Pane in cocotte

Achille Lauro, Marilù

La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione – Seneca

Pane in cocotte

l’ho bramata, sospirata, desiderata con tutte le mie forze e alla fine è arrivata, la cocotte Staub.

una collaborazione energizzante quella con @luigifantechi, con le donne soprattutto.

una corsa contro il tempo per le foto e le ricette ma la soddisfazione è stata tanta e di quelle belle, grazie alla Pamela, alla Viviana e alla Alice, donne in movimento e con la testa piena di sogni.

e come non cominciare a panificare e cucinare nella cocotte?

compulsiva, sono diventata compulsiva, ho fatto il pane per tutto il condominio lo scorso fine settimana .

Pane in cocotte
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Cappellacci al manzo su crema di peperoni e caprino

Cappellacci al manzo su crema di peperoni e caprino

Invisible Dress, Sanah

di pasta fresca ci vivrei se non fosse che a volte mi faccio prendere dalla pigrizia e mi pare troppo mettermi a prepararla.

invece quando sono li che impasto mi do della bastarda perchè in mezz’ora si possono fare miracoli e meraviglie, basta averne voglia.

in trenta minuti, sissignori, in trenta minuti si puo’ fare la pasta fresca: dieci minuti per impastarla, mezz’ora di riposo in cui potete mettervi sul divano a leggere o a guardare la tv, altri venti minuti per riempirla e chiuderla o per stenderla in spaghettini, tagliatelle, maltagliati.

e quando la scoli e la senti, perchè la pasta fresca si sente mentre bolle, quel profumo di farina di semola che entra nel naso e non lo lascia, il profumo che accarezza l’anima e la pancia, la scoli e la adagi con amore sul suo fondo o la condisci anche semplicemente con un filo di olio buono e formaggio…. ecco, in quel momento si scorge la bellezza del mondo.

questi cappellacci sono particolarmente buoni, e non lo dico io, ho gli assaggiatori preposti che sono rimasti molto molto molto soddisfatti e hanno detto che questa è una ricetta da replicare senza indugio.

protagonista l’olio bono, l’olio extravergine di oliva IGP Toscano perchè per il buono con il buono fa buono per forza.

Cappellacci al manzo su crema di peperoni e caprino
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Ciambellone vaniglia e cacao

ovvero il ciambellone della Mara

Ciambellone vaniglia e cacao

In the morning, The Coral

musica consigliata per l’impasto

una Domenica esosa, con poca luce, di quelle che vanno e vengono, il sole che fa capolino fra le nuvole.

dato che siamo in zona rossa e non si puo’ uscire (chissà come ricorderemo questo periodo fra qualche anno) mi sono messa a cercare un canovaccio ricamato che ricordavo essere stato in casa da sempre e che mi sarebbe stato utile per le fotografie. cercare nelle scatole “dimenticate” è come scavare nel cuore: si trovano ricordi, pezzettini di te che appartengono a un’altra era, foto scolorite, sorrisi con gli occhi, affetti antichi.

ed è così che rovistando in una vecchia cassapanca piena di ricordi ho visto spuntare un rotolo di carte, ingiallite e sbertucciate, avvolte da un nastro rosso di raso con un bel fiocco.

curiosa lo sono per natura figurarsi se non guardavo cosa erano quei foglietti arrotolati e consumati dal tempo.

e mentre li srotolavo mi si stringeva il cuore e mi si riempivano gli occhi di nostalgia.

ricette, ricette scritte a mano, macchiate di farina e di burro, quasi profumavano ancora di zucchero a velo. le ricette di mia mamma.

fra quei fogli, fra tante ricette quasi tutte di dolci, ho trovato sei ricette diverse di ciambellone, il semplice e normale ciambellone della mamma, sei ricette diverse ma simili, quella con lo yougurt o quella con il latte o quella senza burro…..


la prendevamo sempre in giro io e mio fratello, la Mara, perchè, nonostante disseminasse ricette scritte su supporti di fortuna, non le seguiva mai, usava quello che trovava in frigorifero e non pesava mai niente e di conseguenza il ciambellone non era mai lo stesso.

li chiamavamo i “bancali” perchè erano buoni, profumatissimi e saporiti ma non proprio soffici ecco.
la mattina a colazione però, intuffati nel latte erano meravigliosi.


e come era bello quando alzavo il telefono e sentivo la sua voce divertita che mi strillava:
Sandra, ho fatto un bancale, vieni a prenderne un pezzo!”

Ciambellone vaniglia e cacao
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