Pane sfogliato burro e acciuga: croccantezza e sapore in un morso

Sai cosa significa telepatia? è quando io non busso e tu apri la porta
Eduardo De Filippo

musica per l’impasto

nella vita precedente ero una tossica, una dipendente. non da una sostanza psicotropa, non da psicofarmaci, non da sostanza nociva e tossica, era una dipendenza diversa. io la chiamavo amore. ma non era amore, o almeno non solo amore, era la mia battaglia per costruire un sogno, il mio.
perchè io avevo un sogno, sissignori, avevo un sogno e ci ho provato pensando di aver trovato la strada giusta. ma poi mi sono perduta e non me ne sono neanche accorta. il sogno mi ha inghiottito, mi ha fagocitato, mi ha distrutto. e come si fa?
si fa. si ricomincia. da dentro. si analizza, si scava, si cerca. senza tregua, senza mollare, cercando e sporcandosi le mani. e si vede, non si guarda, si V E D E quello che non si vuol vedere. ho visto dentro, dentro quello che non volevo vedere, quello che ho schiacciato e rintuzzato da tutta la vita dentro, giù, in fondo. per paura.
paura di che, dirette voi, che c’era di così terriBBBile?
io. c’ero io.
ed era così pauroso guardarsi? era così pessimo, così cattivo, così torbido da aver paura di guardarsi?
alla fine no, non lo è stato. è stato come entrare in una luogo bianco, abbagliante e vedere quel cubo senza limiti e confini, nero pece, in mezzo. riluceva da quanto era nero, ed era lì, dove era sempre stato. immobile. remoto. cattivo. ma sono entrata, questa volta sono entrata, non ho avuto paura di lui, o meglio ho avuto paura, una paura fottuta, ma non ne potevo più di stare fuori, e, basta, era il momento: ci si poteva suicidare dentro quel cubo oppure no. e io sono entrata.
ed era come entrare nel posto di prima, bianco abbagliante. ehmbè? allora?
e c’erano pezzi di conchiglie, foglie di acero rosso del Canada, occhi di pernice e di Santa Lucia, piccoli folletti con le orecchie a punta, piatti di trippa alla fiorentina, onde del mare, pelle di serpenti, lucertole senza coda e gatti con gli stivali, cristalli di sale e profumi di sabbie. e pezzetti di cuore, sparsi ovunque. e da quei pezzetti uscivano fiumi di parole e sentimenti, quelli che io avevo accuratamente evitato di sentire. e ancora raggi di sole e arcobaleni spezzati, avena selvatica che ondeggia nel vento in prati infiniti, quadri iniziati e mai finiti, viole a mammola, canzoni, idee, sentimenti, risate, battute, insulti ma anche baci, quelli belli, dati con passione, baci pieni di promesse o di disullusione, baci annunciati e baci dati a bruciapelo. tutto un gran poutpourri di profumi, sapori, idee, delusioni, felicità, amicizia, affetto, amore, dolore.
era solo tutto un po’ in disordine, scompigliato, le “cose” avevano perduto il posto giusto, la giusta sequenza, l’ordine esatto. bastava solo avere il coraggio di entrare e di metterle in fila, di dedicare un po’ di fiducia a me.
certo, ci poteva essere anche un drago sputafuoco e tu potevi dire “drakaris” e far fuori tutto in un attimo, oppure ci poteva essere una bambina viziata, o una donna cattiva. ma non c’era, ho solo aspettato troppo tempo prima di avere quei 10 secondi di incosciente coraggio per entrare.
per sapere che mi basto, che non ho bisogno di niente perchè ho tutto io. è tutto dentro, come in ognuno di noi. e lo condivido con tutto il resto degli universi, conosciuti e sconosciuti.
ed ho ancora tanto da vedere, ancora tanto da scoprire su di me. sono anni che cerco, scavo, trovo e poi perdo. vietato arrendersi è la parola d’ordine.
dopo il pippone la ricetta….
Pane sfogliato burro e acciuga
In realtà la cosa è andata cosi, ho fatto burro e acciuga per i crostini di una cena fra amiche, è avanzato nel barattolo e quindi era in frigorifero che mi guardava con occhioni langhidi…. l’ho messo nel pane!

Pane sfogliato burro e acciuga
Equipment
- 1 Cocotte
Ingredients
- 400 g farina NUVOLA, Mulino Caputo
- 100 g farina tipo 0
- 20 g farina di riso
- 5 g farina di castagne
- 120 g licoli in secondo rinfresco
- 340 g acqua
- 20 + 100 g burro di centrifuga
- pasta d'acciughe
Instructions
- Setaccia le farine. Versa l'acqua nel licoli e aggiungi le farine, 20 g di burro fuso e amalgama grossolanamente con un cucchiaio. Lascia riposare un'ora nella ciotola coperto con pellicola per alimenti.Al termine del riposo ribalta l'impasto su una spianatoia infarinata e fai qualche giro di pieghe a tre: tranquilla, l'impasto sarà appiccicoso e poco maneggevole ma va bene così. Lascia lievitare di nuovo coperto con pellicola nella ciotola per un'ora circa e poi ripeti l'operazione pieghe e riposo per altre due volte almeno.
- All'ultima piega forma il pane: spolvara il piano di lavoro, distendi con le mani l'impasto in modo che sia un rettangolo, più grande e sottile è e meglio è..
- Intanto avrai lasciato fuori dal frigorifero al momento del primo impasto il burro in modo che diventi morbido. Mischia il burro con la pasta d'acciuga (a tuo piacimento, a me piace abbondante per esempio) aiutandoti con una forchetta.
- Distendi con una spatola il burro sulla superficie dell'impasto che hai disteso e poi forma il pane arrotolandolo e piegandolo su se stesso (vedi il link nelle note per come si forma il pane), mettilo nel cestino di lievitazione ben spolverato con farina. Copri con la cuffietta e mettilo in frigorifero a lievitare per 12/16 ore oppure lascia lievitare a temperatura ambiente fino al raddoppio.
- Trascorso il tempo di lievitazione "esci" l'impasto dal frigorifero, ribaltalo su un foglio di carta forno e inseriscilo nella cocotte, che sarà stata in forno ad arroventarsi a 250°C. Copri con il coperchio la cocotte e inforna.
- Cuoci per 25 minuti a 250°C, togli il coperchio e cuoci altri 25/30 minuti. A fine cottura lascia raffreddare il pane su una griglia.
Notes

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