Zuppa di castagne e porcini per dare il benvenuto all’Autunno

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musica per noi

X Ambassador, Unsteady

 

 

ultimamente mi sento un po’ così, barcollante, insicura, impacciata e anche un pochino disallineata da me.
due entità separate, la Sandra esterna che riesce bene o male a sorridere, a vivere, a muoversi nel mondo e poi l’altra, quella scura, impacciata, disallineata appunto. quella che io vedo quando mi guardo allo specchio. e non sono serviti i tagli di capelli, quella Sandra si è messa a sedere in poltrona, ha accavallato le gambe e mi ha guardato, sorniona, come per dire: vediamo che sai fare adesso.

la vocina, che non sai se sia la testa o la pancia, quella che comunque ti rema contro. quella che mentre tu fai il conto di tutto quello che hai, e non è poco porca miseria, quella che mentre tu conti le cose positive ti manda dei flash di tutto quello che non va. e ti tira giù. cara Miss Unsteady, caro il mio bastian contrario, sarebbe ora che la smettessi di remarmi contro.

siediti, siediti con me e rilassati. fammi questo santo piacere Miss U., rilassati. lasciami in pace, convivi con me ma lasciami vivere. smetti di mettermi in ridicolo, smetti di denigrarmi, smetti di annientare le mie energie. non te lo permetto più, mi voglio bene io, e vorrò bene anche a te. così forse capirai come si fa.

e per volermi bene mi concedo un giorno in cucina, cucinando con calma, con dolcezza.
cucinare mi avvolge, la preparazione dei cibi, il pensare quieto, la pacificazione dell’ansia mentre sminuzzo un fungo, mentre taglio la cipolla, mentre ascolto un po’ di musica. come farsi avvolgere da un manto dorato, un manto che tiene lontano il caos, che non lascia entrare altro che quiete.

 

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e scorro la vita mentre scatto attimi di presente che diventano subito passato ma che rimangono impressi in un fotogramma.  scatto il calore di un nido, di un posto sicuro, di pareti accoglienti che a volte non mi sembrano nemmeno tali.

 

zuppa di castagne e porcini

 

 

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questa è davvero la mia ricetta per la lietezza dello spirito,
le castagne sono il mio nettare degli Dei,
il mio conforto, una delle cose che amo di più in assoluto.
ho preparato questa ricetta per LA TOSCANA DI RUFFINO,
non avendola mai provata non avevo idea della prelibatezza di questa zuppa povera.
un consiglio spassionato per tutti gli amanti delle castagne:
se non la avete ancora fatta provate!

Ingredienti per la zuppa di castagne e porcini:

1 kg. di patate bianche
1 cipolla bianca
300 g. di porcini freschi
40 g. di castagne secche tenute in bagno 12 ore
10 castagne “bruciate”
1 fetta di pancetta stesa affettata fine
Olio extra vergine di oliva
Sale integrale marino, pepe nero

 

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preparazione:

In una pentola soffrigget e la cipolla con l’olio evo, aggiungete le patate pelate e tagliate a cubetti, i porcini tagliati a pezzi e lasciar insaporire aggiungendo un po’ di sale. Coprite con abbondante acqua calda e fate bollire.
Appena la zuppa bolle aggiungete le castagne secche tenute in ammollo per almeno 12 ore, chiudete il coperchio e fate cuocere per trenta minuti.
Frullate tutto con il mixer e continuate la cottura per altri dieci minuti aggiustando di sale.
Servite la zuppa caldissima guarnendola con qualche briciola di castagna “bruciata” (cotta sulla brace), la pancetta croccante e pepe nero macinato fresco.

 

le “bruciate”

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le bruciate sono quelle preferite dai bambini, sono quelli croccanti ma ancora morbide, profumate e dolci, fortuna che quest’anno dice sia un buon anno per le castagne!

ci voglio i marroni, quelli grossi e freschi, appena raccolti, deve essere incisa la buccia con un coltello e poi devono essere cotte in una padella di ferro sopra il fuoco acceso o appoggiata sulla brace. ricordatevi di scuoterle per evitare che si brucino!

alternativa moderna al fuoco il forno elettrico!

Con questa ricetta partecipo al #GFCalendar che questo mese è dedicato ai funghi di Gluten Free Travel & Living

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7 commenti

  1. La ricetta è deliziosa e unisce i cibi che più preferisco in autunno e in inverno! Per l’inizio del post ti posso dire che ti capisco benissimo, capisco benissimo quella vocina prepotente interna che ti fa svalutare, che non sa imparare, che ti fa dannare…Si barcolla, ma non si molla: ma poi come si fa a smettere di tremare e iniziare a camminare dritti, sereni, a testa alta? Come si fa a barcollare anche quando razionalmente e spassionatamente ci si vuole bene? Se perfino le cose che dipendono da noi, e sono certezze, riescono ad essere messe in ombra e in discussione sempre da noi stessi qual’è l’antidoto? Forse come hai fatto tu: volersi bene ancor di più, rilassarsi, cucinare con tanto cuore!

  2. Non lo so perché siamo così Sandra…perché anche se ci sono 1000 cose belle e buone, ci ostiniamo a tirar fuori quelle che non vanno…forse perché quelle che non vanno sfuggono al nostro controllo? E noi vorremmo poter controllare tutto? Non lo so. C’è che a volte accetto il mio essere inquieta, il mio salire e scendere…altre volte no, mi innervosisco, perché i miei umori sprofondano e mi tolgono le energie. E io fingo. Fingo che tutto vada bene, indosso il sorriso migliore e vado avanti. Poi, quando sono da sola, mi sfogo e mi lascio andare. C’è da resistere e da accettare/si. Punto. Si sale e si scende, giusto? E noi lo sappiamo bene…
    Ti abbraccio Sandrina e penso che questa zuppa sia qualcosa di meraviglioso…una coccola vera <3

  3. Sai che capisco tutto quello che dici, cara Sandra? In questo ultimo anno spesso mi sono messa di fronte a una me stessa da capire, da ri-conoscere, da scoprire… quasi una sfida, in bilico tra un volermi (vedere) nuova e l’aspettare di esserlo davvero… oggi sorrido, perchè mi accorgo che quel tempo e quella pazienza (che spesso mi è sfuggita di mano) ha portato dei frutti dolci come castagne e la fiamma di quel caminetto è tornata a riaccendersi… vedrai che accadrà, diamo fiducia all’autunno e ai semi che devono germogliare… mentre un musetto di micio curioso si affaccia sul futuro e io mi sciolgo, perchè mi ricorda il mio Tarallino appena trovato… 🙂

    1. è come se lo sapessi ma a volde dubito di questa sicurezza, della sicurezza che arriverà quel momento. è che la mia pazienza è sempre più debole.
      spero di cominciare a sorridere presto anche io. quel micio rosso era il mio preferito. si chiamava CicciBillo Ulisse Bino Bino….. un po’ lungo lo riconosco, Cicci per gli amici…. a presto Francesca, è sempre un grande piacere sapere che passi a trovarmi.

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