Bomba libera tutti * gallette di fichi rubati

 

Gallette di fichi e crema frangipane

Gallette di fichi
 
 

Rubati, perchè la frutta rubata direttamente dall’albero ti regala tutto il suo profumo. li ho presi alla casa disabitata dell’avvocato, nel bosco, quasi. ho avuto anche un incontro ravvicinato con un capriolo che ha  il suo covo fra i rovi ai piedi dell’enorme fico semistraiato che ha questi  frutti enormi e dolcissimi.  io sono arrivata, schivando rovi e ortiche, e lui si è spaventato schizzandomi addosso e buttandomi per terra. per foturna che non ho avuto tempo di aver paura e il danno è stato minimo, solo qualche graffio su una gamba.    rubati perchè sono buonissimi, colti e mangiati, colti e cucinati.   questi sono enormi, dolcissimi, pastosi al punto giusto.  

Gallette di fichi

La Ricetta la trovate

QUA

la gallette è una dolce superbo, se disgraziatamente lo proverete non potrete più farne a meno, io vi ho avvisato! 

la gallette è una pasta che si addice a qualsiasi tipo di frutta, io ho già sperimentato e se ci mettiamo anche la bontà della crema frangipane…. beh, sta diventando uno dei miei dolci preferiti.  

questa è stata preparata per un pranzo “corso”, per degli amici tornati da una vacanza in Corsica con prodotti locali e ricette da provare. 

serata piacevolissima, commensali interessanti.

Gallette di fichi

Storie di guerre

segue…..

14 novembre, anno 2014

 
Siria, città di Damasco, ore 05.35
mi chiamo Munira, Colei che sparge luce, ho quattordici anni, li compio oggi. forse.
siamo scesi di corsa, tutti insieme a rotta di collo giù per le scale della cantina.
le sento fischiare, sibiliare sopra di me.
penso di essere al sicuro qui sotto, sotto metri di terra e cemento, sotto la cosidetta civiltà, ma le sento sibilare e sento il rumore dei mattoni che si disintegrano quando arrivano a terra.
sento il vento dell’esplosione che spazza via tutto per metri intorno a se, sento la polvere che mi ustiona la gola, sento il dolore che esplode dentro, sento la paura, la rabbia, l’ingiustizia.
e allora prendo la mano del mio compagno vicino e la stringo e chiudo gli occhi e respiro veloce con la bocca aperta per scacciare il terrore che mi prende da dentro.
sento il sibilo, ancora, vedo palazzi distrutti, case sventrate, uomini perduri, sangue, brandelli di vestiti un tempo abitati, piattini di porcellana distrutti, sento l’odore della polvere del cemento, dell’umido, dell’acqua, sento il rumore delle pareti che cedono e chi si lasciano andare a terra, implodendo.
aspetto che finisca con le mani sulle orecchie, cercando di non sentire, di non capire, di non vedere. so che quando salirò quelle scale e aprirò la porta vedrò ancora e solo morte.
e la paura mi assale di nuovo, il terrore allo stato liquido si infila dentro di me.
sento la mano che si stringe sulla mia e un sussurro…. ora finisce….
ora finisce….

Regno Unito, Scozia, Arasgain,  Erskine,  ore 18.29

sento  la voce della mamma che mi chiama
jhon, corri, veloce!!!
sono saltellato  di corsa dentro le scarpe, ho preso il libro che stavo leggendo, Moby Dick, e sono uscito correndo per infilarmi nel buco stretto e buio che mi porta nel rifugio antiaereo della seconda guerra mondiale.
siamo in tanti, tutte le famiglie del palazzo. una cinquantina di persone in uno spazio ristretto e angusto.
per ogni bomba che esplode al suolo la lampadina sfarfalla e oscilla pericolosamente. il caldo è opprimente, il puzzo della paura comincia a farsi sentire. il sudore, il fiato, l’urina.
ci prendiamo per mano, tutti, tutti insieme e Jenny comincia a cantare. ha una voce dolce e meravigliosamente aggrazziata. canta di elfi e di fate, di ballate celtiche e di alberi secolari ma incespica, trema ad ogni schianto che arriva sopra di noi.
e penso, chissà se quando usciamo la mia casa ci sarà ancora.
mi sono dimentaticato lo zaino con i libri sul letto nella fretta di scappare.
diventano sempre più frequenti i bombardamenti.
sono nato quasi alla fine del 1900 e pensavo, studiando la prima e la seconda guerra mondiale a scuola,  che non avrei sperimentato una guerra…. come mi sbagliavo!
ecco.  la sirena del cessato allarme. adesso lentamente usciremo, con paura, con timore, sperando che nessuno sia morto là fuori, sperando che ci sia rimasta una casa ancora in piedi. emergo dal tunnel, torno alla luce del sole, i miei occhi ci mettono un momento ad abituarsi al cambio.
è tutto pieno di fumo, macerie e sangue.
non c’è più la casa, non c’è più l’isolato…… come faremo adesso?



