Musica per l’ascolto
hanno regalato una busta di topinambur all’inquilino abusivo che vive ancora con me, Lorenzo, il mio magnifico figlio (come dicono a Napoli, ogni scarrafone è ballo a mamma soja)
insieme c’erano questa meravigliosi piccoli e imperfetti cavoletti di Bruxelles.
Lorenzo lavora in un paesino in collina, fra le vigne e il bosco, in uno di quei paesini che hanno d’Inverno 230 abitanti e d’Estate si popola con i villeggianti dato il clima leggermente meno afoso della pianura della Valdisieve. quindi ha modo di conoscere coltivatori diretti, questi meravigliosi coltivatori diretti che si sporcano le mani con la nuda terra per il nostro palato: e scusate ma la differenza fra la “merce” del supermercato e la loro si sente e si sente anche molto, piccole perle di sapore.
comunque, il coltivatore dei topinambur, non ho capito bene se lui li coltiva o se li ritrova abusivi in mezzo alle altre coltivazioni di verdura, ha chiesto a Lorenzo: “ma se io ti porto i topinambur tua mamma mi suggerisce una ricetta che io mi sono stufato di mangiarli lessi?” potevo forse dire di no a una cosi gentile richiesta? quindi, topinambur e cavoletti di Bruxelles a km 0, coltivati con amore e senza pesticidi: ci vado a nozze.
sformatini, ho pensato immediatamente, ancora prima di averli fra le mani, sformatini…..
guardate che belli, con la terra attaccata addosso, con le foglie imperfette, con le radici ancora attaccate, il profumo che ci si immagina….