si poteva dire, bravissima"! Che si strozzassero con i suoi pasticci ristretti!!!! Buon fine settimana cara!!!

  3. E brava la Sandra!!! Ottime tutte le informazioni e che ci hai dato!!! E super golosa la ricetta di questi finocchi!!!! Ora vado nell'orto a raccoglierli……

  4. E ki se ne frega nn glielo hai detto? Questo e CIO che mangiamo a casa quale cucina migliore! Roba da matti! Buonissimi o finocchi li adoro! Brava la mamma x la ricetta tie'! Ciao cara!

  5. Alla faccia della di-sinformazione!! E' nei blog come il tuo che si trovano le ricette migliori, quelle genuine, spesso tramandate e sono testate e approvate, al contrario di ricette disastrose e "buttate là" tanto per finire in stampa su alcune riviste che mi era capitato di comperare anni fa.
    Come dici tu, è divertimento, passione, e la voglia di condividere, che secondo me viaggiano su un binario parallelo da quello commerciale. Starà poi al lettore scegliere!!
    La tua ricetta con i finocchi è da provare e me la salvo 🙂
    buon weekend lungo cara Sandra!!

    1. Non me ne frega niente dei soldi in generale, figurati se penso di lucrare con il blog!!! Mi piace perchè ho trovato tante "persone" in sintonia con me e che mi hanno insegnato qualcosa che non conoscevo!!! buon fine settimana Dany!

  6. AHAHAHA! Ora si che sono informatissima..Cara Sandra prendiamola come una critica costruttiva! Almeno io solo così riesco a cacciare il meglio di me! Invidio la tua grinta, ne vorrei avere un pizzichino pure io! La gente vera, quella che conta, e che mi fa piacere avere come pubblico soprattutto, è quella che ogni giorno ci tiene a mettere sulla sua tavola un piatto ben fatto ma soprattutto con ingredienti dalla facile reperibilità. A quelle persone va tutto il nostro impegno.Un bacio.

    1. Si Ida, hai ragione, la gente vera è quella che voglio mi legga non quella tutte moine e salamelecchi: vuoi mettere i finocchi della Mara contro uno di quegli intrugli da cuochi famosi? Sarò una popolana, ma sono contenta così! Abbracci grossi!

  7. Alle polemiche si risponde con i fatti e in questo blog di fatti ce ne sono a iosa. Iniziando dalle deliziose ricette, passando dalle splendide foto ( alla faccia della macchina buona!), per arrivare alla padrona di casa che un'altra al mondo non ce n'è ……..

  8. Brava Sandra per la preziosa DISinformazione della quale ci hai parlato oggi sono sempre fiera di te 🙂
    E mi piace quello che fai e come lo fai!
    Continuiamo a disinformarci fra noi e divertirci in cucina… Il "gioco" è appena iniziato e c'e ancora tanto da fare per divertirci e ridere insieme.
    La ricetta della mamma è deliziosa, le mamme sono sempre fonte di buona informazione e buona cucina ovviamente 😉

  9. Brava Sandra ,qualche giorno fa mia figlia mi ha mandato un link di un prestigioso giornale Americano con le 10 professioni più richieste nel futuro del Wall Street Journal
    e roba da non crederci al 1° posto ci sono proprio i Blogger se vuoi ti mando il link dell'articolo , intanto ecco cosa scrivono :
    1) Blogger
    Ebbene si, questi scrittori digitali, sempre secondo il Wall St. Journal, ne sono più di 20 milioni al mondo e molti guadagnano fino a 200 dollari per un buon post. Blog, siti affiliati, siti di commerce, Internet è un’ottima fonte di reddito, se la si sa sfruttare, e 1,7 milioni di Blogger in America l’hanno capito, tanto che alcuni arrivano a guadagnare 75 mila dollari all’anno,secondo la ricerca. In Italia le cifre sono più basse, ma l’importanza di questa figura è indubbiamente in continua crescita.