Stati Uniti d’America, Siattle, ore 10.35

lo cerco ancora, quando mi sveglio al mattino pallida e tirata dopo incubi notturni,
cerco ancora il mio amore. l’amore della mia vita. e realizzo che non è più con me.
e tornano i ricordi, i dolori, le urla e l’odore  del sangue.
perchè il sangue ha un odore particolare, sembra quasi ferro bagnato, ruggine.
era dappertutto. insieme alle macerie, ai corpi smembrati, agli arti tagliati dal primo bombardamento su Siattle.
se n’è era andato anche lui, il mio amore, durante il primo bombardamento chirurgico, finito per errore sull’ospedale pediatrico. di lui ho ritrovato solo il suo tesserino di riconoscimento dell’ospedale, la foto sorridente di un giovane dottore.
questa guerra è devastante. forse sarà stata  l’ultima della razza umana.
troppo stupida per sopravviversi, troppo cattiva per capire.
finalmente il pianeta terra si sarebbe liberato di queste ridicole pulci infette e decerebrate con manie di grandezza.
ancora le sirene, ancora bombe. ma non mi alzo dal letto, guardo fuori dallo squarcio sul muro di camera,  accanto alla finestra. tutti corrono come mosche impazzite, impauriti e tremanti verso i rifugi.
io no, adesso no.
basta.
non ho più voglia di scappare.  
che la pazzia dell’uomo mi prenda se mi vuole, sono stanca di fuggire incontro alla morte.
 

Italia, San Piero a Sieve, ore 14.12

scappa, scappa, corri, veloce! dentro al bosco, fra i rami delle querce, fra le pendici scoscese delle colline ombrose.
corri, col fiatone, scappa dalle bombe, dal frastuono, dal dolore.
via, corri come uno scoiattolo, salta fra rami caduti e i  tappeti di foglie. scappa lontano dal rumore, dalla confusione, dalla paura.
ecco, ci siamo quasi, giù, giù nell’interno della collina, nel buco, nella grotta nascosta sotto gli alberi.
corri, ancora, corri.
inciampi ma ti riprendi al volo e continui a correre. il cuore che batte fuori dal petto, il fiato corto e ansimante, il cervello spremuto dalla paura, l’adrenalina a mille che non ti fa fermare. arrivi in fondo, la grotta è illuminata solo da una fiaccola,  accesa da chi è arrivato prima di te. al buio, piegata in due, ansimante e distrutta dal terrore ti fermi a riprendere fiato. respiri con la gola in fiamme, i polmoni in fiamme, il cervello in fiamme.
solo adesso controlli chi è ancora con te….. e conti.
tutte le volte, contare è un supplizio.
ecco, tutti, ci siamo tutti.
voi non avete  potuto giocare con le bambole o con i videogames.
avete saltato la fanciullezza, l’adolescenza, siete diventati direttamente vecchi sotto il sibilo delle bombe.
questa guerra non l’avete certo voluta, vi è semplicemente toccata.

guardate
adesso
perchè siamo tutti genitori, figli, amici, parenti, fratelli, sorelle, conoscenti e sconosciuti.
fatti di carne e di sangue.
abbiamo tutti paura nello stesso modo. 
ci vadano loro
 sotto le bombe intelligenti

 

 
e poichè ho un blog di ricette dedico questa ricetta a tutti quelli che non possono cucinare perchè hanno paura per qualsiasi motivo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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43 commenti

  1. Ciao Sandra, riflessioni sempre molto attente e ricetta super!
    Ti rispondo con questa poesia:
    Promemoria di Gianni Rodari

    Ci sono cose da fare ogni giorno:
    lavarsi, studiare, giocare,
    preparare la tavola,
    a mezzogiorno.
    Ci sono cose da fare di notte:
    chiudere gli occhi, dormire,
    avere sogni da sognare,
    orecchie per non sentire.
    CI SONO COSE DA NON FARE MAI,
    né di giorno né di notte,
    né per mare né per terra:
    PER ESEMPIO, LA GUERRA

  2. La guerra intelligente non esiste, anzi credo che sia la piu' grande stupidità umana.
    L'unica arma per combattere la guerra e' la diplomazia e il compromesso…..
    gallette di fichi favoloso…..
    se la frutta deve andare a male sull'albero perchè nessuno li raccoglie allora e meglio prelevarli(rubarli) ahahahah
    A Presto e buon week

  3. Impossibile resistere di sicuro! Sei proprio una grande cuoca! Torno a rileggere l'inizio del post con più calma, vale la pena di farlo con attenzione.

  4. Ho cominciato a leggere il tuo post e non capivo perchè portasse una data futura. Poi ho continuato a leggere e alla fine sono rimasta senza parole! In questi giorni ascolto con cuore trepidante le notizie al tg, non posso pensare che le persone potenti non capiscono la gravità di una guerra. Non posso pensare … cioè non voglio pensare!!!! Anche io penso sempre a tutte le madri che perdono i loro figli in una delle battaglie in corso. Anche in questo momento in molte parti del mondo sta succedendo, perchè non dimentichiamoci che ci sono parti del mondo che sono in guerra e nessuno lo dice, nessuno ci porta loro notizie. Forse perchè questi paesi sono talmente poveri che non vale nemmeno la pena di parlarne? Non conoscevo il sito alle guerre del mondo che hai messo. Sei proprio speciale, lo dico sempre!!

