la colpa è sua che mi fa venire voglia di
dipingere con la macchina fotografica
una vita fa, quando non avevo ancora figli, casa e tutto l’ambaradan, dipingevo. mi è sempre piaciuto disegnare, imbrattare, mi rilassava e mi compensava, buttavo fuori tutto quello che sentivo, dipingevo i miei alberi con gli acquerelli, con i colori ad olio, con le tempere. oppure disegnavo. spesso quando tornavo a casa a tarda notte mi infilavo le cuffie, mi sparavo la musica nelle orecchie, spaziando dalla Pastorale di Beethoven ai Pink Floyd, o gli U2, o i Depeche Mode o altro ancora e mi immergevo nei miei disegni. non poche volte mi sono ritrovata ad andare a letto alle 5 di mattina e ad alzarmi alle 7.30 per andare a lavorare, con gli occhi pesti di sonno ma felice.
poi, con l’avvento dei marmocchi non si poteva fare più. come si fa a mettersi a dipingere fra una poppata e l’altra, fra una lavatrice e una cena da prepare? non si hanno le forze. e allora mi sono ricordata della vecchia reflex, quella ancora con la pellicola e le foto da stampare, quella che ti dovevi ricordare le combinazioni iso-diaframma-tempo per fare una foto decente. e allora partivo con la famiglia per passeggiate portandomi dietro la vecchia Canon infilata nella borsa fra le merende, i ciucci e le bottiglie d’acqua per il rifocillo.
e sono tornati i miei alberi. il quercione secolare (si vocifera che abbia più di mezzo secolo) al rondò in cima alla strada, gli alberi che affondano le fronde sul fiume al vecchio mulino, i peri selvatici fioriti, i cipressi, eleganti e solitari, i fiori colorati della primavera.
adesso dipingo con la mia ragazza,
una normalissima Nikon D3200, e fermo frammenti di primavera, piccoli sentimenti, attimi di leggerezza, nebbie nostalgiche e cibo. e cerco sempre di mettere un’emozione dentro una foto, che si tratti di un pane, di un fiore o di una bottiglia di vino. e spesso le mie foto sono “sbagliate”, tecnicamente sbagliate pur sapendo che a lei, alla ragazza, basta dirgli che programma usare e lei sistemerà il resto. se scegli il P tu scegli l’apertura del diaframma lei pensa al tempo o viceversa…. ma è sempre un po’ come dipingere.
sistemare il pane, accostare le farine, scegliere un fiore per fare colore, la tavola per la base, quella per lo sfondo, la luce di questa o quest’altra finestra, un piatto, una forchetta, insomma, sistemare la foto da fare come fosse un dipinto, un sentimento, un’idea.
e non mi piace postprodurre, pur avendo programmi di postproduzione anche famosi, non amo postprodurre perchè secondo me spariscono i sentimenti, via via che sistemi le luci giuste, evidenzi i colori, scolorisci le ombre spariscono le emozioni dell’attimo. e allora le lascio sbagliate, le lascio quasi in versione originale, magari sistemo solo l’esposiozione un pochino ma lascio fare il resto, lascio i difetti, gli errori, i minuzzoli sul tavolo, le sbavature e le ombre troppo profonde, le mani che si intravedono sullo sfondo e i riflessi.
perchè le foto sono diventati i miei quadri, foto- (dal greco φῶς, φωτός, luce) e –grafia (dal greco γραϕία, scrittura). scrivere con la luce. e scusate se ogni tanto rompo.
venite a parlare con me Venerdì 28 aprile 2017 alle ore 16.30, nello spazio delle Delizie di Leonardo Romanelli alla 81esima Mostra dell’Artigianato di Firenze, sarò ospite di
quindi, per oggi niente ricette, niente cibo, solo sentimenti
i fiori delle piante grasse riescono sempre a stupirmi,
“dopo la pioggia”
la lilla, cespuglio selvatico profumatissimo, sotto la terrazza di casa, sempre pronta a regalare i suoi mille fiori
“viola”
Il Ponte Mediceo di Firenze, il Ponte Vecchio, visto da un’angolazione diversa
essere al matrimonio di una cara amica e trovare questo micio che ti osserva
“occhi di gatto”
la cupola del Brunelleschi, il Duomo di Firenze
perchè senza aromi non si cucina, mai…
“futuro oro giallo”
la melagrana, simbolo di fertilità, così bella in tutte le sue fasi
il mio gelso
Montalcino
cavoletti!
di matrimoni e di felicità
Lombroso, la vita dopo
la materia prima
“Bellini”
e se siete arrivati fino a qua ….
dovete venire a salutarmi alla 81 Mostra dell’Artigianato a Firenze!
Venerdì 28 aprile ore 16.30
CLICK4FOOD – Le delizie di Leonardo Romanelli – Padiglione Spadolini
10 commenti
Quello che conta non è la macchina fotografica, è l’occhio di chi guarda le cose attraverso l’obiettivo. E’ quello che fa la differenza nelle foto, è quello che fa la magia. Con la mia reflex non riuscire mai a fare delle foto come le tu, sono davvero stupende
troppo buona Elena ma perchè ti lamenti? le tue foto sono bellissime….. anche con il cinquantino rotto!
… cosa c’è di più bello di scambiarsi emozioni, passioni, ispirazioni, inclinazioni, sogni? Con i nostri blog facciamo (anche) questo e circola un’energia vitale che porta a piccoli grandi traguardi… e non smettiamo di dipingere, con tutti i mezzi che abbiamo, diamo colore e contorni a quello in cui crediamo e respiriamo l’aria delle novità! Sono contenta che le tue foto stiamo camminando… dai dai dai!
Se hai bisogno di altri asparagi/pennelli, sai dove trovarmi… 😉
Un abbraccio!
non smettiamo di dipingere mai Francesca!
Come siamo affini Sandra.
Un simpatico abbraccio,
Tiziana
siamo tutte un po’ strane noi panificatrici seriali e pure foodblogger! un abbraccio
Amo il tuo modo di approcciarti, confrontarti e fonderti con l’arte della fotografia…non sai come vorrei poterti passare a salutare..
e sarebbe bello si, vedersi dal vivo!
Cercherò di passare! Un bacio!
si via che così ci si saluta!