Eclair alla crema chantilly

Eclair alla crema chantilly

eclair alla crema chantlly ……

si potrebbero aprire diverse polemiche sulla crema chantilly.

quella che noi comuni mortali, anche nelle pasticcerie, chiamiamo CREMA CHANTILLY è in realtà la CREMA DIPLOMATICA, fatta con la crema chantilly (panna montata con lo zucchero) e la crema pasticcera (latte, uovo, farina)

riepilogando:

la CREMA CHANTILLY è la panna montata con lo zucchero a velo

la CREMA DIPOLOMATICA è la cfrema chantilly mischiata alla crema pasticcera.

non si accettano reclami o polemiche, la storia è questa ed è così. punto e basta.

ne ho prese troppe di discussioni e vi assicuro che è così.

comunque, la crema chantilly è facilissima la pasta choux per le eclair richiede invece qualche piccolo accorgimento.

Eclair alla crema chantilly

Gorillaz, Feel Good Inc

musica consigliata per l’impasto

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Mini caprese al cioccolato

Mini caprese al cioccolato

mini caprese al cioccolato

Avevo voglia di amare così come a volte si ha voglia di piangere

Albert Camus, Lo Straniero

ho un circolo di amiche, qualcuna “nuova”, qualcuna vecchia. di solito ci ritroviamo una volta al mese per fare un incontro di libroterapia, della serie le Guru ci danno un libro da leggere relativo al chakra di riferimento e noi, una volta letto, ne parliamo insieme fra un bicchier di vino e un taralluccio.

ho un circolo di amiche, qualcuna la conosco da sempre, altre sono di breve conoscenza ma non meno importanti.

il più delle volte non riesco a leggere il libro, lo spelluzzico, lo leggiucchio per “dovere”. sono sempre stata eccentrica, invecchiando lo sono diventata ancora di più e quindi se le prime pagine del libro non mi prendono come dovrebbero di solito lo abbandono nella pila sul comodino dei non letti. però vado sempre alle serate di commento anche se rischio di prendermi le sverniciate delle Guru in questione.

ma mi sopportano, gliene sono grata, con tutte le mie paturnie e tutte le mie idiosincrasie, mi prendono come sono senza giudicare e sensa brontolare. e questo mi piace.

avete una cosa del genere? se non l’avete trovatevene una, un circolo di donne con la vita addosso, con tutte le ferite e le cicatrici ben esposte in bella mostra e con lo sguardo amoroso che sono pronte a raccattarvi e a ridere con voi e di voi e di qualunque cosa

ho letto da qualche parte che un abbraccio di trenta secondi è curativo, risveglia l’ossitocina, il cortisolo, riduce lo stress, rinforza le difese immunitarie: ho deciso di abbracciare e di farmi abbracciare più volte al giorno e quando sono con loro mi viene proprio naturale. ma deve essere un abbraccio vero, quello che ti vibra dentro, quello che ti fa sentire tutto l’affetto e la condivisione di chi te lo regala.

se avete bisogno di amiche così, di scambi e di pensieri puliti, di abbracci e di coccole, di risate, provate a guardare questo link, lei è il nostro guru, ha una “Ferrari”, due figli bellissimi, un sacco di fiori di Bach, montagne di libri, cristalli, pendolini tarocchi e un cuore enorme.

e forse vi interessa anche questo:

la prossima data nella prima settimana di Maggio, se volete partecipare, vi ricordo che potete andare a iscrivervi o a curiosare al link sotto:

l’Atelier delle parole

Elena Miniera

online su piattaforma skype, gratis e divertente

musica per leggere o per scrivere

Ludovico Einaudi, Experience

Mini caprese al cioccolato

e sotto, finalmente, la ricetta

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Panbrioche filante

Panbrioche filante

non lo so se è francese, il panbioche filante, lo chiamano anche così ma non lo so se è francese. nel senso che, non lo so se la ricetta è francese o triestina, non lo spaccio quindi per francese, lo spaccio semplicemente per quello che è: bono da morire……

è andata così: torno a casa dal lavoro scoglionata come una quercia che ha perso tutte le foglie alle tre del pomeriggio e svengo sul divano.

