Moscardini speziati con cuos cous ai peperoni e … nicchioni club!

ho fatto richiesta.
mi sono detta, ci provo. mi sono ripromessa di non demoralizzarmi troppo se non mi avessero voluto fra loro. mi hanno soppesata, hanno vagliato il blog, lo hanno rigirato come un calzino, mi hanno sottoposto a scupolosissime domande, mi hanno squadrata, pesata e inquadrata… alla fine hanno detto …

SI,
mi hanno ammessa al Nicchioni club, l’orgoglio del blog di nicchia…. e io ringrazio tutti, ringrazio Silvia in primo luogo che è sta il mio mentore, la mia guida, lasciate che le esprima il mio ringraziamento:
Silvia, e se non mi facevi entrare vedevi che ti capitava!!!!

a parte gli scherzi, sono davvero un membro effettivo del Nicchioni Club da oggi!!!
non sono brava con feisbuc e nemmeno con tuitter, tanto meno con pinterest, blowing e tutti gli altri social che non mi vengono nemmeno in mente, sono un po’ imbranata… ma con i club… mi piace “appartenere” a qualcosa!
per festeggiare oggi

moscardini speziati con cuos cous peperoni e olive
 

per 2 persone

1 kg di moscardini puliti 
2 carote
1 cipolla rossa
1 costa di sedano 
peperoncino piccante
200 gr. di pomodori pelati 
foglie di alloro 
pepe nero in grani
semi di coriandolo
curcuma in polvere 
semi di cumino
chiodi di garofano
vino bianco
pulite e lavate i moscardini e lasciateli in bagno in acqua fredda. intanto in una casseruola possibilmente di coccio fate soffriggere in un filo d’olio evo la cipolla affettata grossolanamente, le carote e il sedano anche loro a pezzettoni. aggiungete una foglia di alloro, alcune fettine di peperoncino picccante fresco  e fate andare. aggiungete poi i moscardini sgocciolati, sale e pepe e fate soffriggere a fuoco veloce. quando i moscardini saranno un po’ arrosolati aggiungete le spezie: tre chicchi di pepe, un pizzico di semi di coriando e di cumino, un chiodo di garofano e un cucchiaino di polvere di curcuma. sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco e lasciatelo evaporare. aggiungete poi i pomodori pelati e chiudete il coperchio.  fate cuocere coperto per almeno una mezz’ora, poi scoperchiate e assaggiate: i moscardini devono risultare morbidi punzecchiandoli con i rebbi della forchetta….
per il cous cous
100 gr. di cous cous precotto
1 peperone verde
olive verdi in salamoia
capperi sotto sale
basilico 

nel frattempo preparate il cous cous: bollite un pentolino di acqua e
versatelo sul cous cous (a coprire e un po’ sopra), aggiungete una noce
di burro, un po’ di sale e coprite la ciotola con un canovacchio. 

tagliate a striscie i peperoni e fateli cuocere in olio a fuoco velocissimo, si devono quasi abbrustolire, aggiungere sale e a fine cottura le olive e i capperi dissalati. aggiungete un trito di basilico fresco. sgranate il cous cous con una forchetta e conditelo con i peperoni. servitelo come accompagnamento ai moscardini speziati.
l’alternativa più “italiana” a questo cous cous è servirlo come zuppa di moscardini con fette di pane abbrustolito e agliato  a fare da base.
questa ricetta è il dono di una mia vecchia amica marocchina. conosciuta a scuola, avevamo i figli nella stessa classe, vista la nostra comune passione per la cucina ci siamo scambiate spesso ricette “tipiche”, devo dire di aver mangiato il miglior cous cous della mia vita proprio a casa sua. 
con questa ricetta vorrei partecipare al contest della mia cara amica  Ale, di  Dolcemente inventando, 
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tortine di crema di riso e orange curd per la mia amica

raccomando l’ascolto durante la preparazione, 
il riso gradisce molto!!

aspettando la primavera …..

ci vediamo poco. 
ma tutte le volte che ci vediano, a spizzichi e bocconi, poche ore se non minuti, ci accorgiamo di quanto ci vogliamo bene e di quanto siamo sulla stessa lunghezza d’onda. 
tutte le volte me ne stupisco e ne sono contenta. 
d’altra parte siamo cresciute insieme, sempre e da sempre. 
giocato insieme con le bambole, dormito ognuna a casa dell’altra, innamorate insieme. abbiamo sofferto insieme e gioito delle piccole cose come potersi vedere dieci minuti per prendere un aperitivo insieme e annodare i fili del discorso interrotto due mesi prima ma come fossero passati appena  due minuti. 
un piacere insomma, una di quelle cose che nella vita ti danno la spinta per andare avanti: sapere che qualcuno capisce quello che dici e che senti perchè  “sente” con la stessa intensità.
è bello non aver bisogno di spiegare i sentimenti,  basta guardarsi per sapere.
ora si è impadronata  di internet e di un account di posta elettronica e da qualche giorno ci scambiamo poche righe, quasi tutti i giorni.  adesso apro la posta con la speranza di vedere quelle due righe, quei due pensierini in fila che quasi sempre riescono a commuovermi perchè scrivere è sempre stata la nostra passione in comune e con le parole scritte a volte riusciamo a dire anche quello che non vorremmo, almeno a me succede così.
quindi, questo post è per lei, la mia amica Sandra, la Sandrina, la mia Sandra.

