Crema di mascarpone con briciole di dolcezza

per le orecchie

Fin da bambina a me piacevano gli orecchini, le collane, le pietre dure. Mia mamma si domandava sempre da chi avessi preso con tutta questa vanità vanitosa, io mi agghindavo, io mi pettinavo, mi truccavo e non avevo certo imparato da lei che non ha mai amato  mettersi in “ghingheri”, come li chiama lei, e tantomeno il trucco che le faceva pizzicare la faccia. L’unica concessione alla vanità femminile di mia mamma (oltre alle gonne tipo kilt) erano le “cofane” anni 70 che io mi ricordo come fosse ora: delle torri di capelli cotonati dove mi immaginavo ci facessero il nido gli uccellini.
Nei miei sogni più sfrenati di cinquenne,  distesa a pancia in giù e con le gambette che scodinzolavano sopra di me sul tappeto a fiori rossi e gialli del salotto,  mi immaginavo mamma pettirosso che deponeva le uova sulla cofana della mia mamma. E poi con orrore mi vedevo mamma pettirosso che cercava disperatamente di salvare le sue uova quando la mammamia andava dalla parrucchiera, dalla Gabriella,  per smontare e rimontare la cofana. Avete presente la Signorina Carlo, del Trio Solenghi,Lopez,Marchesini? Guardate il video linkato, ragazzi, io ce l’ho di sottofondo e sto ridendo come una pazza!
Ecco, la cofana della mia mamma aveva una circonferenza e un’altezza uguali alla sua solo di colore biondo cenere.
Però lei non capiva da chi avevo preso tutto questo mettersi in ghingheri e allora partivano per la tangente, lei e la mia nonna, nel paragonarmi alle parenti più lontane e sconosciute che io mi immaginavo agghindate come le donnine del Mulin Rouge.
Così, negli anni mi sono ritrovata con una collezione di orecchini (i miei monili preferiti) e di collane di tutti i generi non indifferente.
La mia preferenza va all’argento, magari guarnito con pietre dure. 
L’argento ha sempre attirato la mia attenzione più dell’oro. Lo so che l’oro ha un valore maggiore ma, che ci volete fare, tutti i gusti sono gusti, diceva quello che….. non ve lo dico che faceva!
Da ragazzina rimanevo attaccata alle vetrine di Via Calzaiuoli a Firenze. C’erano un sacco di orafi artigiani, che facevano vere e proprie opere d’arte con niente di che. E io attaccata alle vetrine a sbavarci sopra. E’ cominciata li la mia voglia di creare orecchini.  E ne ho fatti tanti di tutti i tipi. Gli ultimi gioielli con il filo di rame arrotolato e le pietre dure….ma sono di tanti anni fa. Ora mi limito a regalarmeli ogni tanto, quando posso o quando non so resistere alla tentazione.

Per il contest di Ale di Dolcemente inventando la mia ricetta gioiello è la crema di mascarpone. E’ il mio cavallo di battaglia, non so perché ma mi viene particolarmente bene. E per una cena da amici in cui mi immaginavo quantità industriali di cibo ho pensato di fare porzioni mignon elaborate con piccole variazioni.

CREMA DI MASCARPONE CON BRICIOLE DI BISCOTTI E MANDORLE

per 16  mini-coppette come da fotografia

200 gr. di mascarpone
2 tuorli d’uovo
20 gr. di burro
2 cucchiai di zucchero
8 biscotti secchi
10 mandorle ridotte in farina
zucchero per decorazione
un goccio di vinsanto 
Cominciate con lo sbriciolare con il mattarello i biscotti lasciandoli in pezzi piuttosto grossolani.Unite il burro fuso e le mandorle tritate nel mixer. Formate un composto e adagiatene un pochino sul fondo delle coppette. Ora montate a neve le chiare molto ferme e lasciatele da parte. Montate i tuorli con lo zucchero fino a che quest’ultimo non si è completamente sciolto e amalgamato con il tuorlo. Aggiungete il mascarpone a cucchiaiate e un goccio di vin santo. Quando il tutto sarà ben unito aggiungete le chiare e amalgamate con un cucchiaio di legno. A questo punto la crema è pronta, versatela nelle coppette e adagiateci sopra un altra briciola di biscotti e mandorle. Mettete in frigorifero almeno un paio di ore, meglio se di più.  Per la decorazione di zucchero mettete lo zucchero in un tegamino di acciaio e di alluminio (NO antiaderente) e fatelo fondere fino a che non prende quel colore dorato. Toglietelo dal fuoco e buttateci un cubetto di ghiaccio che fermerà la cottura. Con la forchetta prendete lo zucchero e disponetelo come più vi piace su un foglio di carta da forno e su un piano di marmo. Tenetelo al fresco per almeno 3 ore prima di usarlo per le decorazioni che farete all’ultimo minuto prima di servire in tavola. 
Non so se questo dolce mi assomiglia, cara Ale, è morbido e io caratterialmente non sono molto morbida. Ha però un sapore deciso e quello mi si addice, è uno di quei dolci che non bastano mai, una di quelle creme che speri non finiscano tanto presto perché ne prenderesti volentieri un’altra porzioncina….e io sono così, sono da prendere in piccole dosi, sono da apprezzare con calma e poi non riesci più a scollarti da me….
Ti mando il mio gioello Ale, trattalo bene!

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25 commenti

  1. molto divertente questo ricordo della cofana della mamma. e poi ora so cosa regalarti 🙂
    fantastica la tua crema di mascarpone. me la segno perche' io invece a tiramisu' e cose di questo tipo sono piuttosto negata. sia mai che impari dalla maestra.
    e quella robina caramellata da chef?