si, perchè io non mi siedo sul divano, o non mi butto sul divano, io sul divano ci svengo perchè è automatico che come mi appoggio, qualsiasi ora sia, io mi ci secco, mi ci piomdo, mi ci addormento, ci svengo, appunto, svengo sul divano. è riprovato che io più di dieci minuti completamente sveglia sul divano non ci resisto.

dicevamo, torno a casa alle 3 di pomeriggio e svengo sul divano, con l’intenzione di svenire. ultimamente Morfeo mi alletta molto per le pennichelle pomeridiane. fosse per me dormirei dalle 9 alle 11 di sera e poi mi riaddormenterei alle 6 del mattino per poi bighellonare ovunque per casa fra la via della cucina e quella della camera.

dicevamo, e 3, svengo sul divano con l’idea di lasciarmi vincere e invece non svengo. mi prende l’inquietudine, la smania e ferma non ci sto. metto un po’ di musica di sottofondo e decido che, per iniziare, rinfrescherò il Ragazzo, il lievito in coltura liquida, il lievito madre, lui. apro il frigo ed estraggo rocambolescamente il vasetto del ragazzo da dietro ad altri millemila vasetti e lo apro per lasciar acclimatare. nel mentre, o non mi casca l’occhio sul lievito di birra? maledizione, stai a vedere che è scaduto….. mi incazzo quando faccio queste cose, non si spreca il cibo, in nessuna maniera. l

leggo la scadenza sull’etichetta: domani, scade domani, il primo giorno di primavera, il 20 Marzo 2024. si, perchè quest’anno l’equinozio di Primavera era il 20 di Marzo e non il 21 Marzo e fra qualche giorno, il 25, fa anche la luna piena, la microluna, la luna del verme, che è quella che tutti gli anni determina la data della Pasqua cristiana, (il variare della data è legato al calendario lunare e fu il Concilio di Nicea nel 325 d. C. a fissare che fosse celebrata nella prima domenica dopo il primo plenilunio che segue l’equinozio di primavera.) insomma, bisogna farci qualcosa con questo lievito.

la ricetta mi rimbomba nella mente da un po’ ma mi sono sempre lasciata vincere dalla pigrizia. prendo la palla al balzo e mi impongo di farlo: il panbrioche filante.

quindi, non lo so se la ricetta è francese ma, ripeto, per essere bono è bono e fila pure.

comincio, con sommo sacrificio a leggere gli ingredienti, a pesarli, a sistemarli. e poi mi viene la brillante idea: faccio i video della ricetta, c’è una luce bellissima, bisogna sfruttare la dolcezza di questa luce.

ora, voi mi capite bene, tra l’essere svenuta sul divano e fare una VIDEORICETTA la strada non è breve ma è anche in salita e tutta piena di curve. ma è risaputo che io sono io e che quando mi prendono i sacri fumi dell’impasto entro in trans agonistica e non mi ferma nessuno.

allestisco il set, metto tutti gli ingredienti, apro il cavalletto, metto la scheda nella Sony e l’appiccito sopra in postazione ottimale per luce, riflessi e quant’altro.

per farvela breve, per finire la videoricetta mi sono alzata la mattina dopo alle 6……

si, lo so, non è normale ma ormai non me lo chiedo nemmeno più, mi assecondo con dolcezza, come fossi una bambina che ha bisogno di essere assecondata da qualcuno che le vuole bene e, quindi, mi lascio fare con pazienza.

non mi brontolo più perchè mi stanco come un maratoneta e mi ci vogliono tre giorni per riprendermi, quando mi viene voglia di farlo lo faccio e basta, niente sensi di colpa, anzi cerco di essere felice e di godermi ogni attimo. il risultato non è determinante, se sono venuti male, i video, non importa, mi è piaciuto la “meditazione” che ho fatto per filmarli. comunque.

comunque, i video li sto guardando adesso e vediamo se ce la faccio ad uscirne 30 secondi decenti, ve lo farò sapere. le foto sono pronte, mi manca la ricetta ma provvederò.

Musica consigliata per l’impasto

Talking Heads, Road to Nowhere

Panbrioche filante
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