potage di zucca gialla e porro aromatizzato alle castagne

potage di zucca gialla e porro aromatizzato alle castagne

potage di zucca gialla e porro aromatizzato alle castagne
siamo polvere di stelle
molecole e cellule in movimento, carbonio.
piccole stelle già morenti  ma piene
di sogni e di speranze
siamo così piccoli, perfetti, irripetibili
eppure anche così cattivi, così terribili
però,
anche quanta bellezza ci puo’ essere
in ogni essere umano

 

Potage di zucca gialla e porro aromatizzata alle castagne

potage di zucca gialla e porro aromatizzato alle castagne
ingredienti per due persone
300 g. di polpa di zucca gialla
pulita
2 grosse patate
5/6 castagne bollite
1 grosso porro
100 ml latte
50 g. di grouviere
olio sale e pepe
preparazione:
sbucciate le castagne e mettele a bollire
in abbondante acqua con un pizzico di sale.
una volta cotte (non esagerate con la cottura)
togliete le castagne e lasciate da parte l’acqua di cottura.
tagliate sia le patate che la zucca a dadini e immergeteli
in acqua fredda
intanto affettate il porro e lasciatelo rosolare
in un giro di olio
aggiungete poi la zucca e le patate debitamente
sgocciolate.
aggiustate di sale e far rosolare per 5 minuti.
aggiungete il latte e poi finite di
coprire tutto con l’ acqua di cottura delle castagne e lasciate cuocere per
almeno una ventina di minuti.
a metà cottura aggiungete le castagne bollite
una volta cotto tutto (le più ostiche sono le patate
e quindi assaggiate solo loro)
immergete il mixer dentro e frullate tutto molto bene,
più aria incorpora e meglio è.
rimettete sul fuoco e aggiungete i dadini di formaggio
fino a farlo fondere.
se volete guarnite con “bruscolini” di castagne
o con piccoli crostini di pane tostato, una spolverata di pepe
e…… buon appetito
potage di zucca gialla e porro aromatizzato alle castagne

 

potage di zucca gialla e porro aromatizzato alle castagne

 

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la cultura della pasta, a scuola da De Cecco

e ti capita, inaspettatamente di essere invitata a uno show cooking da un pastificio, da un famoso pastificio per la verità, dal pastificio De Cecco.
e come si puo’ rifiutare un così importante e  cordiale  invito?
accetto e di buona lena, entusiasta ed emozionata per dirla tutta, e  mi preparo a fare del mio meglio.
Lunedì mattina, mi alzo e parto baldanzosa…ma non sono partita tanto bene…
mi ero organizzata la sera prima, preparato tutto in modo che il mattino dopo avrei trovato tutto pronto e sarei arrivata intorno alle 7.30 al lavoro per poi scapparmene verso le 10.30 ed andare a Firenze allo show cooking. tutto organizzato e preparato se non che… o non vado a perdermi gli occhiali? v e n t i , dico venti minuti di ritardo per cercare gli occhiali che erano caduti sotto al cornicione del letto!
mannaggia! ma non mi lascio scoraggiare e parto.
arrivo a Firenze, parcheggio e vado.
la scuola di arte culinaria, il Cordon Bleu, nel cuore del centro storico di Firenze, è piccola ma accogliente, intima.
le persone squisite, disponibili, gentili come ti aspetti.
e poi vedi lui, Gennaro Esposito, chef stellato del ristorante Torre del Saracino,  imponente, sorridente, disponibile ad ascoltare ogni richiesta, anche quelle più stupide, che noi addetti  (ma anche no) ai lavori domandiamo.
e ti aspetti di vedere lo chef  che prepara prelibatezze e invece…..
invece la cultura della pasta!

una lezione interessantissima sulla pasta, su come riconoscere una buona pasta di semola, sui profumi, sui sapori, sulle consistenze.
una buona pasta si riconosce in cottura: se cotta non deve rimanere un’anima cruda dentro e deve mantenere una gradevole consistenza al palato.
noi siamo abituati a mangiare la pasta al dente e queste differenze si notano meno ma vi assicuro che ci sono, eccome se ci sono!
per esempio  sapete voi da cosa è dato il colore della pasta? avete notato che ci sono colori più chiari o più tendenti al rossiccio? 
il colore è dato dal calore in fase di estrusione ed in fase di essiccamento. essiccamento lento e quindi basso calore, colore chiaro, essiccamento veloce e calore elevato  colore più scuro.
è stato interessante capire le varie “anime” della pasta, la cottura, capire come funziona il De Ceccopensiero.  capire che nonostante la De Cecco sia il secondo gruppo a produrre pasta in Italia  e il terzo a livello mondiale, lo faccia ancora come se fosse quasi un artigiano, con passione, con la ricerca delle materie prime migliori, cercando grani in tutto il mondo per arrivare alla semola giusta, alla ricerca della perfezione del prodotto finale.
la De Cecco è l’unico stabilimento in Italia  con il mulino in sede, quindi si comprano i grani e si preparano le miscele a seconda della qualità del grano. di conseguenza quindi farina macinata fresca con tutti gli annessi e connessi: germe di grano, valori nutritivi, sostanze intere, crusca.
la semola De Cecco non è una polvere, è spessa, granulosa, corposa, bellissima al tatto, profumatissima.
e grazie a Gerardo Dalbon, tecnnologo alimentare, abbiamo capito e scoperto questi piccoli segreti ma importanti per il risultato finale.  soprattutto abbiamo capito la passione che sta dietro a questo stabilimento, la passione per la pasta, per la farina. 
nei piccoli particolari uscica fuori tutta, la passione, nel raccontare della lentezza dell’essicazione o  parlando delle miscele della semola o raccontando  dell’attenzione della famiglia De Cecco perchè il prodotto fosse sempre di ottima qualità a discapito anche del maggior guadagno.

