Bolani afgani ripieni

La Ricetta che Cura Tutto (Anche l’Ansia da Viaggio)”

Bolani afgani ripieni

— Ragazzi… indovinate un po’? Sto per volare in Marocco.
— Ma tu?! L’aereo?! 😱
— Sì… “mi perdo, mi imbrano, aiuto!” version deluxe all’aeroporto internazionale.
— Inglese, francese… ce la fai?
— Due parole in croce. Tanto per sembrare internazionale. Spoiler: inutile.

— E allora perché ci vai?
— Mia figlia! Già sposata con Ossama in Italia, ora fa la cerimonia del matrimonio marocchino… e io non potevo mancare, ansia o non ansia, pippe su pippe: e se quando scendo mi perdo? mi ritroverò, o, mi ritroveranno!
— E l’ansia?
— Ah, quella la combatto così: impasto.

Girare la pasta → stendere → farcire → arrotolare… e puff! Ansia volatilizzata (o quasi).

— Bolani afgani in Marocco?
— Eh, non centrano nulla. Ma sono croccanti fuori, morbidi dentro… e molto più affidabili degli aeroporti internazionali.

— Insomma… sei pronta?
— Pronta? Io? No. Ma ho i bolani. E a volte, Sandra + impasto = miracoli.

Bolani afgani ripieni

musica per l’imbarco…..

Na Le, Omiki

a parte le comiche, mi mette ansia scendere all’aereoporto di Marrakesh perchè è un aereoporto internazionale e io non sono abituata a viaggiare da sola per aereoporti internazionali con le mie due parole di inglese e due di francese….

“io speriamo che me la cavo”, non mi rimane che dire cos’, ma non potevo proprio non andare al matrimonio marocchino della Luce dei miei occhi, proprio non era cosa, è stata una dura battaglia fra la mente (che mente e mi teneva al sicuro e quindi mi diceva che non dovevo andare) e la “madre” che era inca@@ata come una furia perchè tentennavo. comunque, il biglietto l’ho comprato, mi accompagnano alle quattro di notte a Pisa e quindi, per fortuna, mi tocca andare!

Quindi, ragazzi, se vi vedete passare una Sandra con occhi sgranati, valigia piena e farina fino alle ginocchia, sappiate che non è magia: è solo la terapia dell’impasto. E i bolani? Croccanti fuori, morbidi dentro, un abbraccio commestibile per chiunque abbia bisogno di ridere… soprattutto di sé stesso.

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Capriolo in Dolceforte al Cioccolato: Ricetta Toscana Antica e Raffinata

Capriolo in Dolceforte al Cioccolato

Immagina un piatto che profuma di storia, di banchetti rinascimentali e di cucine toscane dove il tempo sembrava fermarsi tra un arrosto e una ciotola di spezie: ecco il capriolo in dolceforte. Una ricetta antica, ricca di contrasti, dove la carne tenera e saporita del capriolo incontra la dolcezza di uvetta, pinoli e canditi, si abbraccia con l’intensità del vino rosso e trova il suo culmine nell’amaro elegante del cioccolato fondente.

Non è un piatto da tutti i giorni: è un’esperienza. Ogni boccone racconta l’arte della cucina toscana, capace di trasformare ingredienti semplici e selvatici in un capolavoro raffinato, fatto di equilibrio e audacia. Oggi ti porto a riscoprire questa preparazione unica, che amo particolarmente perché unisce tradizione, carattere e una punta di dolcezza inaspettata.

Un po’ di storia: il dolceforte nasce nelle cucine rinascimentali toscane, quando la selvaggina era regina delle tavole signorili e veniva esaltata con contrasti audaci di sapori. Il termine racchiude già tutta la filosofia del piatto: il dolce dell’uvetta, del miele o dei canditi che ammorbidisce, e il forte dell’aceto, del vino speziato, del pepe che dà carattere. Era il tempo dei banchetti fastosi e delle spezie preziose, portate a Firenze dai mercanti, e questa ricetta rappresentava un equilibrio di opulenza e raffinatezza.

Il cioccolato, invece, non apparteneva ancora a quel mondo: arrivò in Europa dopo la scoperta delle Americhe e solo dal Seicento iniziò a diffondersi anche in Italia. È quindi una aggiunta moderna, ma perfettamente in linea con lo spirito rinascimentale del dolceforte, fatto di contrasti e sorprese. Il tocco fondente del cacao si lega meravigliosamente ai sapori antichi, rendendo questa preparazione un ponte tra passato e presente: la memoria dei Medici da un lato, e la nostra voglia di osare dall’altro.

Capriolo in Dolceforte al Cioccolato

 

Musica consigliata

Melody Gardot, Who will comfort me

Adesso che conosci la storia e i segreti di questo piatto straordinario, è il momento di passare ai fornelli: prepara il tuo capriolo in dolceforte con cioccolato e lasciati trasportare dai profumi intensi e dai contrasti irresistibili di questa ricetta unica.

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Il giorno del raccolto – Come radici, come tamburi

Come radici, come tamburi

C’è chi ama le storie dritte, dritte come una superstrada.
E poi ci sono quelli che amano le strade di campagna, dove ogni curva ha il suo perché, e ogni buca ti fa sentire vivo.
Questa è per loro.
È per chi ha voglia di restare un po’ di più, di leggere fino in fondo, anche se le frasi sono lunghe, anche se si suda, anche se non c’è il lieto fine confezionato.

È un raccontino, ma anche un rituale. Un richiamo al raccolto, alla tempesta, alle sorelle che ballano nella notte e si riconoscono dal cuore che batte come un tamburo.

Chi ha fretta può passare oltre.
Chi invece sente qualcosa che vibra dentro — resti.
Perché questa storia non è perfetta. È vera.
E forse anche tu, leggendola, ti sentirai VERO.

Prima dovresti leggere  QUESTO che è la versione a cui risponde il racconto…..

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