L’orto vuol l’omo morto……… e noi ci si rifocilla con un cacciucco di ceci

musica per la lettura
Da bambina sognavo.
Sognavo sempre.
 Ero una di quelle con la testa fra le nuvole, come diceva  mia nonna.
Mi sedevo sulla terrazza della cucina con le gambette penzoloni che oscillavano con mollezza mentre il mio Io elaborava sogni su sogni. Sognavo di vivere in campagna, e sapevo bene anche dove, avevo visto il posto durante le gite domenicali in auto con il babbo e la mamma. Io avevo ben in mente il mio pezzetto di terra, con la mia casa e il mio recinto. Si, il mio recinto perché io volevo vivere in campagna per avere un cavallo e per fare l’orto. Strano? no, perchè strano? Strano che una bambina di 6 o 7 anni voglia vivere in campagna con un cavallo e l’orto? E Pippi Calzelunghe dove la mettete? Era lei che aveva un cavallo a pois  e un’orto…..
E io sognavo, sognavo distese di erba per il cavallo (rigorosamente appaloosa bianco e nero perchè così era il cavallo di Tiger Jack, mitico compagno di avventure del Tex Willer dei fumetti che comprava il mio babbo e che io leggevo e rileggevo insieme a Topolino), sognavo orti con filari di carote per il cavallo, sognavo corse pazze e veloci incontro al vento cavalcando a pelo il  MIO cavallo.
E così la Sandra piccina, dondolava le zampette e sognava. Sognava e sognava e sognava. E come si dice, volere è potere, mi sono ritrovata a 30 anni con la possibilità di costruire il mio sogno con il mio compagno.
Abbiamo comprato una casa colonica abbandonata, disabitata da 50 anni circa a un prezzo stracciatissimo all’asta di un fallimento, guarda caso proprio nella zona che io mi sognavo da piccina.  Uno splendido rudere in pietra del 1400 c.ca, una vecchia torre di avvistamento del territorio situata nella valle dell’arno, fra Firenze e il valdarno fiorentino, fra le colline toscane quadrettate di vigne e fiorite di olivi. Dalla finestra di casa si vede il panorama che Leonardo dipingeva negli sfondi dei suoi quadri: l’ansa del  fiume in lontananza, fra il verde delle colline, la bruma mattutina che sale, il cielo azzurro…. un quadro insomma.
Ma non sono state solo rose e fiori: e’ stata una ristrutturazione fatta in economia ( per i non addetti ai lavori  “in economia” signifia fatta in proprio). Il babbo imbianchino e falegname, il suocero mastro muratore, noi con tanta voglia e tanta passione: abbiamo fatto di tutto per questa casa. A me  manca solo murare qualche mattone, per il resto ho fatto tutti i lavori. Pulizie, ragazzo di fatica, scartatrice di legno, imbianchino, elettricista, ho impastato intere betoniere di calcina per gettare solai…. Siamo stati per quasi due anni senza conoscere sabati e domenica, ferie o feste comandate: o si doveva salire sul tetto, o si dovevano sabbiare le travi, o si doveva gettare un solaio o cerchiare un arco. Il risultato è stato meraviglioso per noi, un restauro conservativo come dice con vanto il nostro amico geometra. 
Essendo la casa una delle più vecchie del comune abbiamo dovuto eseguire un restauro conservativo: finestre piccolissime rimaste tali, nessuna variazione importante, aperture e chiusure rispettate in pieno. Abbiamo una cucina di 40 mq c.ca con un bel caminetto,  prima c’erano le stalle della casa con tante di mangiatoie,  ma due finestre piccole che non lasciano entrare molta luce. La porta di ingresso in ferro e  vetro che si affaccia sulla loggia che comunque è poco luminosa…. sempre con le luci accese tranne qualche ora della mattina d’estate…. questo mi spiace, mi manca l’aria luminosa della mattina in cucina…. 
Ma mi accontento perché quando mi affaccio vedo questo:

Una volta insiediati nel “castello da favola” ho pensato:

adesso mi prendo un cavallo

Quello mi mancava per avere il sogno al completo… no, mi sono presa due cani, il cavallo troppo oneroso purtroppo! Ma non ho ancora smesso di sognare, non si sa mai!

Dopo l’interno della casa  è arrivata la parte esterna da sistemare. Ci siamo costruiti un giardino delle rose……

lasciando i  cespugli autoctoni di rosa canina (la rosa canina è la mamma di tutte le nostre rose, la rosa originale, le cui bacche rosse in ottobre sono buone per fare la marmellata e sono ricchissime di vitamina C) sparsi dappertutto,

piantando rose di tutti i colori da talee “rubate” un po’ da tutti gli amici.