  2. A casa mia una crema così in dosi per 10 se la sbafano in 3..e uno di quei 3 i dolci non li dovrebbe nemmeno guardare!! 🙂
    Tre al sx e uno al dx anche io ma sempre gli stessi..Baci bella!

  3. Ciao Sandra 🙂 E' sempre un piacere leggerti, bello questo post eheheheheh 😀 Che bello questo dessert, molto raffinato e goloso, i miei complimenti! 😀 In bocca al lupo per il contest e un bacione, buon fine settimana 🙂

  4. Che nostalgia via Calzaioli degli anni '70….è un mondo che non tornerà più. Si vedevano certe cofane in giro! Mammamia!!! Ottimo dessert!

    1. Via Calzaiuoli fine anni 70, con tutte quelle vetrine e quelle merci meravigliose fatte davvero in Italia con tutta la sapienza degli artigiani! Ciao Isabel, buon fine settimana!

  5. Che siccome che sono cecata…..la signorina Carlo sono io! E' il mio alter ego nascosto, solo che la cofana me la risparmio, ma quel personaggio l'ho amato da matti ed un po' mi ci riconoscevo, in quel candore un po' goffo e handicappato. Mi hai fatto ridere al pensiero della tua fantasia di bambina, quelle uova di pettirosso nei capelli di tua madre. Troppo bella.
    Come te anche io amo l'argento più dell'oro. Mi piace l'argento grezzo, magari con tocchi di turchese o di opale, o con pietre nere. Mi piacciono gli orpelli, ma discreti e soprattutto solo sul collo, poco sulle orecchie (se metto gli orecchini, mai collane), le mani le voglio nude con solo la fede perché quello è il suo posto esclusivo.
    Ti ringrazio per quella canzone del meraviglioso Vinicio. L'ho ascoltata anche ieri da youtube, ogni tanto mi viene bisogno di dolcezza mentre lavoro. E quella è una canzone davvero stupenda.
    PS – ti posso garantire che ho cominciato a fare lievitati da poco, stimolata dal blog. Prima non mi sono mai riusciti. Sto imparando. Anzi, attraverso tutte voi imparo da matti! Ma come è ganzo avere un blog? Ti bacio carissima, Pat

    1. Il pettirosso sulla cofana….. è una bella immagine per una bambina di cinque anni, chissà, ero strana già da allora! Meno male che hai cominciato da poco a fare i lieviti, guarda come ti vengono! Ciao Patty, ovunque proteggi la grazia del mio cuore!

  6. ciao cara Sandra, troppo bello il tuo ricordo del nido di pettirossi sulla cofana di tua madre!! Mi ricordo, andavano di moda anche quando ero piccola io. Mia madre non l'aveva, ma la mia madrina si. E quando mi arrampicavo in braccio, stava attenta che non la spettinassi 😉
    Anch'io come te preferisco l'argento, anche senza pietre.
    Una delizia le coppette al mascarpone ( mai provato l'abbinamento col vin santo, so che ci si immergono i cantucci.. hic!!!) me ne prenoto una 😉
    ciao e buon weekend che arriverà presto!
    Dany

  7. ahahahahah Sandra,mi ricordo eccome i capelli cotonati e la pensavo proprio come te ovvero che gli uccellini facevano il nido lassù…sei troppo forte,con questa storia mi hai rallegrato la serata…mi godo questo ottimo dessert con gocce di dolcezza come dici tu..baci,serena serata:)

    1. Io me li vedo ancora Tina, con mamma pettirosso che mette la testa fuori dalla cofane e canta….. beata fanciullezza!

  8. Vero Sandra, questi dessert sono degli autentici gioielli! Tra l'altro condivido per te la passione smodata per l'argento, anche se sono una cialtrona, mi compro le cose e mi scordo di metterle! 🙂
    Un bacio grande.

    1. No, io non me ne scordo, faccio un giorno per uno a girare… e poi ho quelli preferiti, e quelli che portano fortuna, e quelli che quando me li metto sono felice… tutte scuse per mettersi sempre orecchini diversi! Baci baci

  9. I tuoi racconti di te piccola o grande mi piacciono sempre molto, c'e sempre un pezzetto di te nuovo da conoscere…
    Mi immagino la tua mamma con i capelli cotonati XD che ridere… Più che altro perché ora le mode sono cambiate ma ai tempi era splendida.
    Io non sono molto amante dei gioielli, soprattutto adesso che ho deciso di togliermi tutti questi aggeggi che non vanno ad abbellirmi ma solo a togliermi e spogliarmi… Perché si è belli, anzi lo si è di più, senza troppi ghingheri addosso… Semplicemente noi stesse, con un velo di trucco al massimo e nulla più!
    Poi ovviamente questa è la mia idea e i gioielli di Antonella sono comunque bellissimi tanto quanto la tua crema gioiello ^_^

    Ciao Topina

    ps. Lo stufato non faceva proprio per me 😉

    1. Cami, io sono vanesia, se mi togli gli orecchini (tre lato sx, 1 lato dx) mi sento nuda! Per il trucco poi hai ragione tu: un filino senza appesantire!
      Ciao cara Elfetta mia!

  10. SANDRA…sei stata fantastica mia cara!!!!mi è piaciuta molto anche la descrizione dei capelli cotonati della tua mamma e il confronto con la signora Carla della Marchesini… che ridere! ti inserisco subitissimo, in bocca al lupo!!!!

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