C.S.I. – Consorzio Suonatori Indipendenti
Lo del Mondo – 1193
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Canta Giovanni Lindo Ferretti dal 1993, con tutte le evoluzioni religiose e tutte le sue paure.
E io ho cantato, venerdì pomeriggio:
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è….. ma chi non c’è non mangia l’olio nuovo….
Si, venerdì abbiamo fatto la
“brucatura” delle olive. Perchè da noi non si dice raccogliere le olive, ma brucare le olive, come tante caprettine. Abbiamo pochi olivi, una sessantina in tutto, piccoli e stenti poichè il clima e la terra da noi non sono perfetti per loro. Siamo vicini all’Arno e quindi abbiamo la nebbia, il terreno è duro di sasso e di galestro, il vento imperversa incessante per tutto l’inverno: i nostri piccoli olivi stentano non poco.
A parità di anni ma 400 metri sopra si hanno alberi esattamente il doppio dei nostri. Ma noi testoni, in terra di vigne abbiamo piantato olivi perché per noi gli olivi sono sacri.
La raccolta si fa veloce, in un paio di giorni o meglio ancora di pomeriggi, gli olivi esposti a sud hanno carichi abbondanti ma gli altri….. carichi desolanti. Ma io ringrazio tutti i miei alberelli comunque, olive o non olive.
Abbiamo imparato a potarli da soli, a forza di errori e quest’anno, nonostante la stagione arida si sono visti i frutti della buona potatura. Quasi 150 kg. di olive più l’olivo ascolano per la salamoia. Le olive quest’anno hanno una resa dell’8% (anno scorso era del 14%), vale da dire su 100 kg di olive si hanno 8 kg di olio (più o meno equivalenti a 8 litri di ottimo olio verde). Comunque, sabato a pranzo ho lasciato cadere l’ultimatum:
chi vuole mangiare l’olio nuovo, quest’anno, si prepari alla brucatura degli olivi altrimenti …….nisba!
Mi hanno guardato con occhi assonnati (tutti appena alzati, il principe ereditario e la principessa sua ragazza e la furious girl) e hanno pensato che scherzassi. Hanno cominciato a preoccuparsi quando hanno visto le calosche fuori della porta e i cestini pronti con tanto di teli.
Hanno un po’ stornellato ma alla fine hanno ceduto e si sono rassegnati.
Ne è venuta fuori una giornata deliziosa, fra battute, risate e sbuffi. La Holly che ci correva intorno impazzita per il fatto di averci tutti insieme fuori con lei, si è mangiata un sacco di olive…. temo di avere un cane vegetariano, adora le olive, la pera, le noci e le nocciole, le pesche e l’insalata… bahhhh!
Comunque, al calar della luce abbiamo dovuto smettere per ricominciare il giorno dopo, il sabato, e portare le olive al frantoio. Siamo andati con i sacchi di cotone pieni di olive e siamo tornati con l’oro verde.
Sabato sera a cena……
Penne all’olio nuovo e una generossissima spolverata di
parmigiano reggiano, bruschetta di pane raffermo con aglio, fagioli lessi con il cavolo nero e con olio…..
Tutti insieme a cena con l’oro verde. Non ho certo raccontato una ricetta da chef, ho semplicemente raccontato un’eccellenza del mio territorio, un’eccellenza della Toscana. La cucina semplice, con gli ingredienti genuini alla fine paga sempre.
Vi lascio il testo della canzone linkata in apertura, secondo me i testi dei CSI sono paragonabili a poesia, a volte….
A tratti
Consorzio suonatori indipendenti
A tratti percepisco tra indistinto brusio
Particolari in chiaro,
Di chiara luce splendidi,
Dettagli minimali in primo piano,
Più forti del dovuto e adesso so
Come fare non fare, quando dove perché
E ricordando che tutto va come va
Come fare non fare, quando dove perché
E ricordando che tutto va come va
Ma non va, non va, non va, non va…
Nell’occhio inconsapevole di un cucciolo animale,
Archivio vivente della Terra,
Un battito di ciglia sonnolente racchiude un’esistenza
Spazio determinato, costretto dilatabile
Spazio determinato, costretto dilatabile mi incanta…
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
In toghe svolazzanti e lunghe tonache,
divise d’ordinanza tute folgoranti,
in fogge sempre nuove innumerevoli colori,
in abiti eleganti con la camicia bianca, la cravatta blu
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Consumati gli anni miei,
vistosi movimenti sulla Terra,
grandiosi necessari, futili patetici
Come fare non fare, quando dove perché
E ricordando che tutto va come va
Come fare non fare, quando dove perché
E ricordando che tutto va come va
Ma non va, non va, non va…
Non fare di me un idolo mi brucerò,
se divento un megafono m’incepperò,
cosa fare non fare non lo so,
quando dove perché riguarda solo me,
io so solo che tutto va ma non va,
non va, non va, non va, non va…
Sono un povero stupido so solo che
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Se tu pensi di fare di me un idolo
Lo brucerò,
Trasformami in megafono m’incepperò,
cosa fare non fare non lo so,
quando dove perché riguarda solo me,
io so solo che tutto va ma non va,
non va, non va, non va, non va…
Sono un povero stupido so solo che
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Se tu pensi di fare di me un idolo
Lo brucerò
Trasformami in megafono m’incepperò,
cosa fare non fare non lo so,
quando dove perché riguarda solo me,
io so solo che tutto va ma non va,
non va, non va…