I cantuccini di Prato con i datteri della Tunisia ….con il licoli e senza…..

musica per la lievitazione
a tutto volume, per favore
Si, proprio loro, i cantuccini di Prato con i datteri della Tunisia, (scusa Amanda, ma sono buoni anche senza frutta secca, garantisco), con il licoli e senza uovo (senza il tuorlo che fa tanto colesterolo!)  con licenza poetica quindi …..Io con questo li.co.li    meraviglioso ci faccio anche la tinta per i capelli va a finire! 
Ho rinfrescato 40 gr. di licoli mercoledì pomeriggio, prelevandolo dal meraviglioso barattolo che abita nel frigo, ma forse ho un po’ esagerato… mi sono trovata con una montagna di licoli, attivo, attivissimo…. in questo fine settimana ho fatto di tutto, biscotti, dolci, pani vari…. preparatevi che ve li posto tutti di sicuro!!!!
Comunque, questa ricetta dei cantuccini di Prato è presa dal solito libro di Paolo Petroni (ora ce l’ho con lui),
Il grande libro  della  vera cucina toscana, riadattata e corretta da mè, mè medesima.
L’idea di inserire oltre alle mandorle anche la frutta secca me l’ha data una confezione di cantuccini su uno scaffale della Coop, quelli erano fatti con i fichi….. io i fichi non li avevo ma avevo i datteri e, sempre per la solita storia che il buono con il buono non può essere che buono……
gli ingredienti per diversi biscottini….
250 gr. farina tipo 0
250 zucchero (io 190 gr.)
150 mandorle 
10 datteri tunisini
2 uova (io 3 albumi)
licoli attivo gr. 110
la scorza grattugiata di un limone
un pizzico di sale
Vin Sandto per l’inzuppo
Formare una fontana con la farina, lo zucchero e un pizzico di sale. Cominciare ad impastare la farina con le uova fino a che non avrete ottenuto una palla  liscia ed elastica. Se vi serve un po’ di farina aggiungete piano piano infarinandovi le mani. Mettete l’impasto in una ciotola o in un cestino, avvolto in un panno di cotone o di lino e chiudetelo nel forno di casa spento con la luce accesa per almeno 6/7 ore. L’impasto deve raddoppiare. A questo punto riprendete l’impasto e deponetelo sulla spianatoia. Dividetelo in due filoncini e appiattiteli con le mani (unte di olio che così non si attacca): mettete nel mezzo le mandorle, ci vorrebbero con la buccia, le mie si vedono poco in foto perchè le avevo solo pelate) e  unite anche i datteri privati del nocciolo e divisi a metà. Mettene quando ve ne piace, io con questi 10 datteroni tunisini belli panciuti ho fatto un bel lavoro. Riformate con le mani un filoncino richiudendo la pasta intorno al ripieno e metteteli a ri-lievitare sulla placca del forno foderata con la carta forno per un paio di ore minino ma anche tre. 
In forno a 200° per i primi 5 minuti e poi a 180° per altri 15. Prima di infornare cospargete con l’abume sbattuto e un po’ di zucchero la superficie dei filoncini. Una volta usciti dal forno dovete affettarli ancora caldi appena riuscirete a tenerci sopra le mani senza ustionarvi. 
State attente: vi cominceranno a ronzare intorno vari mosconi che fino a 10 minuti prima avevano brontolato “macchesimettonoidatterineicantuccinidiprato”perchè, attirati dal profumo vorranno assaggiare il prodotto e dire la sua….. il consiglio è di preparare subito i bicchierini del Vin Santo da inzuppo perchè tanto non ve ne libererete facilmente….. appiccicosi e noiosi!!!!
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L’orto vuol l’omo morto……… e noi ci si rifocilla con un cacciucco di ceci