A volte mi piace stare affacciata alla finestra  di camera con una bella tazza di tisana in mano e guardare il giorno che nasce  mentre penso. E mi ritrovo immersa in questa pace che tutto placa anche le più dure emozioni.

Oppure mi fermo e mi guardo intorno a pochi km da casa mentre vado al lavoro e vedo questi panorami….

o questi……
O davanti alla strada di casa, guardando al di sotto dell’aia, in primavera alle 8 di mattina….. 
 Fortunata? Si, ho realizzato uno dei miei sogni più grandi, vivere in campagna, non senza sacrifici…. mi ricordo che a volte alla scadenza della rata del mutuo ci siamo guardati negli occhi, io e il mio compagno, e ci siamo fatti forza a vicenda per non metterci a piangere…… quando si dice un conto in rosso! Ma se tornassi indietro credo rifarei la stessa cosa……

E alla fine di tanto ciarlare  approdiamo  all’orto: e quando è vero che l’orto vuol l’uomo morto!!!
Faticoso, l’orto, molto faticosa ma di soddisfazione! Abbiamo cominciato con la carciofaia, sotto casa. Ara, dissoda, zappetta, pianta: pochi carciofi e duri come i muri….. Poi ci siamo dati all’orto vero e proprio. D’inverno cavoli, insalate, porri  e quand’altro…. d’estate pomodori, zucchine, piselli, cipolle, melanzane, peperoni, peperoni piccanti. Abbiamo provato anche con le patate, i cinghiali e i caprioli hanno tanto gradito e tutti gli anni ancora si chiedono come mai non le piantiamo più…. 
E gli alberi da frutto: peri, meli, ciliegi giapponesi e ciliegi “duroni”, albicocche, susine, ulivi …..

 

 ma il nostro terreno è un terreno duro, galestro poco sotto  30 cm di terra, e poi c’è il vento, e poi c’è la nebbia … abbiamo capito perchè i terreni erano coltivati a vigna tutto intorno a noi…. Un sacco di sforzi, un sacco di fatica. D’inverno si zappetta, si copre quello che necessita essere protetto e via, d’estate…. d’estate bisogna annaffiare tutti i giorni (e noi non abbiamo un pozzo nostro ma solo una cisterna di recupero delle acqua piovana). E d’estate bisogna annaffiare copiosamente altrimenti non si raccoglie niente da tutta la fatica fatta  e,  bisogna annaffiare o la mattina presto o la sera tardi dopo il tramonto, lontanto dai raggiu più caldi del sole, nell’ora delle zanzare per capirci. E quindi tutte le sere si fa la guerra con i vampiri immondi: bisogna vestirsi tutti con una apposita tuta di carta e cospargere abbondantemente le parti nude con antizanzare… se te lo dimentichi sei un uomo morto…. torni a casa provato e distrutto dall’assalto kamikaze delle bestie immonde e bitorzoluto di rosso in ogni dove….. ecchessicome che non si ringiovanisce e gli impegni invece che diminuire aumentano e la pensione io me la posso sognare (ancora 20 anni…. forse….) anno scorso abbiamo abbandonato l’orto. Con dolore, ma abbiamo abbandonato l’orto pensando di sfruttare quello di mio suocero pensionato. E così è stato: ho coltivato solo erbe aromatiche e  una minima piantina di peperone che è rinata dai semi di anno scorso. Il mio origano seccato non ha uguali, le foglie di basilico congelate all’occorrenza tornano come nuove e profumate, i miei pesti sono interessanti e curiosi…… Adesso ho una rimanenza di bietoline, anche loro  rispuntate tenaci da anno scorso e un paio di piante di cavolo nero che stanno cominciando a fare delle belle foglioline e i fiorellini gialli deliziosi da mangiare crudi. Chissà, forse quest’anno che viene proveremo a rifarlo….. chissà….

Anche questo sotto fa parte del vivere in campagna……

 prove tecniche di ….. terrore!!!!

  qui invece si dorme pacifici…..

Che ne dite, sono stata fortunata, sono riuscita a realizzare il mio sogno di vivere in campagna e ho anche potuto fare l’orto, per il cavallo….. non ho ancora smesso di sognare, io insisto, non si sa mai!
In quanto a orto quest’anno ho ampiamente sfruttato mio suocero, che pover’uomo  è stato ben contento di nutrirci con zucchine (fino all’esaumento mentale per inventarsi qualcosa di nuovo con l’ortaggio proliferante), o di portarci insalata croccante, cetrioli e pomodori freschi per condire tutti insieme o per fare un  pan molle .
Ma negli scorsi anni abbiamo potuto fare la passata di pomodoro con i nostri pomodori, o i pomodori secchi sott’olio (mi rincresce non avere foto), le zucchine sott’olio con il pepe nero, le melanzane ripiene sott’olio o farci dei bei pomodori verdi fritti con l’uva  come faceva sempre la mia mamma, oppure i peperoni a campanella piccanti in agrodolce, oppure ancora  le nostre olive in salamoia  …..Vogliamo parlare delle marmellate con frutta VERA? Di quella appena colta dall’albero con sudore della fronte? Ecco, volete quella di uva fragola con il metodo Ferber,  quella di fichi neri, quella di ciliegie rubate, quella di pesche senza zucchero ma con le noci,   o volete pesti diversi dal solito come questo di insalata invidia dell’orto o questo con le solite zucchine? Che vi devo dire , siamo bucolici, siamo campagnoli, siamo contadini per scelta…..
 