    1. Io non voglio neanche pensare di guadagnare, voglio solo divertirmi e scrivere di me e di cucina…..
      se mi mandi il link vado a curiosare!
      Ciao :O)

  10. no scusa fai tutta la modesta che fa lamammacompagnalavoratricecucinatrice e poi mi metti le info sotto scientifiche….allora tu vuoi dare fastidio!!! Eh si ti conosco pollastrella infastidatrice….ahah, ma tu pisquanella del mio cuore lo sai che io pochi anni fa ho dato la mia tesi di laurea in scienze dell'educazione parlando di blog 🙂
    a me danno fastidio le giornalisteinvidiosechenonsosesannocucinare…penso abbiamo un eccesso di acidità che dovrebbero equilibrare con qualche cibo alcalino, ma loro sono già imparate, mica devono venire a leggere noi blogger…
    p.s. a me te dai fastidio che non hai un cavolo di orario azzeccato con il mio ;)tvbbbbbbbbb

    1. LO: io sono dispettosa per natura, certo che gli fornisco INFORMAZIONI alimentari per dare fastidio!!!!Dici che sono acide perché gli facciamo venire i travasi di bile? Si, gli facciamo venire i travasi di bile!!!!!
      YEAAAAAAAA!
      non ci si becca mai io e te …. che vuoi ora sei anche diventata studentessa…. uuuuhhhh tra un po' glielo fai vedere tu la disinformazione alimentare!!!!! Ora vado a vedere il salutiamoci di ottobre e guardo da chi siamo a novembre….. tvbtvbtvbtvbtvb!!!!!!

  11. senti, se non avessi gia' un marito ti chiederei in sposa 😉 sei un mito!!! (bellissimo il finale con la scheda sul finocchio)
    ho letto ogni virgola di questo post, bellissimo. non sapevo di questa diatriba sui bloggers in Italia.
    certo che ho pensato a quanto possiamo dar fastidio ai giornali di cucina. moltissime persone non li comprano piu' perche' si affidano alle ricette trovate in rete, tra cui, anche quelle di noi bloggers (che sono le migliori, i siti di ricette commerciali sono una c….ta, detto tra noi). disinformazione? ma come si permettono? ma quello che scrivono loro invece? meno male che non vivo piu' in Italia senno' armavo una canizza…
    e questi meravigliosi finocchi (un grazie alla tua mamma) li hai fatti per me? ah no? vabbeh vorra' dire che dovro' cucinarmeli da sola. bacioni!!!

    1. Noi usiamo la INFORMAZIONE quella che si impara cucinando, noi usiamo la tradizione, noi usiamo noi stessi per mettere in gioco una ricetta che ci piace….. se li vuoi i finocchi te li mando con un'aquila, basta che li riscaldi un po' poi! La Mara sarà contenta di sapere di aver avuto tutti questi complimenti….. e grazie anche a te per aver letto e commentato questo post.
      Alla prossima ricetta e alla prossima polemica!
      Ciao tesoro!!!!

  12. Io sono polemico, quando guardo i tuoi post sorrido e ti dico che i giornalisti del salone hanno la coda di paglia.
    Tutti vogliono fare i soldi con il cibo e sopratutto alle spalle dei contadini, io a questo gioco sporco non ci sto, quindi che faccio ????
    Il polemico
    Cara Sandra ti dico che al Salone del Gusto mi sono divertito tanto, ho visto tanta falsità e gente incompetente del settore.
    Io non sono nessuno, non voglio essere nessuno e se diamo fastidio un motivo ci sarà; hanno capito che noi blogger raccontiamo cibo territorio e cucina senza segreti e senza imbroglio, senza igpp dooc ecc, ma solo come la natura c'e' li dona.
    Io sono un rombiballe e lo saro' fino alla fine…….
    Un abbraccio

    1. Sono perfettamente d'accordo con te, noi siamo "genuini", le nostre ricette sono quelle della tradizione italiana e regionale e non hanno rivali, noi usiamo magari prodotti naturali e non "porcai" autorizzati. E poi siamo tanti e tutti agguerriti rompiballe…… e anche un po' POLEMICI, ma VERI, soprattutto VERI!
      Ciao Pasquale, buona giornata!

