per gli occhi
Mi raccontava la mia bisnonna Giulia, nata nel 1895, che quando era bambina, prima della grande guerra, lei e la mamma quando era tempo di castagne partivano per andare a Castagno d’Andrea per raccoglierne e portarle a casa per l’inverno. Castagno d’Andrea è un paesino ai piedi del passo del Muraglione, quello che dalla Toscana porta in terra romagnola. Facendo un conto, adesso che non ho più 6 anni e che tutto non è solo una favola, mi rendo conto che la Giulia e la sua mamma si facevano 32 km all’andata e 32 km al ritorno.
La Giulia mi raccontava che se erano fortunate trovavano un passaggio su un carro, altrimenti se la facevano a piedi fermandosi lungo la strada da dei parenti per mangiare e dormire. Le castagne erano necessarie, si faceva la farina, si seccavano ed erano una ottima fonte di nutrimento in quel tempo non consumistico, ci si toglieva la fame insomma. Loro partivano con il carrettino di legno vuoto e tornavano con il carretto pieno di pistolesi, la farina già macinata e le castagne secche. Se erano fortunate riuscivano a portare via anche un po’ di marroni.
Si, perché i marroni sono le castagne scelte, quelle belle grosse e nobili, mentre le pistolesi sono quelle più piccoline, proprio quelle a forma di castagna, con la puntina e il ciuffetto di pelini. Sono più piccole ma hanno un sapore secondo me superiore al marrone.
Pensando alle varie ricette per il Salutiamoci di Ottobre da Azabel e visitando le tante meravigliose ricette già inserite mi sono accorta che non c’erano le Ballotte.
Le ballotte sono semplicemente le castagne pistolesi bollite con acqua, sala e finocchietto selvatico.
Capite bene che in tempi di magra le ballotte sono state un’ottimo alleato contro la fame.
questa va da Azabel per il salutiamoci di Ottobre
buona vita a tutti!
26 commenti
Sandra…che bel racconto…qui non hanno un nome, ma le castagne bollite si fanno con l'alloro e anche qui si facevano per fame 🙂
un bacio domenicale
Brutta bestia la famme….noi non ne sappiamo niente, anzi noi siamo bravi a sprecare….. buona domenica piovosa!
È la mamma colei che si occupa di bollire alla perfezione le castagne che quando le mangi si sciolgono in bocca ma le dirò di aggiungere il finocchietto, per noi una novità visto che lei mette solo sale! ^^
Mi è piaciuto il racconto sulla nonna Giulia e la mamma, doveva essere proprio dura ma sapevano bene come fare rifornimento per i momenti di magro!
La semplicità e tradizione nel piatto ❤
Tanti baci
Cami :*
Cami, dì alla mamma che puo' usare il finocchietto serlvatico o anche dei semi di finocchio e, non escluso, le foglie verdi dei finocchi freschi….. profumano ancora di più! La nonna Giulia… a volte vorrei ricordarmi di più delle cose che mi raccontava… la memoria a volte si perde e non è giusto!
Ciao tesora!!!
La mia nonna invece era del 1897 e anche qui le castagne erano un alimento prezioso; venivano essiccate e conservate per l'inverno quando – bollite – venivano mangiate con il latte…
Adesso da noi le castagne e i marroni sono ugualmente preziosi, perchè a causa di un parassita, negli ultimi due anni la produzione è stata quasi nulla. Quando eravamo bambini più che le castagne bollite ci piacevano le caldarroste (le "burolle") che mio padre, armato di apposita padella bucata, preparava sul camino (nella mia casa paterna c'era – e c'è ancora – il camino anche in cucina)…. che voglia di mangiarle ancora!
Claudette
le "bruciate" Claudette! Anche a me piacciono un sacco, quelle fatte sul fuoco del caminetto che fa tanto casa, famiglia, amore….. sto aspettando che l'aria si raffreddi un po' per accendere il mio. Mi piace stare davanti al fuoco a leggere un bel libro!
Buona notte cara!
Grazie Sandra! Certo che questi racconti fanno riflettere, grazie per averli condivisi con noi 🙂
se pensiamo che sono passati solo 100 anni…. la vita doveva essere davvero difficile rispetto ad oggi per certi aspetti….
Che buone fatte così!!!
io mangio le castagne in tutti i modi! ciao Arianna!
una ricetta dai ricordi lontani…grazie per averla condivisa con noi:)
grazie a te per averla voluta leggere!
Tradizione bella e buona: il top! Anche io, per la mia ricettina di Salutiamoci, le ho cotte così, come faceva nonna 🙂 Che bei ricordi! Che bello questo post!
grazie tesoro!
Che voglia di castagne che m'hai messo!!
Fanno bene al cuore i tuoi racconti, grazie!Bacioni!
Si fa veloce, 20 minuti e le ballote sono pronte!
Ciao Sandra
Mi piacciono questi racconti del passato. Le done si spaccavano la schiena per sfamare la propria famiglia. Anche oi qui facciamo le castagne bollite, non mettiamo l finocchietto. Ciao.
altri tempi Giovanna, noi non ce la immagianiamo neanchè quella vita!
Baci
Ciao Sandra, le nonne erano di una pasta diversa! Mi è piaciuto leggere il tuo racconto, per non parlare delle ballotte che adoro. Bacione
Te lo immagini, 32 km per andare a prendere le castagne e noi sempre con l'auto sotto il c…..
baci!
Altro che palestra fitness di oggi! 32 km non sono uno scherzo: in montagna in autunno men che meno!
Buone le ballotte, sempre e comunque
la saggezza antica…. ma 32 km andata e ritorno! povera la mia nonna Giulia!
le ballotte sono sempre ballotte!
Ciao Sandra, sono passata da te per farti un saluto e per ringraziarti delle parole carinissime con cui hai commentato il mio "esperimento" video.
Un abbraccio!!!
sai quel vecchio modo di dire che dice
diamo a Cesare quel che è di Cesare?
Sei veramente forte Francy!
Anche per me le ballotte hanno il sapore di vecchi gesti e tradizioni antiche. Belle le foto. Ciao a presto.
Si, profumo di casa, vero?
ciao cara!