musica per la lettura
Da bambina sognavo.
Sognavo sempre.
 Ero una di quelle con la testa fra le nuvole, come diceva  mia nonna.
Mi sedevo sulla terrazza della cucina con le gambette penzoloni che oscillavano con mollezza mentre il mio Io elaborava sogni su sogni. Sognavo di vivere in campagna, e sapevo bene anche dove, avevo visto il posto durante le gite domenicali in auto con il babbo e la mamma. Io avevo ben in mente il mio pezzetto di terra, con la mia casa e il mio recinto. Si, il mio recinto perché io volevo vivere in campagna per avere un cavallo e per fare l’orto. Strano? no, perchè strano? Strano che una bambina di 6 o 7 anni voglia vivere in campagna con un cavallo e l’orto? E Pippi Calzelunghe dove la mettete? Era lei che aveva un cavallo a pois  e un’orto…..
E io sognavo, sognavo distese di erba per il cavallo (rigorosamente appaloosa bianco e nero perchè così era il cavallo di Tiger Jack, mitico compagno di avventure del Tex Willer dei fumetti che comprava il mio babbo e che io leggevo e rileggevo insieme a Topolino), sognavo orti con filari di carote per il cavallo, sognavo corse pazze e veloci incontro al vento cavalcando a pelo il  MIO cavallo.
E così la Sandra piccina, dondolava le zampette e sognava. Sognava e sognava e sognava. E come si dice, volere è potere, mi sono ritrovata a 30 anni con la possibilità di costruire il mio sogno con il mio compagno.
Abbiamo comprato una casa colonica abbandonata, disabitata da 50 anni circa a un prezzo stracciatissimo all’asta di un fallimento, guarda caso proprio nella zona che io mi sognavo da piccina.  Uno splendido rudere in pietra del 1400 c.ca, una vecchia torre di avvistamento del territorio situata nella valle dell’arno, fra Firenze e il valdarno fiorentino, fra le colline toscane quadrettate di vigne e fiorite di olivi. Dalla finestra di casa si vede il panorama che Leonardo dipingeva negli sfondi dei suoi quadri: l’ansa del  fiume in lontananza, fra il verde delle colline, la bruma mattutina che sale, il cielo azzurro…. un quadro insomma.
Ma non sono state solo rose e fiori: e’ stata una ristrutturazione fatta in economia ( per i non addetti ai lavori  “in economia” signifia fatta in proprio). Il babbo imbianchino e falegname, il suocero mastro muratore, noi con tanta voglia e tanta passione: abbiamo fatto di tutto per questa casa. A me  manca solo murare qualche mattone, per il resto ho fatto tutti i lavori. Pulizie, ragazzo di fatica, scartatrice di legno, imbianchino, elettricista, ho impastato intere betoniere di calcina per gettare solai…. Siamo stati per quasi due anni senza conoscere sabati e domenica, ferie o feste comandate: o si doveva salire sul tetto, o si dovevano sabbiare le travi, o si doveva gettare un solaio o cerchiare un arco. Il risultato è stato meraviglioso per noi, un restauro conservativo come dice con vanto il nostro amico geometra. 
Essendo la casa una delle più vecchie del comune abbiamo dovuto eseguire un restauro conservativo: finestre piccolissime rimaste tali, nessuna variazione importante, aperture e chiusure rispettate in pieno. Abbiamo una cucina di 40 mq c.ca con un bel caminetto,  prima c’erano le stalle della casa con tante di mangiatoie,  ma due finestre piccole che non lasciano entrare molta luce. La porta di ingresso in ferro e  vetro che si affaccia sulla loggia che comunque è poco luminosa…. sempre con le luci accese tranne qualche ora della mattina d’estate…. questo mi spiace, mi manca l’aria luminosa della mattina in cucina…. 
Ma mi accontento perché quando mi affaccio vedo questo:

Una volta insiediati nel “castello da favola” ho pensato:

adesso mi prendo un cavallo

Quello mi mancava per avere il sogno al completo… no, mi sono presa due cani, il cavallo troppo oneroso purtroppo! Ma non ho ancora smesso di sognare, non si sa mai!

Dopo l’interno della casa  è arrivata la parte esterna da sistemare. Ci siamo costruiti un giardino delle rose……

lasciando i  cespugli autoctoni di rosa canina (la rosa canina è la mamma di tutte le nostre rose, la rosa originale, le cui bacche rosse in ottobre sono buone per fare la marmellata e sono ricchissime di vitamina C) sparsi dappertutto,

piantando rose di tutti i colori da talee “rubate” un po’ da tutti gli amici.

A volte mi piace stare affacciata alla finestra  di camera con una bella tazza di tisana in mano e guardare il giorno che nasce  mentre penso. E mi ritrovo immersa in questa pace che tutto placa anche le più dure emozioni.