la meraviglia è terminata con assaggi di pasta e di babà.
io non sono un’amante del babà ma questi….. ringrazio di cuore lo chef Gennaro Esposito per averci fatto assaggiare  questa sua prelibatezza.

ringrazio il pastificio De Cecco per questa breve ma intensa esperienza!

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piccole mele di pane e la musica delle parole

piccole mele di pane

piccole mele di pane

 

in questo mondo di sms, di cmq, di xke, di nn, di assolutamente si o assolutamente no …. io  a volte mi soffermo a pensare alle parole della nostra lingua.
il ritorno all’antico, a quelle belle parole magari ormai quasi desuete, di poco uso ma quelle parole romantiche, musicali, rotonde.
in questi tempi di clangore mediatico, centellino le vocali, ascolto danzare le sillabe, mi immergo nelle risonanze musicali delle parole.
bramo la facondia di un italiano puro, antico, atavico, ancestrale, primigenio.
sentite che bello,   pri-mi-ge-nio, rotonda, profonda, importante.
e invece … invece siamo sempre con il cellulare in mano, abbreviamo, sigliamo, accorciamo, tagliamo perché ci affrettiamo per poter correre ancora più repentinamente verso un incerto futuro.
giallo
cosa vi viene in mente? a me il sole, l’aria tersa del mattino, quella fresca, cristallina, pura, pungente o un campo di colza fiorita, o un girasole, o il cappellino di un bimbo, ma qualcosa di solare, di  brillante di pulito.
amore
ah l’amore, Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte,  che, come vedi, ancor non m’abbandona.   Già la parola ha il suo fascino, il suo perchè decantata poi da Dante Alighieri assume tutto un’altra poetica.
rosso
passione, amore, ardore ma anche fuoco, tramonto, sogni
verde
prati, estate, risate, mele…..
…e a voi piace l’italiano?

ecco, parliamo di mele appunto, con il contest  TUTTO MELE  che la  UIR Unione Italiana Ristoratori,  indetto dalla loro associazione con la collaborazione di SAPORIE e Bloggalline.

 

 

piccole mele di pane

 

 

 

piccole mele di pane al burro

che ormai io abbia una passione sviscerata per i lieviti è cosa risaputa.
dovendo quindi pensare ad una ricetta con le mele potevo non pensare a un pane?
morbido? soffice? profumato?

ingredienti 
per 6 piccole mele
100 g. di licoli rinfrescato due volte
1/2 mela golden + uno spicchio
gelatina di pesche fatta in casa
100 g. di farina integrale*
100 g. di farina tipo 0*
50 g. di semola di grano duro rimacinata*
180 g. di acqua o più
(la quantità di acqua dipende sempre da quanta
ne assorbe la vostra farina, il composto deve risultare
comunque molto morbido e quasi appiccicoso)
35 g. di burro a pomata
2 cucchiai di zucchero semolato
cannella in polvere
12 pirottini di carta colorata
6 “piccioli” per le mele:
io ho adoperato i rametti di noce che all’attaccatura
hanno un rifongiamento che sembra molto il piccolo della mela ,
appunto!
* farine macinate a pietra
piccole mele di pane
sciogliere il lievito insieme all’acqua
ed emulsionare bene
aggiungere le farine setacciate insieme allo
zucchero e impastare grossolanamente
aggiungere la 1/2 mela golden grattugiata
e il burro a pomata ed impastare bene,
fino ad ottenere l’incordatura con il metodo S. & F., 
almeno 200 colpi?.
pirlare un po’ il composto e lasciar lievitare in una ciotola
fino al raddoppio  nel forno spento con la luce accesa: circa 6/7 ore.
intanto procuratevi dei ramettini (i miei sono di noce) e
tagliateli a misura, saranno i vostri “piccioli” per le mele
adesso dividete il composto in 6 parti più o meno uguali
fate delle palline e spianatele, al centro
di ognuna mettete delle fettine sottilissime di mela
e un pochino di gelatina di pesche e richiudetele dandogli
la forma di una piccola sfera
mettetele nei pirottini di carta e infilate il picciolo
spolverate con un pizzico di zucchero e, se volete, uno di cannella
lasciate lievitare fino al raddoppio, a me ci sono volute
circa  2 ore.
cuocete a 250°C per 5 minuti e poi abbassate fino a
180°C per altri venti minuti circa, gli ultimi 5 con una fessura
aperta nello sportello del forno.
io li ho serviti non come dolce ma come antipasto, insieme ad
affettati e formaggi piuttosto piccanti: la dolcezza delle mele
si sposa benissimo con il sapore acceso dei formaggi

Con questa ricetta, partecipo al contest : TUTTOMELE in collaborazione con UIR, UNIONE ITALIANA RISTORATORI E SAPORIE.

 

 

e le mitiche bloggalline

 

piccole mele di pane

 

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