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LE NOVE DI MONTEMIGNAIO
C’è un momento nella vita in cui le stelle si allineano perfettamente e tutto si incastra come gli ingredienti di una ricetta scritta dal destino. È quello che è successo a Montemignaio, piccolo borgo di pietra incastonato nel Casentino come una gemma antica, quando nove donne si sono ritrovate per tre giorni che sanno di eternità.
Nove anime diverse, nove storie che si intrecciano, nove voci che cantano all’unisono la melodia più bella: quella dell’amicizia autentica, quella che nasce quando si condividono farina e parole, impasti e confidenze, risate e lacrime di gioia.
I MATTINI MAGICI

I risvegli a Montemignaio hanno il sapore del panbrioche appena sfornato che ti accoglie come un abbraccio caldo. Quel profumo che si insinua nei sogni e ti accompagna dolcemente verso la veglia, mescolandosi ai fiori sui davanzali, al bosco delle montagne casentinesi e al canto degli uccelli che salutano l’alba. Le prime luci del giorno filtrano attraverso le persiane di legno, accarezzano le pietre antiche e si posano delicate sui volti ancora assonnati di nove donne che stanno per vivere qualcosa di speciale.
La cucina si anima piano piano. Il caffè gorgoglia nella moka, il latte si scalda con quella pazienza che solo le mattine di festa sanno avere. Le mani si muovono sicure, ognuna con il suo rituale: chi prepara i piatti, chi sistema i tovaglioli, chi apre la marmellata chi prende il burro fra sguardi assonnati e sorrisi luminosi. E al centro della tavola, lui: il panbrioche dorato e soffice, testimone silenzioso della magia che si compie quando le mani sanno trasformare semplici ingredienti in pura felicità, impastato insieme il giorno prima con aneddoti strani e acqua di mozzarella al posto del latte dimenticato.
Il burro si scioglie sulla mollica ancora tiepida, la marmellata scende come una cascata dolce e colorata. I primi sorsi di caffè sono quasi un rito, un momento di raccoglimento prima che la giornata esploda in tutte le sue meraviglie.
L’ARTE DEL PANE E DELLE PAROLE

Le mani nella farina sono come penne sulla carta bianca. Ogni impasto racconta una storia, ogni lievitazione è un respiro che fa vivere qualcosa di nuovo. Farine impastate insieme alle intenzioni e alle parole leggere e divertenti, il pane alle noci che prende forma sotto le dita incerte e reverenziali delle alunne, i semi che si mescolano all’impasto come stelle in una galassia di sapori, la schiacciata al rosmarino che profuma di estate e di ricordi d’infanzia.
Ma non è solo pane quello che nasce in quella cucina benedetta. Nascono storie, racconti che prendono vita da un incipit buttato lì come una sfida: “Sei in un bosco….”. Quattro piante magiche che si trasformano in infinite possibilità narrative, in universi paralleli dove tutto può accadere. Le parole volano come la farina nell’aria, si posano sui fogli come semi pronti a germogliare.
Nove donne, nove modi diversi di impastare, nove stili di scrittura che si contaminate a vicenda. C’è chi ha la mano ferma e decisa, chi carezza la pasta con delicatezza infinita. C’è chi scrive di getto, chi riflette su ogni parola come su ogni piega dell’impasto. E in questo miracoloso scambio di tecniche e idee, nascono pani che sanno di storie e racconti che profumano di lievito.
In giardino, il vecchio noce ci osserva con la saggezza centenaria di chi ha visto passare generazioni di donne, di storie, di amicizie. Ogni mattina ci accoglie con il fruscio delle sue foglie, ogni sera ci saluta con ombre che danzano sui muri di pietra. È il nostro testimone silenzioso, il guardiano di questi giorni preziosi.
Vicino alla sua chioma ci sediamo a leggere i nostri racconti, a condividere i pezzi di vita che abbiamo messo nero su bianco. Il noce sembra approvare con i suoi rami che si muovono dolcemente nella brezza, benedicendo ogni parola, ogni risata, ogni momento di complicità.
GLI APERITIVI CHE SANNO DI LIBERTA’

