Pane di farina integrale di grano duro Senatore Cappelli

 

 

 

merletti di freddo

da ascoltare in cuffia,  per favore

Grace, Jeff Buckley

 

 

tu scrivi sulla mia pelle con un’inchiostro indelebile.
ci scrivi sopra, riga dopo riga, attimo dopo attimo, giorno dopo giorno.
con te è come correre su un filo di lana, come scappare in bilico su un burrone, di continuo.
e non ti puoi voltare indietro, non si torna indietro, mai.
quanti errori, quante cose non fatte o non dette. vorrei almeno riuscire a non commetterli di nuvo. vorrei una seconda opportunità per cambiare le cose, ma, si vive nel presente e non si puo’ tornare indietro. quante volte avrei potuto dire una parola e le cose avrebbero preso direzioni diverse. e chissà se poi sarei comunque arrivata qua.
com’è quel detto, tutte le strade portano a Roma? forse sarei comunque qua, a questo punto.
se faccio l’elenco di quello che mi hai dato insieme alla vita puo’ essere solo positivo. ho avuto, ho, tante cose, tante belle cose.
ho avuto la fortuna di avere due figli, sani, belli, intelligenti. ogni scarrafone è bello a mamma soja? si, certo ma è così, ho due figli “particolari”, belli, diversi ma incredibili.
ho avuto la fortuna di innamorarmi, per davvero, è andata come è andata, certo.
ci sono stati i bassi, tanti, ma gli alti…. gli alti sono stati veramente alti, come dovrebbe essere.
ho avuto e ho un splendida famiglia di origine, tanto affetto, tanta solidarietà, tanto.
ho un buon lavoro, vado volentieri a lavorare tutte le mattina e scusate se è poco.
ho avuto la soddisfazione di poter pubblicare un libro di mie fotografie, ho lavorato con professionisti che però sono stati amici.
ho sempre avuto tante amiche, tanti amici che ci sono sempre stati, nel bene e nel male.
quindi, mio caro signor TEMPO, vieni, scorri, passami addosso, io sono qua, non scappo, con tutti i miei capelli bianchi, le mie rughe, i miei problemi. forza, che sarà mai un anno di più se non un giorno solo in più a ieri?
ma sono qua, ad aspettare quello che vorrai concedermi e cercherò di fare del mio meglio per vivere.
mi piegherai, perchè alla fine vincerai tu, ma fino a che potrò ti darò del filo da torcere. ti prometto che non mi arrenderò facilmente.

ore 7.57 – una conversazione con una delle mie più care amiche, wath’s app

io       – Palmira buongiorno
lei      – Buongiorno Nilde
io       – Stamani non mi ricordo nulla di quello che devo fare. Mi scappano le cose di mente come nuvole nel cielo.
lei      – Torneranno come le rondini di privamera. Per ora ricordati almeno che ti voglio bene.

 

Pane di farina BIOLOGICA di Grano duro Senatore Cappelli – 72 ore di lievitazione

Con questa ricetta partecipo a Panissimo#46,
la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da
Sandra di Sono io, Sandra,
e Barbara, di Bread & Companatico, questo mese ospitata da

Stefania, Cardamomo & Co.

 

 

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Zuppa di castagne e porcini per dare il benvenuto all’Autunno

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musica per noi

X Ambassador, Unsteady

 

 

ultimamente mi sento un po’ così, barcollante, insicura, impacciata e anche un pochino disallineata da me.
due entità separate, la Sandra esterna che riesce bene o male a sorridere, a vivere, a muoversi nel mondo e poi l’altra, quella scura, impacciata, disallineata appunto. quella che io vedo quando mi guardo allo specchio. e non sono serviti i tagli di capelli, quella Sandra si è messa a sedere in poltrona, ha accavallato le gambe e mi ha guardato, sorniona, come per dire: vediamo che sai fare adesso.

la vocina, che non sai se sia la testa o la pancia, quella che comunque ti rema contro. quella che mentre tu fai il conto di tutto quello che hai, e non è poco porca miseria, quella che mentre tu conti le cose positive ti manda dei flash di tutto quello che non va. e ti tira giù. cara Miss Unsteady, caro il mio bastian contrario, sarebbe ora che la smettessi di remarmi contro.

siediti, siediti con me e rilassati. fammi questo santo piacere Miss U., rilassati. lasciami in pace, convivi con me ma lasciami vivere. smetti di mettermi in ridicolo, smetti di denigrarmi, smetti di annientare le mie energie. non te lo permetto più, mi voglio bene io, e vorrò bene anche a te. così forse capirai come si fa.

e per volermi bene mi concedo un giorno in cucina, cucinando con calma, con dolcezza.
cucinare mi avvolge, la preparazione dei cibi, il pensare quieto, la pacificazione dell’ansia mentre sminuzzo un fungo, mentre taglio la cipolla, mentre ascolto un po’ di musica. come farsi avvolgere da un manto dorato, un manto che tiene lontano il caos, che non lascia entrare altro che quiete.

 

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e scorro la vita mentre scatto attimi di presente che diventano subito passato ma che rimangono impressi in un fotogramma.  scatto il calore di un nido, di un posto sicuro, di pareti accoglienti che a volte non mi sembrano nemmeno tali.

 

zuppa di castagne e porcini

 

 

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incredibili magie: COOKSTOCK 2016

 

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Hallelujah, Acustic guitar, Manuele Colamedici

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li vedete questi due sopra? ecco, questi due sono lo spirito di quello che è stato Cookstock 2016. come vogliamo dire? solari? allegri? incoscienti? si. possiamo dirle tutte e tre. così è la gente del Cavolo, soprattutto incosciente e coraggiosa, e, volendo, meravigliosa.

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