e non vi spaventate perchè la cosa non è per niente lunga e complicata.
cominciate con il cuocere il riso nel latte con lo zucchero. andiamo per ordine, ora vi metto le dosi….

per la crema di riso
200 gr. di riso arborio
1 litro di latte intero o anche no
2 cucchiai abbondanti di zucchero semolato 
scorza di arancia 
3 albuni d’uovo + 1 tuorlo
1 pizzico di polvere di vaniglia
un pizzico di cannella 
un pizzico di sale
una manciata di uvetta sultanina
1/2 bicchierino di vinsanto o vino dolce liquoroso
bollite il riso nel latte con il pizzico di sale (sembra impossibile ma altrimenti viene sciapo), la vaniglia, la cannella e lo zucchero. il riso deve assorbire completamente il latte. lasciatelo freddare togliendo la scorza di arancia e cercando di non mangiarlo tutto: io e la furios abbiamo sofferto non poco….
quando il riso sarà tiepido aggiungete le uvette sminuzzate, il tuorlo d’uovo e  gli albumi montanti a neve. amalgamate dolcemente e lasciate riposare.
per la Orange curd 
300 gr. di acqua 
2 cucchiaio di maizena
3 cucchiai di zucchero semolato 
1  uovo
1 cucchiaio di burro
1 pizzico di vaniglia in polvere
zest e succo filtrato di due arancie biologiche 
PREMESSA: avete presente quando capita di imbattersi ripetutamente nella stessa cosa per diversi giorni?
dovunque, in questi ultimi giorni, io mi ritrovato con il  lemon curd: ecchecaspita, era diventato una piacevole persecuzione. ho cominciato a chiedermi se non fosse il caso di farla, forse era un chiaro messaggio: FAI IL LEMON CURD, FAI IL LEMON CURD, FAI IL LEMON CURD….mai fatta questa crema inglese tanto decantata. qualche anno fa mi sarei data pensiero, ero dell’idea che le creme mi sarebbero impazzite tutte, sabato l’ho fatta senza batter ciglio. ho risistemato le dosi a mio piacere, QUI la ricetta di Martha  Stewart, l’ho fatta un po’ più leggera e ho usato l’arancia invece del limone.
Grattugiate la scorza d’arancia, solo la parte colorata altrimenti la crema sarà amara, filtrate il succo e aggiungetelo a metà acqua. scaldate  e scioglieteci dentro l’uovo, lo zucchero il burro e la maizena. mettete tutto sul fuoco, aggiungete la restante acqua e fate bollire dolcemente continuando a girare con la frusta fino a raggiungere la giusta consistenza. e anche qui ci vuole uno sforzo di volontà notevole per lasciarne un po’ per fare le foto e per farcire le crostatine.

poi fate la pastafrolla, io ho seguito il consiglio di Pellegrino Artusi, quell’uomo non sbaglia un colpo, fidatevi.
cita tre tipi di pastafrolla indicando questa come migliore per le crostate …
frolla di Pellegrino Artusi
270 g. di farina tipo 0 
io antigrumi del Molino Chiavazza
130 g. di burro 
180 g . di zucchero a velo
(ma va bene anche il semolato)
3 tuorli (gli avanzati dalla crema di riso)
zest di una arancia
un pizzico di vaniglia
ho cominciato setacciando farina, zucchero a velo e un pizzico di vaniglia, poi ho unito il burro a pezzettini e l’ho maneggiato poco (suggerimento del Pellegrino, altrimenti la pasta si “brucia”), ho aggiunto  lo zest di arancia e le uova e ho impastato fino ad ottenere una palla compatta. ho avvolto nella pellicola e l’ho   fatta riposare per una mezz’ora abbondante.
ho unto di burro gli stampini e li ho spolverati bene di farina. ho steso la frolla e tagliato dei cerchi direttamente con lo stampino smerlato. ho inserito la frolla, ho adagiato sopra un genoroso strato di orange curd e coperto con l’impasto di riso.  ho cosparso la superficie con dello zucchero di canna che caramellandosi ha dato l’idea che la superficie sia bruciata ma così non è. 
passatele un paio di ore nel frigorifero e poi ….. buon appetito. 
da noi in pasticceria li chiamano budini di riso e di solito si fanno più piccoli e alti che non larghi e bassi come le mie tortine.
spero che il tutto sia abbastanza bianco e giallo per partecipare  al contest di Colors and food di marzo, appunto il bianco e giallo: il bianco del riso e il giallo dell’orange curd!!!!
e ce ne andiamo anche al Mercoledì monocromo da Cindystarstar ,
questa settimana da The Wll-seasoned cook 

 seppiato

e in bianco e nero….