Quando il sole inizia a dipingere d’oro le pietre della casa, arriva il momento allegro: l’aperitivo. Non semplici drink, ma rituali di gioia che uniscono ancora di più questo gruppo di anime affini. Gli spritz che brillano come piccoli soli nei bicchieri, i mojito che profumano di menta e di estate, i carboidrati che diventano compagni di bevute e di confidenze.
E poi c’è lui: Johnny, il cocomero più famoso del Casentino. Seduto sul suo trono regale – un seggiolone da bambini che lo fa sembrare un piccolo re – ci guarda con i suoi occhi disegnati con il pennarello nero, sorride con la bocca che qualcuna ha tracciato con cura maniacale, ci saluta con i capelli che ondeggiano al vento. Johnny è diventato la mascotte di questo gruppo di pazze meravigliose, il simbolo di quella follia buona che ti fa sentire viva e alla fine è stato il protagonista dell’ultimo aperitivo del giorno dei saluti.
I RITUALI DELLA NOTTE DI SAN GIOVANNI

E poi arriva la notte più magica dell’anno, quella di San Giovanni, il giardino si trasforma in un teatro di antichi rituali. L’acqua che si prepara sotto le stelle, i fiori che si raccolgono sotto la luna piena, i desideri che si sussurrano nella notte tiepida. Nove donne che diventano streghe buone, custodi di tradizioni che sanno di sacro e di profano insieme.
Le mani si uniscono in cerchio, i cuori battono all’unisono, le voci si alzano in canti che arrivano dal fondo dell’anima. E in quel momento, sotto il noce complice e davanti a Johnny che veglia su di noi, capiamo che stiamo vivendo qualcosa di irripetibile.
NUTRIRE IL MONDO COME ATTO D’AMORE
Ogni pasto è una celebrazione, ogni piatto è una dichiarazione d’amore. Non importa chi cucina, perché tutte cucinano per tutte. Le mani si alternano ai fornelli, gli ingredienti si mescolano come le vite si intrecciano. C’è chi taglia, chi mescola, chi assaggia, chi racconta. La cucina diventa il cuore pulsante di questa casa, il luogo dove si compie la magia più bella: quella della condivisione.
E mentre il pane lievita e le storie prendono forma, nascono battute indimenticabili, quelle che ti fanno piegare in due dalle risate, quelle che ricorderai per sempre. Nascono complicità che vanno oltre le parole, sguardi che si capiscono al volo, silenzi che valgono più di mille discorsi.
LA SORELLANZA CHE NUTRE L’ANIMA

In questi tre giorni benedetti, nove sconosciute diventano sorelle. Non serve il sangue per creare una famiglia, bastano la farina condivisa, le parole scambiate, le risate che echeggiano tra le mura di pietra. Nasce un’intimità che va oltre il tempo, un affetto che sa di casa anche quando casa è lontana centinaia di chilometri.
Si scopre che la vera ricchezza non sta nei beni materiali, ma in questi momenti sospesi nel tempo dove tutto è possibile, dove ogni donna può essere se stessa senza maschere, dove la vulnerabilità diventa forza e la diversità ricchezza.
Il ritiro si chiama così, ma in realtà è un ritorno: al senso autentico dell’amicizia, alla gioia semplice del fare insieme, alla bellezza di essere donne in un mondo che spesso dimentica quanto sia potente la solidarietà femminile.
Quando i tre giorni finiscono e arriva il momento dei saluti, si sa che qualcosa è cambiato per sempre. Ognuna porta con sé un pezzo delle altre, una ricetta nuova, una storia scritta insieme, un ricordo che profuma di pane e di felicità.
Montemignaio, piccolo borgo di pietra, ha custodito per tre giorni il tesoro più prezioso: nove donne che hanno ritrovato la magia del vivere insieme, del condividere, del creare bellezza con le proprie mani e con il proprio cuore.
E il noce continua a vegliare, custode silenzioso di questi giorni perfetti, e ci attende per le prossime storie, le prossime donne, altre magie che nasceranno sotto la sua ombra benedetta.
se vi interessa la ricetta del panbrioche la trovate a questo link
Abbiamo apportato in corso d’opera una variante: mi sono dimenticata di comprare il latte e allora abbiamo usato l’acqua delle mozzarelle e aumentato di 10 g. il peso del burro. E’ venuto più scuro perchè abbiamo usato lo zucchero di canna integrale al posto dello zucchero semolato. E ci siamo divertite un mondo ad impastare insieme!
Un grazie di cuore a tutte le mie donne e a lei, la Guru del mio cuore, Elena Miniera, la donna che mi coinvolge e sconvolge sempre!
La prossima riunione non potete mancare.

3 commenti
Veramente giornate inusualmente semplici, divertenti e rigeneranti….
semplici come enorme “complimento”
descrizione riduttiva ma ..approfitto per mandare
un saluto da Stoccolma! dove sono giá “rivolata”
Camilla
ecco, allora ricordati di sfruttare tutte le tue ali oltre che alle gambe…. grazie di tutto!
Assolutamente!!!!