Teniamoci stretti che c’è vento forte
Guido Catalano
teniamoci stretti che c’è vento forte
che ci porta via
teniamoci stretti facciamoci stretti
abbracciamoci coi bracci
aggambiamoci con le gambe
addentiamoci
annodiamo i nostri capelli ai nostri capelli
incastriamoci le dita dei piedi
diamoci le mani
guardiamoci senza mai dimenticarci di guardarci
dentro gli occhi
c’è un vento così forte
che ci porta via
teniamoci stretti che c’è vento forte
ancoriamoci
l’una all’altro
l’altro all’una
finché non calma
e se non calma
perché potrebbe non calmare – bada – potrebbe
se ci molliamo
saremo scaraventati via lontano
sarà poi difficile trovarci
forse impossibile
dimenticheremo le nostre voci
le nostre facce
dimenticheremo ciò che ci piaceva dirci e farci
dunque ancoriàmoci
bellezza mia
ti tengo stretta
mia unica bellezza
che tu mi tieni
ed io sia maledetto
sia maledetto io, non dio
se mollo questa presa di salvezza
la vita svolta.
svolta ancora una volta, una svolta dietro l’altra. e se accade in un preciso momento è perchè in quel momento doveva succedere quella precisa cosa. mai nulla per caso. le coincidenze non esistono, esistono cose che succedono, anche piccole cose, che ti indicano la via da seguire.
ho svoltato? non lo so, ho svoltato a sinistra questa volta anzichè a destra, ho cambiato direzione. se poi sia la svolta giusta bisognerà aspettare la conferma del tempo. con fatica, con paura, con il terrore di aver fatto la cosa giusta. ma dovevo farlo, me lo dovevo. per una questione di rispetto, di amore, di sofferenza. perchè non sono una brutta persona, ho i miei difetti e i miei limiti certo, so essere anche insopportabile a volte, riesco a non vedere l’evidenza a volte, ma non sono una brutta persona. e di conseguenza non mi merito di essere trattata come una ruota di scorta, come un sostituto, come una persona data per scontata, come una persona che è disposta a sopportare di essere maltrattata e non rispettata ma voglio essere quello che sono.
ripeto, non sono perfetta, lo so, ma non sono una brutta persona. mi riprendo un po’ di me, per me.
ho uno zaino pieno di ricordi belli e brutti, pieno di sentimenti, di persone, di delusioni, di incertezze, ho uno zaino che non posso mai lasciare, come tutti del resto, ma comincia ad essere veramente pesante, ho bisogno di alleggerirlo. difficile vivere, faticoso.
non so cosa succederà domani, io mi tengo stretta a me, se qualcuno vorrà abbracciarmi lo accoglierò volentieri.
cappelletti di pasta all’uovo pecorino e fave
i
cappelletti
li sapete fare tutti, più o meno, io ho fatto dei dischi piuttosto grandi, li ho riempiti, piegati a mezzaluna e arrotolati su se stessi:
fatti i cappelletti!!!!
per il ripieno:
50 g. di grana padano grattugiato
50 g. di pecori fresco
qualche cucchiaio di panna da montare
pepe
mischiare i formaggi grattugiati con il pepe e la panna fino a che non otterrete un composto semiliquido
per la pasta:
100 g. di farina tipo 0 macinata a pietra
100 g. farina di semola di grano duro rimacinata
10 g. di lievito di birra
un filo di olio evo
acqua q.b.
sciogliete il lievito in un pochina di acqua tiepida, setacciate le farine e impastate con il lievito sciolto e un goccio di olio.
impastate bene fino ad ottonere una pasta omogenea e morbida ed elastica.
stendete la pasta con la “NonnaPapera” e fatela molto sottile, io sono arrivata al n.ro 4 di sottigliezza.
con un coppapasta tagliate dei cerchi, la dimensione decidetela voi, adagiateci una generosa dose di impasto semiliquido e chiudete a mezzaluna e poi
formate il cappelletto piegandolo su se stesso e unendo i due lati della mezzaluna.
per il pesto di fave e pecorino:
una bella manciata di fave private della prima buccia esterna (oltre al baccello logicamente)
5/6 mandorle pelate
formaggio pecorino grattugiato
olio evo
alcune fette di guancia di maiale sotto sale
mettere tutto nel mix e dare il via alle lame e frullare, frullare frullare!!!!
affettare la guancia e tagliarla a listarelle, metterle in padella e farle “croccantare” togliendo via via il grasso.
lessare in acqua salata i cappelletti, basteranno due minuti, condire con burro fuso, adagiare sul pesto e aggiungere i croccanti di guancia di maiale.
il bello di questa pasta è che si riesce a stenderla molto sottile data la sua elasticità. poi il ripieno di formaggi con la panna che si scioglie e rimane quasi liquidi fanno il resto… da provare.
mi trovate a proporre questa ricetta alla mostra internazionale dell’Artigianato di Firenze, ospite da Le delizie di Leonardo Romanelli
SABATO 30 APRILE alle ore 16.30, chi volesse venire a salutarmi e raccogliere quello che resterà di me alla fine dello Show Cooking è più che benvenuto..
ho bisogno di facce amiche per vincere l’anZZZZZZia!!!
la ricetta contiene lievito di birra…. io la porto a Panissimo dalla Elisabetta, Cakes and Co., per la raccolta
mia e di Barbara, Bread & Companatico, #40 di Panissimo, che dite???
un abbraccio