Oppure mi fermo e mi guardo intorno a pochi km da casa mentre vado al lavoro e vedo questi panorami….

o questi……
O davanti alla strada di casa, guardando al di sotto dell’aia, in primavera alle 8 di mattina….. 
 Fortunata? Si, ho realizzato uno dei miei sogni più grandi, vivere in campagna, non senza sacrifici…. mi ricordo che a volte alla scadenza della rata del mutuo ci siamo guardati negli occhi, io e il mio compagno, e ci siamo fatti forza a vicenda per non metterci a piangere…… quando si dice un conto in rosso! Ma se tornassi indietro credo rifarei la stessa cosa……

E alla fine di tanto ciarlare  approdiamo  all’orto: e quando è vero che l’orto vuol l’uomo morto!!!
Faticoso, l’orto, molto faticosa ma di soddisfazione! Abbiamo cominciato con la carciofaia, sotto casa. Ara, dissoda, zappetta, pianta: pochi carciofi e duri come i muri….. Poi ci siamo dati all’orto vero e proprio. D’inverno cavoli, insalate, porri  e quand’altro…. d’estate pomodori, zucchine, piselli, cipolle, melanzane, peperoni, peperoni piccanti. Abbiamo provato anche con le patate, i cinghiali e i caprioli hanno tanto gradito e tutti gli anni ancora si chiedono come mai non le piantiamo più…. 
E gli alberi da frutto: peri, meli, ciliegi giapponesi e ciliegi “duroni”, albicocche, susine, ulivi …..

 

 ma il nostro terreno è un terreno duro, galestro poco sotto  30 cm di terra, e poi c’è il vento, e poi c’è la nebbia … abbiamo capito perchè i terreni erano coltivati a vigna tutto intorno a noi…. Un sacco di sforzi, un sacco di fatica. D’inverno si zappetta, si copre quello che necessita essere protetto e via, d’estate…. d’estate bisogna annaffiare tutti i giorni (e noi non abbiamo un pozzo nostro ma solo una cisterna di recupero delle acqua piovana). E d’estate bisogna annaffiare copiosamente altrimenti non si raccoglie niente da tutta la fatica fatta  e,  bisogna annaffiare o la mattina presto o la sera tardi dopo il tramonto, lontanto dai raggiu più caldi del sole, nell’ora delle zanzare per capirci. E quindi tutte le sere si fa la guerra con i vampiri immondi: bisogna vestirsi tutti con una apposita tuta di carta e cospargere abbondantemente le parti nude con antizanzare… se te lo dimentichi sei un uomo morto…. torni a casa provato e distrutto dall’assalto kamikaze delle bestie immonde e bitorzoluto di rosso in ogni dove….. ecchessicome che non si ringiovanisce e gli impegni invece che diminuire aumentano e la pensione io me la posso sognare (ancora 20 anni…. forse….) anno scorso abbiamo abbandonato l’orto. Con dolore, ma abbiamo abbandonato l’orto pensando di sfruttare quello di mio suocero pensionato. E così è stato: ho coltivato solo erbe aromatiche e  una minima piantina di peperone che è rinata dai semi di anno scorso. Il mio origano seccato non ha uguali, le foglie di basilico congelate all’occorrenza tornano come nuove e profumate, i miei pesti sono interessanti e curiosi…… Adesso ho una rimanenza di bietoline, anche loro  rispuntate tenaci da anno scorso e un paio di piante di cavolo nero che stanno cominciando a fare delle belle foglioline e i fiorellini gialli deliziosi da mangiare crudi. Chissà, forse quest’anno che viene proveremo a rifarlo….. chissà….

Anche questo sotto fa parte del vivere in campagna……

 prove tecniche di ….. terrore!!!!

  qui invece si dorme pacifici…..

Che ne dite, sono stata fortunata, sono riuscita a realizzare il mio sogno di vivere in campagna e ho anche potuto fare l’orto, per il cavallo….. non ho ancora smesso di sognare, io insisto, non si sa mai!
In quanto a orto quest’anno ho ampiamente sfruttato mio suocero, che pover’uomo  è stato ben contento di nutrirci con zucchine (fino all’esaumento mentale per inventarsi qualcosa di nuovo con l’ortaggio proliferante), o di portarci insalata croccante, cetrioli e pomodori freschi per condire tutti insieme o per fare un  pan molle .
Ma negli scorsi anni abbiamo potuto fare la passata di pomodoro con i nostri pomodori, o i pomodori secchi sott’olio (mi rincresce non avere foto), le zucchine sott’olio con il pepe nero, le melanzane ripiene sott’olio o farci dei bei pomodori verdi fritti con l’uva  come faceva sempre la mia mamma, oppure i peperoni a campanella piccanti in agrodolce, oppure ancora  le nostre olive in salamoia  …..Vogliamo parlare delle marmellate con frutta VERA? Di quella appena colta dall’albero con sudore della fronte? Ecco, volete quella di uva fragola con il metodo Ferber,  quella di fichi neri, quella di ciliegie rubate, quella di pesche senza zucchero ma con le noci,   o volete pesti diversi dal solito come questo di insalata invidia dell’orto o questo con le solite zucchine? Che vi devo dire , siamo bucolici, siamo campagnoli, siamo contadini per scelta…..
 
