zuppa di cavolo e centopelle: viva il quinto quarto

 

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SUBSONICA, Tutti i miei sbagli

 

 

sapete che cosa è il centopelle?o volete che lo chiami omaso?

L’omaso è un organo che, assieme al reticolo e al rumine, fa parte del complesso prestomacale dei ruminanti. Esso è interposto funzionalmente tra rumine e reticolo da una parte e abomaso dall’altra e permette, nell’animale adulto, il transito delle ingesta fermentate al suo interno fino allo stomaco ghiandolare. La sua funzione principale è quella di riassorbire parte della componente liquida del materiale fermentato. Ciò avviene grazie alla presenza di numerose pieghe della parete (lamine omasali) che sporgono nel lume dell’organo. Queste lamine hanno lunghezza diversa (distinte in alte, medie, basse e bassissime) e forma di falce, sono rivestite da papille cornee e dotate internamente di fibrocellule muscolari lisce.

o voi che non amate il quinto quarto questo post non è per voi, ma, se come me, adorate le interiora in tutte le sue sfaccettature…. beh siete arrivati nel posto giusto perchè la zuppa di centopelle e cavolo nero è una delle cose più deliziose che potreste mai assaggiare. si, deliziosa. veramente, lo so che non vi sembra vero ma così è. il centopelle ha un sapore delicato, non è aggressivo. non è neanche brutto da vedere, anzi, sembra un merletto, un ricamo fatto con il tombolo, una trina d’altri tempi. certo, come la trippa fa parte dello stomaco dei ruminanti ma basta non pensarci e assaggiarlo.

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con tutti quei puntini, quelle lucenti striature che rifrangono la luce, quel bianco splendente….. su, dovete provare.

 

Centopelle con cavolo nero

 

 

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la ricetta in breve

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una nota personale: un percoso lungo e duro questo ultimo mio anno di vita, questi ultimi quattro anni per dire la verità.
pezzetti di vita che si sfaldano, pezzetti di quotidianità che si frantumano a contatto con la vita stessa che, si sa, non è mai troppo clemente nè troppo leggera.
ci sono periodi della vita, cicli, in cui tutto sembra andare a rotoli, in cui non si ha il timone di quello che ti succede intorno perchè NON SI PUO’ tenere tutto sotto controllo. ecco, i miei ultimi mesi sono stati così, nella quasi più completa impotenza per quello che mi succedeva intorno.
spero che le cose comincino davvero a riprendere una piega accettabile, se non altro una piega di “normalità” e di non eccezionalità come è stato fino ad adesso.
in tutto questo macello ci sono stati tanti amici, tante amiche, alcuni punti fermi che comunque mi hanno “puntellato” e mai lasciato cadere del tutto, piccole certezze, carezze virtuali, parole sussurrate e anche “sverniciature” quando ci volevano.
ho visto le cose diversamente con gli occhi degli amici, sono riuscita a vedere anche e comunque quello che di buono avevo e ho tutt’ora: un sacco di gente che mi vuole bene.
eppure, in tutto questo marasma, la mia vita professionale è cresciuta.
sono “cresciuta” nelle fotografie,nelle ricette.
ho avuto la fortura, e forse anche un po’ il merito, di partecipare ad un progetto speciale, bellissimo, intimo, ho potuto fare quello che più mi rilassa e mi piace e anzi, mi sono presa l’impegno di farlo professionalmente: ho cucinato e fotografato la Toscana, la mia Toscana.
tutte le ricette più  mie, della mia infanzia, tutte le ricette  antiche della Toscana, dal quinto quarto ai piatti sfarzosi della cucina di Caterina De’ Medici…. scusate se è poco.
e adesso che siamo alla fine del progetto, che siamo proprio in dirittura di arrivo, guardo a quello che è stato con nostalgia.
mi mancheranno gli incontri settimanali, le ricette, le ricerche, le fotografie, i set improvvisati con le mollette per i panni e le contorsioni più strane per scattare, le prove, le arrabbiature, le corse contro il tempo, i sorrisi dei miei compagni di viaggio.
spero davvero che ci possano essere altre occasioni insieme.

grazie di cuore a Francesco che mi ha fatto vedere quello che io non vedevo nelle mie foto, grazie all’Anna che aveva sempre una parola gentile e un’idea perfetta, alla Lidia, piccola grande donna che non si ferma davanti a nessun ostacolo, a Damiano e alle sue risate, all’Alice che se pure per breve periodo ci ha seguito, a Tommaso che supporta e sopporta, a Tommaso e Vincenzo che hanno fatto un gran lavoro con le mie foto. e grazie al cucchiaio. grazie a tutti.

 

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