Per adesso ho preso le bietoline del residuo dell’orto  per fare questo cacciucco di ceci suggeritomi da Paolo Petroni ….
tovaglietta, brocca e piattino  Green Gate
E’ andata così. Ho avuto una richiesta da mio figlio e dal 1/2 pompelmo, mi è stato detto che avrebbero volentieri mangiato un cacciucco, sempre se io fossi stata in grado di farlo. 
Mannaggialasbomballatasbullonatasderenataecane!!!! Ma siamo impazziti? Io che non so fare il cacciucco?
Come lo volete, ho detto con voce soave e ammiccante, alla livornese o alla viareggina?
Hanno lasciato a me la scelta. Ora, siccome mi sono sentita un po’ arrugginita sono andata di corsa, quando ero sicura che nessuno mi vedesse, a consultare le mie GUIDE insostituibili:  Il grande libro della vera cucina Toscana di Paolo Petroni (sempre benedetto sia) e Pellegrino Artusi: Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene (santo subito). Ho trovato la versione che più mi piace, devo dire che sono tutte molto simili, e deciso che avrei fatto il tutto sabato sera per cena. Dopodichè mi cade l’occhio sulla pagina accanto al cacciucco alla livornese del libro di Paolo petroni…. cacciucco di ceci….. cacciucco di ceci? Lo sapete, una delle mie passioni sono i ceci e le farine di ceci…. si invita la lepre a correre. Ho letto e scoperto che la parola  cacciucco(con doppia C per l’amor di DIO!) sembra  derivare da una parola di origini  turche,
“küçük”, che vuol dire minutaglia. In Toscana il termine indica in
genere la mescolanza di cose diverse e si traduce poi, in ambito
gastronomico, in un’unione intima di pesce, spezie, aromi che danno
origine ad un piatto realmente unico:il cacciucco. Ma fatto con i ceci per me è stata una meravigliosa novità! Che dite voi, non ho messo tempo in mezzo, neanchè a farlo apposta avevo cotto i ceci il giorno prima, la bietolina era nell’orto e il resto non era un problema certo! Piatto poverissimo, non povero, poverissimo ma credetemi delizioso!
ingredienti:
un mazzetto grosso di bietoline 
250 gr. di ceci
400 gr. di pomodori pelati
1 spicchio d’aglio 
peperoncino piccante 
pane raffermo 
sale e pepe
olio extra vergine di oliva
Ci sono due modi, con i ceci già cotti o con i ceci da cuocere. Io vi racconto quello con i ceci già cotti che ce li avevo già pronti…
Preparate i ceci: il giorno prima mettete in bagno i piccinini in abbondante acqua e un pizzico di bicarbonato, il giorno dopo o comunque minino dopo 12 ore cuoceteli in acqua leggermente salata fino a che saranno morbidi. Io li metto nella pentola a pressione, 25 minuti e siamo pronti.
 
In un tegame di coccio fate soffriggere in un filo d’olio lo spicchio d’aglio, quando imbiondisce aggiungete le bietoline lavate e tagliate a pezzi piuttosto grossolani e avendo cura di togliete le coste troppo grosse che risulterebbero troppo dure. Fatele cuocere un po’ e poi aggiungete i pomodori pelati passati e un po’ di acqua. Salate e aggiungete un po’ di peperoncino macinato,  fate cuocere per una ventina di  minuti a pentola coperta. Aggiungete poi i ceci con un romaiuolo  della loro acqua di cottura e lasciate cuocere per altri 10/15 minuti. Aggiustate di sale, se necessario,  e servite caldissimo sopra le fette di pane toscano raffermo abbrustolite e condite con una passata  di aglio, olio evo e sale….. vi leccherete i baffi!!!
Con questo post chilometrico avrei intenzione di partecipare al contest di  cook n’book  

“Voglia di orto: Maramao perché sei morto?
nella categoria  secondi piatti essendo i ceci proteine vegetali

con quelle due lì, la Luisanna e la Maria di cui seguo sempre le geste gloriose in televisione fra pentole, fornelli e battute in toscanaccio!