    Comunque mi prendo una fetta della tua buonissima torta, adoro i fichi e meno male che non ti sei fatta male per raccoglierli! Un bacio tesoro

  5. Certo che credere nella guerra per conquistare la pace è veramente scioccante….ma che dire meglio pensare al dolce va…che è magnifico!!!

  6. Sandra ho letto e riletto il tuo post…e continuerò a leggerlo!!!
    brividi percorrono il mio corpo mentre penso a chi ora è costretto nella paura

    ti abbraccio e ti ringrazio con tutto il cuore!
    il dolce…superbo!!

  7. Cara Sandra, no words. Non servono. Basta solo il silenzio, che poi non so se basta davvero. Sono giorno che ci penso. Continuamente.
    Ma ho paura a parlarne per paura che la guerra si materializzi anche intorno a me.
    Ti abbraccio cara.
    La tua galette stempera ogni cosa.
    PAt

  8. Nulla nella guerra è intelligente, tutto è ignoranza. Perchè se veramente la gente capisse il vero valore della pace e dell'amore, si guarderebbe bene dall'offenderlo. E' giusto gridare, è giusto ricordarlo.. perchè solo le cose che non sono ripetute si dimenticano.. e in questo caso bisogna solo sperare che vengano ascoltate, almeno una volta. Ti abbraccio, cuore sensibile. E complimenti per questa bontà.. avvolgente e disarmante come un sorriso <3 TVTTB

    1. Le mie due persone.. due persone in grado di soffermarsi a pensare, a riflettere, a capire davvero.
      Sandrina ti ammiro così tanto.. e grazie per questo post. Ti abbraccio così forte, ti voglio bene! Vally

  9. Ricetta semplice esuperb, come sei te, sono arrivata qui immaginando il racconto di quando da piccoli giocavamo a nascondino nei fossi lungo le strade e mi trovo davanti una realtà spesso volutamente dimenticata. Quanta ragione hai Sandra, ma sembra che gli uomini non imparino mai. Una bbraccio grande al tuo coraggio, anche quello di mettere nero su bianco verità che non vorremmo sentire. Baci Manu

    1. sai Emanuela, sembra che con le guerre si porti la pace, si porti la democrazia…. ma la portiamo ai morti la democrazia? perchè secondo me se ne fanno un po' poco i morti della democrazia…..
      un abbraccio

  10. Mi è venuta la pelle d'oca, la paura di tutte le paure, il male che non si può volere e ti tocca sopportare. E vorrei sapere chi decide per noi, chi può volere…
    Io cucinare posso, paure sotto controllo e la tarte la provo. Un bacione.

  11. Bomba…già la parola mi crea un senso di inadeguatezza….anche se certe volte inevitabili, ci vorrebbe troppa intelligenza e buon senso! Ma non voglio essere polemica….mi soffermo piacevolmente sulla gallette!!!! La devo provare…adesso che le bimbe andranno a scuola avrò più tempo….si, e' proprio di questo che ho bisogno in questo periodo ….. Tempo e calma, tutto da dedicare a me stessa e basta!!! Scusa se mi sono dilungata e non vedo l' ora di incontrarti!!! Ti piacerò veramente????? Spero di si! Intanto prendi un mio bacio che io arraffo una fetta!!!!

    1. e come farai a non piacermi? ti dovresti impegnare troppo mia cara Gabila per risultarmi "esosa"!!!
      dai, manca poco adesso!
      baci

  12. Io non riesco a commentarti.Ho il groppone in gola,la canzone di Neffa in sottofondo…."l'amore non brucia il silenzio non calma".mamma che botta.Sandra,grazie.
    Monica

  13. "perchè siamo tutti genitori, figli, amici, parenti, fratelli, sorelle, conoscenti e sconosciuti.
    fatti di carne e di sangue. abbiamo tutti paura nello stesso modo." Pensavo di essere rimasta l'unica pazza al mondo a non pensare ad altro…..mi scopro invece orgogliosa di essere in ottima compagnia!
    Grazie Sandra, come sempre sei preziosa!

    1. e non è forse vero che siamo tutti fatti della stessa "ciccia"?
      io non posso pensare a quelle madri che perdono figli….. non siamo intelligenti, Roberta, per niente intelligenti.
      un bacio

  14. Bombe intelligenti!?! sorrido per non piangere! cosa distruggono le bombe intelligenti!?! esattamente ciò che distruggono tutte le altri armi: vite umane e animali, città, storia, cultura! Non c'è nulla di intelligente nella guerra! eppure… è impressionante la lunga lista di guerre tutt'ora in corso!
    Mio padre a 90 anni: ancora adesso si sveglia di notte con gli incubi, di quando è stato ferito in guerra, della barbarie che ha cui dovuto assistere suo malgrado…
    Non è retorica… ed è giusto ricordarlo: EVITIAMO LE GUERRE!!!
    un abbraccio

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