Musica consigliata:
i crostini di fegatini di pollo, si, come li faceva mia nonna.
e prima di lei la sua nonna, e prima ancora la sua nonna…..
possiamo arrivare con la memoria alla metà del 1800, un paio di secoli fa.
perchè all’epoca non si buttava via proprio nulla e i fegatini di pollo, che non erano molto graditi alle mense dei signori, i contadini li recuperavano volentieri: proteine gratis.
in casa mia le frattaglie sono sempre state usate, per tradizione e per rispetto.
rispetto dell’animale che uccidevi, che dava la sua vita perchè tu ti nutrissi e rispetto per chi aveva meno di te e non aveva proteine nobili da mangiare. quindi non si buttava via proprio nulla. mi ricordo quando ancora bambina sentivo parlare di “uccisione del maiale” e non capivo bene, non mi figuravo questo grosso animale rosa che potesse essere ucciso per farci insaccati e bistecchine da cuocere alla griglia. e dell’animale non si buttava via niente se non gli zoccoli.
ma la vera leccornia, quella che mia nonna cucinava e venivano a mangiare tutti i parenti stretti erano
le budellina di maiale. l’intestino dell’animale, aperto, pulito, tenuto in bagno per una settimana almeno, in varie acque di lavature con spezie varie e “drogate” con una mistura di spezie segreta, che solo in pochi sapevano, bollite per ore e mangiate con il pane sciocco, quello toscano.
e siccome io sono sempre stata una buona forchetta e curiosa di assaggiare, assaggiavo e godevo.
si, mi sento anche un po’ in colpa.
mia figlia da ottobre ha deciso di essere vegetariana, e per adesso non ha cedimenti.
capisco che il nostro modo di mangiare ci sta portando alla rovina, sia singolarmente che come civiltà, non possiamo continuare a mangiare per produrre, bisogna tornare a produrre per mangiare.
e dovremmo anche mangiare meno carne e meno pesce.
io ci sto arrivando gradatamente, intanto la carne non più di una volta alla settimana.
sto cercando di togliere dalle grinfie dei miei due uomini di casa gli affettati: risultato mugugni vari e musi lunghi.
ma io insisto.
ci provo insomma a fare un minimo, proprio un minimo per contribuire al mantenimento di questo mondo. nel mio piccolo, ci provo.
tornando a noi, questi sono quelli che Firenze si chiamano “crostini di fegatini”, semplicemente.