per le vostre orecchie e per i vostri occhi
per la lietezza di spirito:
E adesso siete finiti, morti, caput!
Io sono golosa, appassionata di cibo, di cibo buono, e due sono le cose che mi fanno scalpitare più di ogni altra in cucina: i ceci e tutto ciò che concerne e le CASTAGNE e tutte le variazioni sul tema.
Salutiamo di ottobre con le castane? Care Brii, Cobrizio , Lo e Stella e nonmeno Azabel che ci ospita graziosamente a casa sua questo mese di ottobre, care le mie bloggine, adesso SO’ AFFARI VOSTRI, mi avete provocato e io vi rispondo, preparatevi, ve ne manderò talmente tante che vi verrò a noia, mi pregherete di smettere….
Faccio un incisino, sono una delle vincitrici del contest de La cultura del Frumento, MANI IN PASTA, le paste regionali III con i miei pici senesi all’aglione :
E SON SODDISFAZIONI!!!
Ok, la ruota del pavone l’ho fatta, ho aperto tutte penne e ho fatto bella mostra…..
Veniamo a noi, veniamo alle castagne.
Oggi si comincia con il più classico dei dolci: il migliaccio
Detto anche castagnaccio, dalle mie parti si è sempre chiamato migliaccio, è un “dolce” tipico toscano/ligure, di origine contadina, economico e con ingredienti di facilere peribilità.
Leggendo iera la ricetta da LO che intitolava “castagnaccio senza zucchero” ho pensato, ma guarda che brava la nostra gallina meravigliosa che non ha adoperato lo zucchero…. ripensandoci, ieri sera mentre mi leccavo i baffi sbattendo acqua e farina di castagne mi sono data della brava anche per me, l’ho dato alla mia mamma e alla mia nonna che mi hanno insegnato a fare il migliaccio e che lo facevano SENZA zucchero…. credo fosse una questione economica, all’epoca…. lo zucchero era un bene di lusso!
la ricetta:
ingredienti:
250 gr. di farina di castagne
2 tazze medie di acqua o forse meno
un pizzico di sale
olio extra vergine di oliva
1 rametto di rosmarino
50 gr. di pinoli
5 o 6 gherigli di noce
una manciata di uvetta
Preparazione:
In una terrina emulsionate la farina di castagne con l’acqua in modo che non si formino grumi. La consistenza deve essere un po’ più solida di quella delle crepes. Non so la quantità precisa di acqua, io a un certo punto vado a “occhio”. Mi ricordo sempre di mia nonna che quando glielo chiedevo mi diceva: lo vedi a occhio, Sandra, nè troppo lente nè troppo soda….
Aggiungete alla pastella un pizzico di sale e un C di olio extra vergine di oliva, unite metà pinoli e l’uvetta bagnata precedentemente nell’acqua e strizzata. Io non ce la metto, l’uvetta nei dolci è una delle poche cose che evito perché non mi piace la consistenza molliccia che acquista da cotta, ma voi mettetela perché nella ricetta tradizionale ci vuole.
In un pentolino fate soffriggere gli aghi di rosmarino per qualche secondo con un giro d’olio d’oliva.
Foderate la teglia con un foglio di carta da forno e versateci sopra il composto, l’altezza decidetela voi, c’è a chi piace alto e a chi bassino: io sono per il bassino. Poi aggiungete i pinoli e i gherigli di noce spezzati grossolanamente sulla superficie e condite con l’olio e rosmarino.
Passate il tutto in forno a 200° per una ventina di minuti. Il migliaccio è pronto quando il composto forma tutte le screpolature in superficie.
Ecco avete fatto, senza zucchero e con pochissimi grassi, un dolce povero della cucina contadina.
Per maggiori informazioni
qu , sempre da quelle quattro pazzerelle che ci insegnamo e ci spronano a mangiare sano.