Per adesso ho preso le bietoline del residuo dell’orto  per fare questo cacciucco di ceci suggeritomi da Paolo Petroni ….
tovaglietta, brocca e piattino  Green Gate
E’ andata così. Ho avuto una richiesta da mio figlio e dal 1/2 pompelmo, mi è stato detto che avrebbero volentieri mangiato un cacciucco, sempre se io fossi stata in grado di farlo. 
Mannaggialasbomballatasbullonatasderenataecane!!!! Ma siamo impazziti? Io che non so fare il cacciucco?
Come lo volete, ho detto con voce soave e ammiccante, alla livornese o alla viareggina?
Hanno lasciato a me la scelta. Ora, siccome mi sono sentita un po’ arrugginita sono andata di corsa, quando ero sicura che nessuno mi vedesse, a consultare le mie GUIDE insostituibili:  Il grande libro della vera cucina Toscana di Paolo Petroni (sempre benedetto sia) e Pellegrino Artusi: Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene (santo subito). Ho trovato la versione che più mi piace, devo dire che sono tutte molto simili, e deciso che avrei fatto il tutto sabato sera per cena. Dopodichè mi cade l’occhio sulla pagina accanto al cacciucco alla livornese del libro di Paolo petroni…. cacciucco di ceci….. cacciucco di ceci? Lo sapete, una delle mie passioni sono i ceci e le farine di ceci…. si invita la lepre a correre. Ho letto e scoperto che la parola  cacciucco(con doppia C per l’amor di DIO!) sembra  derivare da una parola di origini  turche,
“küçük”, che vuol dire minutaglia. In Toscana il termine indica in
genere la mescolanza di cose diverse e si traduce poi, in ambito
gastronomico, in un’unione intima di pesce, spezie, aromi che danno
origine ad un piatto realmente unico:il cacciucco. Ma fatto con i ceci per me è stata una meravigliosa novità! Che dite voi, non ho messo tempo in mezzo, neanchè a farlo apposta avevo cotto i ceci il giorno prima, la bietolina era nell’orto e il resto non era un problema certo! Piatto poverissimo, non povero, poverissimo ma credetemi delizioso!
ingredienti:
un mazzetto grosso di bietoline 
250 gr. di ceci
400 gr. di pomodori pelati
1 spicchio d’aglio 
peperoncino piccante 
pane raffermo 
sale e pepe
olio extra vergine di oliva
Ci sono due modi, con i ceci già cotti o con i ceci da cuocere. Io vi racconto quello con i ceci già cotti che ce li avevo già pronti…
Preparate i ceci: il giorno prima mettete in bagno i piccinini in abbondante acqua e un pizzico di bicarbonato, il giorno dopo o comunque minino dopo 12 ore cuoceteli in acqua leggermente salata fino a che saranno morbidi. Io li metto nella pentola a pressione, 25 minuti e siamo pronti.
 
In un tegame di coccio fate soffriggere in un filo d’olio lo spicchio d’aglio, quando imbiondisce aggiungete le bietoline lavate e tagliate a pezzi piuttosto grossolani e avendo cura di togliete le coste troppo grosse che risulterebbero troppo dure. Fatele cuocere un po’ e poi aggiungete i pomodori pelati passati e un po’ di acqua. Salate e aggiungete un po’ di peperoncino macinato,  fate cuocere per una ventina di  minuti a pentola coperta. Aggiungete poi i ceci con un romaiuolo  della loro acqua di cottura e lasciate cuocere per altri 10/15 minuti. Aggiustate di sale, se necessario,  e servite caldissimo sopra le fette di pane toscano raffermo abbrustolite e condite con una passata  di aglio, olio evo e sale….. vi leccherete i baffi!!!
Con questo post chilometrico avrei intenzione di partecipare al contest di  cook n’book  

“Voglia di orto: Maramao perché sei morto?
nella categoria  secondi piatti essendo i ceci proteine vegetali

con quelle due lì, la Luisanna e la Maria di cui seguo sempre le geste gloriose in televisione fra pentole, fornelli e battute in toscanaccio!

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Avviso ai naviganti 16#….. E SON SODDISFAZIONI!!!

La Silvia e la Elle,  nella loro immensa sommitudine di giudici hanno decretato i miei cestini di pasta matta di farina di castagne una delle tre ricette finaliste del loro contest…. 

E SON SODDISFAZIONI!!!!!!!

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Quindi non mi rimane che aspettare l’esito finale…. ma intanto io il bannerino che sono arrivata tre lo metto lo stesso, permettetemelo!!!!
mi sento così….. 

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