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non solo la zia Anna, ma anche tutte quelle persone che mi vogliono bene, che sono la mia “famiglia”. loro mi fanno sentire, in questo ultimo periodo molto pesante per me, in cui ho perso riferimenti, certezze, sentimenti importanti, loro mi fanno sentire pensandole che sono a casa. dentro di me io sono a casa, sicura, protetta, spalleggiata, appoggiata, capita. che sono amata senza riserve, sono amata perchè sono io e non perchè sono figlia o nipote o sorella o cugina, amata di quell’amore così indescrivibile che ti commuove il cuore e gli occhi, che ti scalda anche a 20 gradi sotto zero. quello che si sente, quello che purtroppo non so come descrivervi meglio, quello quasi fisico…..
dopo questo delirante preambolo vi spiego il perchè. stasera ho pubblicato un post, i cacciatori di stelle e…., e come sempre dopo aver pubblicato un post mi impongo di postarlo anche su facebook.
non lo amo, no non lo amo facebook. no. no no no.
ma mi serve. mi serve per stare in contatto con le persone lontane che mi interessano.
insomma, lo posto su facebook.
è un post romantico, un po’ surreale, ho dato quasi il peggio/meglio di me in quel post.
e poi mi capita di vedere le notifiche e trovo questo commento:
ti ricordi Scheveningen? C’era una persona a cavallo sulla spiaggia in quella giornata un po’ buia. Questa foto mi ha fatto ricordare quella bella vacanza fatta insieme, (Come eravamo felici…)
questo è il commento della mia Zia Anna. ecco, io su quel come eravamo felici ho preso la tangente.
la tangende dei discorsi, dei ragionamenti. mi sono tornate su tante di quelle cose belle che sono stata travolta dall’emozione.
….come eravamo felici….. in queste parole ho trovato tutto il mondo, tutto il mio mondo vissuto, ho capito. HO CAPITO ZIA.
ho capito che non sono sola se intorno ho persone come voi, come te.
ho capito che non devo essere nemmeno proprio stronza se voi mi volete bene.
ho capito che sono stata e sono maledettamente fortunata a nascere in una famiglia così.
di quelle di prima, di quelle solide, intere, allegre, festaiole, geniali, di quelle che avrei voluto dare anche ai miei figli.
di quelle delle domeniche di Natale a pranzo tutti insieme, delle manifestazioni in piazza, dei crostini neri di fegatini, del cinema e le caramelle la domenica pomeriggio, dei primi baci, dei primi sogni, della spensieratezza, della irresponsabilità dell’anima, dell’avere il mondo in tasca come deve essere nell’adolescenza di ogni persona.
e stare a sentire ammaliata per ore lo zio e il maestro che discutevano di politica, di politica di quella fine però, non da bar della Casa del Popolo (niente togliendo ai bar delle Case del Popolo: istituzionali). e scherzare con la Silvia, con Marco, con Sandro. c’eravamo ancora tutti. ma ci siamo ancora tutti, in questo preciso momento vi sento tutti in me……. sarà per quello che farnetico?, saremo troppi? :O)
Avete mangiato o siete a stomaco vuoto?
Lo diceva anche Virginia Wolf che bisogna mangiare bene…. e lei era una donna intelligente e colta,
oltre che bella, e essere donna nel suo momento e per di più poeta non doveva essere facile.
E per mangiare bene io ho rischiato la vita ieri sera, a momenti mi perdevate!
Per tornare a casa io lascio la strada statale fra le colline toscane e scendo per una stradina-ina-ina di campagna, sterrata e cementata, con una pendenza assurda. Sono circa 800 mt. di pura delizia, a parte il fondo sconnesso e accidentato che non fa bene alle auto, passo in mezzo a un bosco, fra le vigne dei miei vicini, davanti a un maneggio di cavalli e poi, finalmente arrivo a casa e di regola trovo la Holly (la mia bambina con il pelo) che mi aspetta e mi si fionda addosso leccandomi tutta.
Ieri ho pensato che avrei potuto chiedere alla Cinzia, la vicina con la vigna, un paio di grappoli d’uva nera per fare la schiacciata. Dovete sapere che la Cinzia si danna l’anima con l’uva e i caprioli: i ragazzi hanno capito che l’uva è buona e gliela mangiano regolarmente tutta. Comunque, suono il campanello e aspetto. Niente. Suono ancora. Niente. Va bene, intanto li prendo e poi glielo dico, ho pensato.
Scendo in vigna (con i tacchi, tutto un programma!!!) e mi prendo 3 o 4 bei grappoli di uva. A un certo punto sento un urlo sovrumano:
“che ce l’hai messa te?”
mi è preso un accidente, mi sono partiti i grappoli per il mondo e ho cacciato un urlo anch’io per non essere da meno….. me la vedo scendere che mi guarda e ride come una pazza per la paura che mi aveva fatto….
Ma porca zozza, mi ha fatto una paura da morire: io tutta presa a non affondare con i tacchi, scegliendo i grappoli più belli…. me la sono fatta sotto!!!!!
In compenso, per farsi perdonare mi ha offerto il caffè e ci siamo messe a sparlottare un po’. Sono venuta via con la promessa che gliene avrei portata un pezzo per assaggiare ….. non avevo altra scelta se non mettermi a fare la Stiacciaaa con l’uva, detto alla fiorentina!
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