ecco, mi sembra di aver detto tutto, se trovate errori o dimenticanze o qualcosa di poco chiaro chiedetemi e cercherò di essere meno confusa!!

p.s. inscrivetevi al contest di cà versa, c’è ancora tempo…..

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primavera e pane integrale con 1 gr. di lievito di birra

bellissimo video
questa la conoscete
da ascoltare a tutto volume e cantarla con il mestolo

eccola. sta arrivando. arriva piano piano e tutto si risveglia e ribolle di vita. fiori, fiori da tutte le parti, profumi, idee, pensieri, colori.
tutto che esplode in un meraviglioso inno alla vita  a questa nostra terra, a questo favoloso piccolo puntino nell’universo.

comincio a sentirmi un po’ più “fresca” anch’io, nonostante i miei 48 anni suonati, ma mi riprendo un po’ di brio e un pò di luce, un po’ di profumo di fiori  e un po’ di voglia di cantare.
e arriva la voglia di  nuovo, di luce, di sole, di aria aperta e pulita.
benvenuta primavera, anche per quest’anno, benvenuta!

pane integrale con 1 gr. di lievito di birra

 … e con tutto questo rimescolamento di fiori, di sole e di calducciu  io ieri sono tornata a casa dal lavoro con un chiodo fisso in testa: il pane integrale. 
sono diventata esigente, sono diventata uggiosa, come avrebbe detto la mia nonna, una volta che hai assaggiato il “tuo” pane integrale quello che si compra non regge il confronto. non gli lega nemmeno le scarpe, insomma.
ore 15.45, di corsa come sempre prendo 500 gr. di   farina integrale bio del Molino Chiavazza   e non avendo rinfrescato il licoli cerco il lievito di birra nel frigorifero. sciolgo 1 gr., e dico un grammo, in una tazza di acqua tiepida e aggiungo una punta di cucchiaino di malto di mais. comincio ad impastare. mentre impasto mi metto le cuffiette e mi ascolto la musica sopra indicata. ho impastato, mi sono fatta prendere dal ritmo e ho impastato, e impastando  dovevo cantare a voce alta (stonata come una campana ma priva di pudore) perchè mi vedo scendere la furios che mi dice:
il babbo mi ha mandato a vedere se era tutto a posto…..
ho sorriso, continuato a cantare e continuato ad impastare: ooohhhhhhhhhhh! ma che razza di terapia meravigliosa l’impasto del pane con la musica nelle orecchie! altro che shopping, ragazze, io voto per l’impasto musicale! 
l’impasto è rimasto magnificamente morbido sotto le mie mani, calduccino e ben amalgamato. ho resistito alla tentazione di metterci olio e burro e ho fatto un giro di pieghe, ho formato una pallina, spolverato una ciotola di plastica e inciso la superficie. tutto in forno con la luce accesa e ben coperto. 
verso le 19.00 sono andata a curiosare e ho trovato la pallina più che raddoppiata!!!! 
la forza delle farine, senza dubbio la forza delle buone farine.
ho diviso in due e fatto un paio di giri ai filoncini, li ho compressi, pizzicati e ancora girati intorno a se stessi.
li ho messi sulla placca del forno, spolverati di farina e lasciati a fare la seconda lievitazione dentro al forno con la luce accesa. 
ore 21.30 i filoncini si erano “baciati”, segno evidente di una certa lievitazione. ho acceso il forno statico a 180° e fatto cuocere per 35 minuti circa. 
quando il timer ha suonato ho tirato fuori i pani e ho piecchiettato la crosta per sentire se erano cotti: perfetti.

ma la soddisfazione più grande è stato quando la furios scendendo dalla sua camera ha chiesto

mamma, ma hai fatto un dolce?

no, non era il dolce, era il profumo della farina integrale del pane, una delizia, una stupendezza, una meravigliosità, una perfezione assoluta.
si sa che io sono un’amante del pane, ma questo è veramente spettacolare,  la giusta piccola dose di lievito di birra per un risultato perfetto…. vi invito a provare.

ingedienti
500 g. farina integrale 
1 gr. lievito di birra fresco
acqua q.b.

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