Panini all’olio con li.co.li e gli ultimi scampoli d’estate

 

per le orecchie, a tutto volume, grazie
 
dal faro di Piombino in un giorno di mezzo sole

 

 

Le cose belle della vita spettinano

Il mondo è pazzo,
è decisamente pazzo:le cose buone ingrassano,
le cose belle costano,
il sole che ti illumina il viso, fa venire le rughe.

E tutte le cose veramente belle di questa vita, spettinano:

Fare l’amore spettina,
ridere a crepapelle spettina,
viaggiare, volare, correre, tuffarti in mare, spettina.
Toglierti i vestiti spettina.
Baciare la persona che ami spettina.
Giocare spettina.
Cantare fino a restare senza fiato spettina.
Ballare fino a farti venire il dubbio
se sia stata una buona idea metterti i tacchi alti stanotte
ti lascia i capelli irriconoscibili…

Quindi ho deciso che ogni volta che ci vedremo
avrò sempre i capelli spettinati!
Tuttavia non dubitare
che io stia vivendo il momento più felice della mia vita,
è la legge della vita:
sarà sempre più spettinata
la donna che scelga il primo vagoncino sulle montagne russe
di quella che scelga di non salire…
Può essere che mi senta tentata
di essere una donna impeccabile,
pettinata ed elegante dentro e fuori.
Questo mondo esige bella presenza:
pettinati, mettiti, togliti, compra, corri, dimagrisci,
mangia bene, cammina diritta, sii seria…
Forse dovrei seguire le istruzioni
però quando mi ordineranno di essere felice?
Forse non si rendono conto
che per risplendere di bellezza,
mi devo sentire bella…
la persona più bella che possa essere!
L’unica cosa veramente importante:
quando mi guardo allo specchio,
vedo la donna che devo essere.

Perciò, ecco la mia raccomandazione a tutti donne e uomini:
abbandonati,
mangia le cose più buone,
bacia,
abbraccia,
balla,
innamorati,
rilassati,
viaggia,
salta,
vai a dormire tardi,
alzati presto,
corri,
vola,
canta,
fatti bella,
mettiti comoda,
ammira il paesaggio,
goditela
e soprattutto lascia che la vita ti spettini!

Il peggio che può succederti
è che sorridendo di fronte allo specchio
tu debba pettinarti di nuovo!

(Anonima)

Io sono sempre stata per la vita “spettinata”.

Io sono quella che si è sempre buttata in imprese titaniche, quella ottimista fino allo sfinimento, quella che se c’è da partire si parte, lo spazzolino da denti me lo porto sempre in borsa.
Io esco per fare la spesa e mi ritrovo al mare a prendere un caffè.
Io sono quella che “domani è un altro giorno”, e lo sapete bene, io voglio vivere e non  sopravvivere,  e ci ho sempre provato e sempre continuerò a farlo.
Mi piace mangiare bene, mi piace il buon vino, mi piace la compagnia e mi piace ridere a crepapelle, mi piace correre e viaggiare lenta, mi piace il freddo ma anche il caldo, mi piace il mare, mi lamento ma quando mi sveglio in piena notte e non riesco a dormire trovo quelle ore assolutamente deliziose, come se fossero rubate al sonno per fare qualcosa di buono. Avete visto di recente l’alba? Adesso che si avvicina l’inverno arriva veloce, in un momento i colori appaiono dal buio della notte e tutto si svela.
Mi piace vivere, e mi piace vivere bene, non con molti soldi ma con molti amori, con molte passioni, con molti affetti. Che la lietezza sia con noi!

E questi sono i

panini all’olio fatti con il mio li.co.li.

(e sono soddisfazioni) per gli ultimi scampoli d’estate in questo ottobre ancora assolatio.

 

 

Ingredienti:

500 gr. farina  tipo 0
100 gr. farina di kamut
300 gr. abbondanti di li.co.li. rinfrescato 3 volte e bello attivo
sale integrale siciliano
acqua q.b.
olio extra vergine di oliva
Fate gli pseudo-rinfreschi del licoli e quando il ragazzo è bello attivo impastate con le farine che avrete setacciato e mischiato insieme con un bel pizzico di sale integrale. Impastate bene, se lo fate a mano metteteci amore.
Io impasto sempre a mano, mi rilassa e mi rimette in pace con il mondo e con la vita. Sentire il glutine che si scioglie sotto le mani, vedere formare tutte le bollicine dall’aria che entra e si insinua fra le farine e l’acqua mi da una gran bella soddisfazione.
Aggiungete 5/6 cucchiaio di olio  evo e continuate a impastare aggiungend acqua al bisogno.
Formate una bella palla e incidetela in modo che lieviti meglio. Mettetela a lievitare almeno per 4/5 ore.
Io adopero il forno vuoto con la luce accesa, funziona che è una bellezza! Quando l’mpasto sarà lievitato, piu o meno deve essere raddoppiato, dividetelo in pezzi e modellate velocemente delle baguette lunghe una 30 di cm o comunque qualunque altra forma vogliate.
Rimettere a lievitare questa volta dovrebbe bastare un’oretta circa.
Prima di informare spolverare con sale e spennellare con olio extra vergine. In forno a 200à per 15 minuti circa.
Farcibile come preferite, io ho optato per prosciutto salato del Casentino, pecorino e insalta….
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2.0: tutti a cena sul web sabato 27

Tutti a cena con Massimo Bottura e il suo risotto cacio e pere  per  la prima cena mediatica d’Italia.
Sabato 27 ottobre tutti a cena con il parmigiano reggiano, non manchiamo, mi raccomando…
vi lascio tutti i link possibili e immaginabili

su faceboock 

 sul web

la ricetta direttamente su you tube….

ragazzi, ci troviamo tutti virtualmente insieme a cena sabato 27 ottobre con il PARMIGIANO REGGIANO!