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Avviso ai naviganti 16#….. E SON SODDISFAZIONI!!!

La Silvia e la Elle,  nella loro immensa sommitudine di giudici hanno decretato i miei cestini di pasta matta di farina di castagne una delle tre ricette finaliste del loro contest…. 

E SON SODDISFAZIONI!!!!!!!

Image and video hosting by TinyPic 
Quindi non mi rimane che aspettare l’esito finale…. ma intanto io il bannerino che sono arrivata tre lo metto lo stesso, permettetemelo!!!!
mi sento così….. 

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Salsa verde e maionese, come accompagnare il bollito

musica per la preparazione
un video bellissimo, assolutamente da vedere 
 
 
 

LA SALSA VERDE

 
 
salsa verde
 
In casa mia con il lesso (il bollito in italiano) ci voleva la salsa verde, guai non avere almeno la salsa verde. E da lì si partiva con le varie versioni e con le varie discussioni, con bisticci, litigi, scambi di opinioni ecc. ecc.
Poi, alla fine dei giochi, la salsa verde era sempre una meraviglia. Forse faceva parte del gioco, io mi ricordo la mia mamma e la mia nonna che si becchettavano amorevolmente e nessuna delle due che mollava il mestolo del comando!
Io seguo la loro ricetta, che poi più o meno era U-G-U-A-L-E, con qualche variazione sul tema avvicendatasi nel fare e disfare. 
Per una ciotola di salsa verde  come quella sopra:
 
  • prezzemolo fresco – 2 mazzi grandi
  • 1 uovo intero assodato
  • mollica di pane raffermo bagnata in acqua e aceto
  • una bella manciata di capperi sotto sale
  • filetti di acciuga
  • pasta d’acciuga
  • aglio – facoltativo
  • olio EVO (assolutamente)
 
 
Assodate l’uovo e fatelo freddare in acqua. Mettete la mollica di pane, la quantità circa di 3 hg di pane raffermo, in bagno con acqua e aceto bianco. Una volta ammorbidita strizzatela bene. Pulite, lavate e asciugate il prezzemolo. Su un tagliere di legno (non di plastica per favore!) depositate tutto il prezzemolo, lo spicchio d’aglio – io non lo metto quasi mai causa difficoltà di digeribilità, in casa mia fanno i “fichi”-, un ricciolo di pasta d’acciuga, l’uovo assodato sminuzzato, i capperi dissalati in acqua e strizzati e la mollica di pane:  con la MEZZALUNA fate il battuto di tutti questi ingredienti, senza sbraitare, senza arrabbiarsi e senza annaspare, ci vogliono 5 minuti e non di più e lo dice anche l’Artusi che si fa a mano: forse ai tempi dell’Artusi non c’era il mixer?  Per favore, per favore, non mettete tutto nel mixer, si uniformano troppo le consistenze e secondo me invece è bello sentire le diversità mentre si mangia!
Mettete tutto in una ciotola e aggiungete olio extra vergine di oliva quanto basta amalgamando il tutto con delicatezza. Prima di aggiungere il sale pensateci bene…. Poi prendete i filetti di acciuga sott’olio sgrondati e adagiateli sul fondo della ciotolina che porterete in tavola e poi versateci sopra la salsa verde. E’ d’obbligo il pane fresco fatto in casa, un buon pezzo di bollito (magari il muscolo o la guancia o anche una coscetta di pollo) e un rosso importante da bere.
 

LA MAIONESE

 
 
maionese
 
 
La maionese invece è un’alchimia, un’emulsione, tutte le volte per me un’avvenimento.
Domenica ci ho provato due volte e ho mollato la presa, non era aria. A volte invece viene subito, come si puo’ vedere sopra.
La ricetta classica con il frullatore ad immersione:
 
  • 150 ml di olio di semi
  • un uovo intero a temperatura ambiente 
  • 100  ml di olio extra vergine di oliva
  • 1 cucchiaino di aceto bianco
  • sale, un pizzico
  • succo di limone
 
 
Misurate bene gli ingredienti, mettete tutto nel bicchiere del frullatore a immersione e cominciate a frullare: uno, due e tre e la maionese è fatta ….. a volte si e a volte no per me!
Non abbiate timore, sono io che sbaglio a volte, alla mia bambina viene sempre al volo!
Potete poi decidere come aromatizzarla: al pepe rosa? al pepe nero? al curry? fate voi. 
La raccomandazione è la stessa, pane fresco, verdura cotta a vapore e vino rosso.
Io la mangio anche da sola sulle fette di pane, da golosastra maledetta !!!!!
 
 
 
 
 
buon appetito passerotti!
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