  13. Grandiosa Sandra! Semplicemente grandiosa e io non mi disturbo proprio per discutere con cotanta gente… Dovresti vederli agli eventi…. Quando ci sono le food blogger sono dei vampiri, hanno paura che gli si rubi il posto per degli articoli che io sinceramente non ho mai visto. I nostri resoconti invece si trovano sempre in rete e forse hanno un po il cagotto che ci sono food blogger che sanno scrivere meglio di loro. Io applico il detto "Non ti curar di loro…." Mentre questi finocchi mi piacciono un sacco e li rubo alla Mara se non si offende 🙂 Un bacione!!!!

  14. uh mamma santa, ma perché, diamo fastidio?
    ahahhahahahah, mi fanno ridere……
    W la libertà e w i nostri blog.
    Complimenti a Mamma Mara per questa ricetta ricca di semplicità e gusto 🙂
    Ti abbraccio mia dolce susina :')

    1. Stella, ma lo sai che ho rifatto i pici? mi piacciono proprio tanto e non finirò mai di ringraziarti per avermi permesso di farli….ti abbraccio tantissimo Picia mia 😀

    2. i pici sono i pici, e poi alla fine dei giochi sono semplicissimi da fare e danno mooooolta soddisfazione!!!
      Buon fine settimana bella susina!

  15. Ahahahahahah!!
    A parte che la semplicità ripaga sempre…
    E poi, di solito, chi si lamenta, è chi non riesce ad ottenere i risultati sperati e li vede realizzati da altri.
    Quindi, si rimboccassero le maniche e invece di scrivere articoli antidiluviani e con una simpatia pari alla suola di una scarpa, spazio alla fantasia e alla lettura dei blog!
    Baci caraaaaaaa

  16. cara"polemica" non saremo mica sorelle gemelle separate alla nascita?condivido tutto ma proprio tutto quello che hai scritto ……ma perchè rompere i marroni!!!!!si occupassero di altro …ti abbraccio da polemica a polemica…

    1. SIIIIIIIIII, siamo gemelle siamesi separate alla nascita, ora glielo dico alla Mara!!!! Si, si occupassero degli affari loro e ci lasciassero in pace! Baci polemici!!!

  17. ..oddio… io non mi sono mai posta il problema, ma c'è poi 'sto problema?
    ..mah!…ho un impasto a lievitare e fa freddo, questi son problemi!:)
    Sandrina mia, i finocchi della Mara sono da provare , altrochè!Bacioni , bella!
    Sandra

    1. Senti, freddo e non freddo a te gli impasti lievitano e lievitano sempre bene, altro che dis-lievitazione e dis-lievitazione! La Mara ringrazia! Baci grossi!!

  18. sei una grande! altro che disinformazione. hai fatto un trattato su finocchi e pomodori. mamma se rosicano "gli addetti ai lavori", ovvero dei vecchi dinosauri incapaci di stare al passo con i tempi, i trend, tra cui noi blogger!! brava

  19. Cara Sandra, che forte che sei! 🙂 Hai proprio ragione… ma a chi diamo fastidio? 🙂 IO amo il mio angolino, amo l'affetto che ricevo da voi, amo cucinare, far dolci e mettere le mani in pasta: embè?! A chi darei fastidio? Proprio non lo capisco. Però ti dico che è così, diamo fastidio (senza contare che, al di fuori dei giornalisti, ho notato che un piccolo blog può dare fastidio anche a qualche conoscente ma questa è un'altra storia! 😉 ) La mia risposta, in ogni caso, è: chissenefrega!!! 😀 Continuiamo a fare ciò che ci piace e ci fa stare bene, anzi, benissimo, alla facciaccia loro! 😀 😉 Quanto all'Olimpo di cui sopra, beh, è qualcosa che proprio non concepisco e l'ho più volte detto, umiltà zero…. e vabbè… Che buoni questi finocchi, deliziosi con la mozzarella, segno la ricetta! 🙂 Un abbraccio grande e buona giornata! Smack! 🙂

    1. I pavoni sanno fare solo la ruota Valentina, noi sappiamo anche che siamo solo casalinghe rubate per qualche ora dal web…. ecchisenefrega di loro!!! Baci grossi grossi!