Bottura, per altro, è
originario dell’Emilia Romagna, vale a dire quella terra colpita e
sconvolta dal terremoto della scorsa primavera: quella terra in cui,
guarda caso, il Parmigiano viene prodotto. Insomma, la Parmigiano
Reggiano Night si presenta come un evento finalizzato a dare un
contributo di solidarietà, metaforica e reale, alle famiglie interessate
dal sisma. Non è un caso che il risotto rappresenti la pietanza tipica
delle condizioni di difficoltà: il riso è frutto dell’umile lavoro delle
mondine, e rappresenta la passione e la fatica della ricostruzione. 
Tutti
i cittadini italiani sono invitati a preparare una ricetta e a
condividerla, testimoniando il loro impegno, fotografando il piatto e
postando le immagini sulla pagina Facebook dedicata, all’indirizzo: https://apps.facebook.com/parmigianonight/
Ora
la Parmigiano Reggiano Night promette di coinvolgere l’intera
popolazione, grazie anche al sostegno di Massimo Bottura, uno dei
principi della cucina italiana. 
Vale
la pena, dunque, di mettersi dietro ai fornelli e preparare una ricetta
a base di Parmigiano Reggiano, magari proprio il Risotto cacio e pepe,
per sentirsi parte, il 27 ottobre, di un’unica grande famiglia, che
grazie alla cucina ha la possibilità di rendersi disponibile per aiutare
la terra emiliana.
Sarà sufficiente, poi,
testimoniare la propria partecipazione scattando qualche foto al risotto
ancora fumante, un piccolo contributo scritto, per sentirsi uniti a
tutti gli altri partecipanti. 
Grazie
al riso, cibo umile ma nutriente, emblema del lavoro e della fatica
(proprio i valori che in Emilia Romagna in questi mesi stanno conducendo
e favorendo la ricostruzione delle case, delle aziende, delle scuole e
di tutti gli edifici), e grazie al Parmigiano Reggiano, simbolo di una
terra laboriosa e silenziosa ma in grado di produrre vere e proprie
opere d’arte (e in questo senso il Parmigiano può essere assimilato alla
Ferrari), la Parmigiano Reggiano Night potrà prendere vita coinvolgendo
uomini e donne, grandi e piccini, veneti e siciliani, abruzzesi e
piemontesi, in un fantastico evento reso indimenticabile dal pepe della
solidarietà.
Se
pensi di poterci aiutare a diffondere questa iniziativa, fammelo
sapere, ti aiuto come posso. Se hai bisogno degli ingredienti, del
parmigiano o altro, posso aiutarti. Manca poco al 27, dacci una mano per
favore a far conoscere la prima cena web 2.0 della storia con un post
sul tuo blog o con una nota alla fine di un articolo o pubblicando il
video e la ricetta di Bottura che ti allego. 
Se ti piace Twitter, l’hashtag che stiamo facendo girare è #ParmigianoReggianoNight
 
a sabato allora!
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Le ballotte

per le orecchie
(io respiro)

per gli occhi

Mi raccontava la mia bisnonna Giulia,  nata nel 1895, che quando era bambina, prima della grande guerra, lei e la mamma quando era tempo di castagne partivano per andare a Castagno d’Andrea per raccoglierne e portarle a casa per l’inverno.  Castagno d’Andrea è un paesino ai piedi del passo del Muraglione, quello che dalla Toscana  porta in terra romagnola. Facendo un conto, adesso che non ho più 6 anni e che tutto non è solo  una favola, mi rendo conto che la Giulia e la sua mamma si facevano 32 km all’andata e 32 km al ritorno.
La Giulia mi raccontava che se erano fortunate trovavano un passaggio su un carro, altrimenti se la facevano a piedi fermandosi lungo la strada da dei parenti per mangiare e dormire. Le castagne erano necessarie, si faceva la farina, si seccavano ed erano una ottima fonte di nutrimento in quel tempo non consumistico, ci si toglieva la fame insomma. Loro partivano con il carrettino di legno vuoto e tornavano con il carretto pieno di pistolesi, la farina già macinata  e le castagne secche. Se erano fortunate riuscivano a portare via anche un po’ di marroni.
Si, perché i marroni sono le castagne scelte, quelle belle grosse e nobili, mentre le pistolesi sono quelle più piccoline, proprio quelle  a forma di castagna, con la puntina e il ciuffetto di pelini. Sono più piccole ma hanno un sapore secondo me superiore al marrone.
Pensando alle varie ricette per il Salutiamoci di Ottobre  da Azabel e visitando le tante meravigliose ricette già inserite mi sono accorta che non c’erano le Ballotte.
Le ballotte sono semplicemente le castagne pistolesi bollite con acqua, sala e finocchietto selvatico.
Capite bene che in tempi di magra  le ballotte sono state un’ottimo alleato contro la fame.

1 kg. di castagne pistolesi
1 pizzico di sale
finocchio serlvatico secco
acqua 
In una pentola di acqua abbondante aggiungete un pizzico di sale, il finocchio selvatico e le castagne. 
Fate bollire per  25/30 minuti e assaggiate, dovrebbero essere cotte.
Mia mamma mi raccontava che lei da bambina le sbucciava insieme a suo fratello e poi le schiacciavano con una forchetta per formare una grande palla da cui ognuno prendeva un pezzo, un modo per mantenerle anche da fredde. Ricordatevi che quando sono cotte dovete scolarle e sbucciarle ancora calde per togliere bene anche la pellicina. Come tutte le cose semplici sono buonissime.
 

questa va da Azabel    per il salutiamoci di Ottobre

buona vita a tutti!

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