« Siamo situati all’interno della natura; e dovrebbe essere posto fuori di essa il nostro inizio, la nostra origine? Viviamo nella natura, con la natura, della natura e dovremmo tuttavia non essere derivati da essa? Quale contraddizione! Fra altisonanti piatti che sfiorano il tetto del mondo tanto sono elaborati, composti, decomposti,strutturati, ridotti, stravolti, fra cuochi che secondo me non sanno più che inventarsi per stupire, fra ricette che hanno nomi lunghi km e quando poi vai a vedere ti accorgi che sono semplicemente fagioli borlotti conditi, fra tutte queste ostentazioni altisonanti, fra tutte queste volontarie ostentazioni altisonanti, fra tutte queste (bisogna trovare il coraggio di dirlo ogni tanto) ridicole scomposizioni (se deve essere fritto che fritto sia e non “carciofo in uovo e farina saltato in olio di semi di girasole bollente con aggiunta di sale integrale e profumo di…..” ) ma c’è qualcuno che si ricorda della cucina vera, quella semplice, quella di una volta, quella che si cucina con 3 ingredienti e magari due sono scarti? Già, perchè adesso siamo tutti dott. in cucinologia, siamo tutti meraviglie del mondo gastronomico, siamo dei geni. Si fa una minestra di patate , semplice liscia e lineare, e la si chiamo “potage”, che, si, insomma gli da un certo fascino, sai, la cucina francese… ma che potage e potage del cavolo: minestra di patate. Punto. Mi sono un po’ rotta le scatole di tutta questa ricercata ricercatezza, di tutta questa finzione: Mia nonna avrebbe detto: ma che vuoi dare sapore al sale?
E avrebbe avuto ragione. E allora, allora visto che io sono una popolana, visto che ho delle bellissime tradizioni culinarie toscane, e che soprattutto NOI SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO ho deciso di prendermi cura di me un po’ meglio e un po’ più attentamente attraverso il cibo. Sono stata da lunedì scorso in compagnia di un virus. Mi ha regalato febbre alta, dolori articolari per tutto lo scheletro (credo di aver avuto a un certo punto la consapevolezza di tutte le mie 206 ossa delle mani tanto di dolevano), mal di testa e annessi e connessi. Si è aggregato alla festa un attacco di sinusite e ho avuto anche, logicamente, la visita di un Herpes simplex che si è impadronito di una delle mie labbra: una settimana da Dio insomma. Comincio a riprendere fiato oggi, che non ho febbre, ma non mi dichiaro in forma. Sono stata 3 giorni senza mangiare, mi ero scordata di dire che ho avuto anche attacchi di vomito e diarrea, e a quel punto si sono preoccupati tutti: io che non mangio per 3 giorni, io che non cucino per 3 giorni, io che non posso neanche sentire l’odore del cibo per 3 giorni……allora sta male davvero! Mortacci loro! Ma sono sopravvissuta, risorgo dalle ceneri come una fenice (veramente mi sento un fenice un po’ azzoppata e parecchio abbruciacchiaticcia) e ho cominciato ad avere fame…. segno buono, si sono detti tutti. Ma non avevo voglia di niente. Di niente del solito. Ho passato in rassegna diversi ingredienti, alla fine mi sono accontentata di una minestrina semplice semplice con un brodino di verdura, da malata, insomma. Oggi che sono un po’ più in forma ho anche voglia di cucina e di cucinare qualcosa di buono, soprattutto di sano. Mentre ero in preda alla febbre (dovete sapere che per me a 36,9 E’ febbre, sono già un cadavere dolorante e piagnone) ho avuto le visioni: c’era la mia amica Lo che mi intimava di diventare vegana, c’era tutto il gruppo di Salutiamoci chi mi guardava con occhi sfavillanti di collera e che mi diceva che dovevo smettere con tutta quella “ciccia”, la Cami che povera piccola elfetta mi guardava e scuoteva la testa ripetendo anche lei “troppa ciccia” …… che mi potevo mangiare oggi se non orecchiette di farina di farro ai peperoni ? Mezza morta, leggermente disorientata ma dieci minuti di energia per farmi una bella pasta me li sono trovati….sia mai! per la pasta: 200 gr. di farina di farro 100 gr. di farina di semola di grano duro 50 gr. di farina di castagne acqua q.b. un filo d’olio extra vergine di oliva Impastate le farine che avrete prima setacciato con l’acqua e l’olio fino a che non diventanto morbide ed eleastiche. Lasciate riposare la pasta per una mezz’ora almeno a temperatura ambiente. Fate dei rotolini di pasta e tagliateli a misura e poi con il vostro ditone cercate di dargli la forma delle orecchiette facendoli scivolare su una forchetta. Le mie sono venute piuttosto piatte, ho dato la colpa al fatto che non ero molto in forma, qualcuno se la doveva prendere sta colpa, no? Intato prendere 12 peperone verde, 12 giallo e 12 rosso (in alternativa anche tutti di un colore vanno bene, meno cromatici ma buoni ugualmente) e tagliatelo a striscette. Mettetelo a cuocere in olio di oliva. A metà cottura aggiungete sale e pepe e delle olive nere. Finiti di cuocere con l’acqua della pasta che sarà densa di farina. Cuocete le orecchiette per una decina di minuti o anche più in abbondante acqua salata e un filo di olio e saltatela nel sughetto dei peperoni. Se volete potete grattugiarci sopra del formaggio ma anche no. Io ho grattugiato un po’ di sedano rapa che con il suo sapore pizzicante mi piace un sacco ultimamente. Mi sono ripresa un po’, pochino ma un po’ si… buona vita a tutti! |