  20. Ho letto pure io questa polemica e penso che il blog non possa fare male a nessuno. Del resto se i contenuti non piacciono, non viene visitato e finisce lì. A me piace cucinare e mi piace tantissimo prendere spunti dagli altri e da quando ho il blog, penso di essermi arricchita tanto, non in soldi naturalmente. La ricetta dei finocchi sono veloci, ma risolvono un bel contorno sano e leggero. Un abbraccio.

    1. E' quello che penso io, informazione o disinformazione se ti va lo leggi altrimenti no. La differenza è che i nostri blog sono "AGGRATIS" e invece loro si fanno pagare! :O)

  21. Oui,je suis la polemique aussi!polemica e scassamaroni a più non posso,punto i piedi e pago le conseguenze sempre.Ma la bocca parte,non ci posso far nulla.Concordo in pieno,faccio mio quello che hai scritto.Tu hai la mia stessa concezione di blog.Blog come vissuto,blog uguale persone.Io non do mai solo la ricetta,ci appiccico sempre qualcosa di mio.Perchè nessuno ha bisogno delle mie ricette,io non sono nessuno e non ho nulla da insegnare.da condividere si,quello si.Il blog è vita vissuta,è svago e le zucchine non le rompiamo a nessuno.Con un' eccezione però.Per chi se la tira,per chi pensa di essere la BLOGGHISTA per antonomasia,per chi c'ha la puzza sotto il naso e per chi ti presenta ogni suo piatto con:Stupendo,meraviglioso,quanto so brava,quanto so bella,quanto so fica.Questa l'unica cosa che non mi piace di questo mondo.Mi è capitato l'altro giorno di assistere al linciaggio di un ragazzo che stava ultimamndo i suoi studi all'alberghiero.Si è permesso di contrastare una dose di una ricetta,dicendo che proprio chimicamente era sbagliata ( e i dolci sono CHIMICA) e lo hanno linciato,fatto nero e dato dell'incompetente.ma perchè?Perchè non ci si può permettere di muovere una critica?Ecco.C'è il mondo che hai descritto tu e l'Olimpo.E a me st'Olimpo mi fa venire l'orticaria!!Poi i giornalisti dicessero quello che vogliono.
    Un bacio amica polemica
    monica

    1. Son qui che mi gratto da mo, Monica, io l'ho anche scritto sul blog che non le sopporto le bloggheresse cheiosolamegliodelmondoeriescoadaresaporeanchealsale e poifotografodadioevoifatescifoscutamisevelodico!
      Giusto? Io parlo come mangio o mangio come parlo, non lo so. Mi piace scrivere e divertirmi, se poi qualcuno legge quello che scrivo tante grazie… secondo nome polemicabbestia!
      Un bacio cara P.A.BB.(polemicabbestia)

  22. Bene, prima ti dico a priori che amo la tua vena polemica, abbestia! Poi vado a leggermi il post da Patty, così mi faccio un'idea un po' più precisa 🙂
    Buona giornata Sandra!

    1. Eccomi, ho fatto un salto da Patty ma mi sono trovata in un ginepraio di polemiche non indifferente….in poche parole, io non starei a farne una questione di barricate, ci sono foodblogger e foodblogger, così come ci sono giornalisti e giornalisti (anche se non amo affatto la categoria in generale). Certo, la Sig.ra Granello farebbe comunque bene a sapere di cosa parla prima di aprir bocca, così come molti dei suoi colleghi, ma che ci vuoi fare, più si amplia l'informazione e più c'è gente che si sente in diritto di aprir bocca e darle fiato! E' un vizio fin troppo diffuso ormai.
      Rimane, bellissimo, il fatto, che di base il blog nasce per condividere un'amore, una conoscenza, anche solo una fetta di anima di chi scrive…e che chi legge sceglie, ogni giorno!

  23. non conosco lapolemica alla quale ti riferisci ma mi associo ai tuoi pensieri!!! ci raccontiamo in un blog ma non obblighiamo nessuno a leggerci, ma sai alle volte la boccaccia va aperta per far prendere aria come diceva mia nonna:-)
    PS ne mangiavo a quintalate da bambina, crudi o cotti sempre buoni!

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