per creare l’atmosfera – Kashmir, Led Zeppelin
“Oh, pilota della tempesta che non lascia traccia
come pensieri dentro un sogno “
Giugno 2019
Perché partire è sempre stato un po’ triste per me, non lo so perché, malinconico. Lasciare gli affetti, i luoghi, le vie quotidiane.
E adesso invece qua, oggi, sulla pista, con i motori al massimo, tenuti prigionieri in attesa del via, con Cashmere sparata a palla negli auricolari, ecco, adesso qua, questa volta, sono consapevole di voler andare via. E così, al rilascio di tutta l’energia imbrigliata, quando il motore viene liberato questo piccione prende il volo, si alza sopra Firenze, vira, sale. E io con lui. E tutto diventa piccino piccino, l’Ikea un quadratino blu, la cupola del Brunelleschi sparisce, le case le strade….e ancora si sale, aspettando di essere sopra le nuvole, in quel mare ovattato di bianco, aspettando di volare davvero sopra il mare. E l’autostrada è un nastro fra le colline toscane, e i paesi solo tetti e geometrie. E le prime nuvole come batuffoli di cotone, un mare lontano, all’orizzonte, fra cumuli e cirri, sole e azzurro.
Palermo mi aspetta. Io mi aspetto, mi aspetto da troppo tempo, è arrivato il tempo di prendersi, curarsi, amarsi.
E mi voglio riempire gli occhi di azzurro mare fino a che non straboccheranno di colore.
Ecco, come direbbe mia sorella Amanda. ecco.
E poi si torna. Si riprende l’aereo e si ritorna. A casa. A malincuore, perché in questi sette giorni sono stata leggera. Senza pensare a niente, senza ricordarmi la fatica quotidiana di convivere con me. E tanto di questo è “colpa” sua, della Forno Star. Un treno in corsa, lanciata a tutta velocità incontro a me: è stata una collisione meravigliosa. Non so, si dovevano vedere le scintille da fuori. È stato subito festa, subito. Abbiamo riso, tantissimo, sorriso, tanto, camminato assai assai, mangiato di continuo. Non è facile raccontare la sintonia. Abbiamo parlato, ridendo. Ci siamo raccontate sapendo che chi ascoltava capiva, ci siamo raccontate i sentimenti, le emozioni, la vita quotidiana. Ma abbiamo riso tanto, e camminato, e visto, e ascoltato, e …mangiato, da brave foodblogger.
Siamo tornate la sera dalle nostre escursioni palermitane stanche morte ma con il sorriso nel cuore, con la felicità. E se ci siamo addormentate sulla poltrona per cinque minuti per riposare gli occhi e riprendere energia non ci siamo lasciare mai e abbiamo ricominciato a ridere. Perché siamo state ospiti su rai uno, siamo state vegetariane per dieci minuti, non abbiamo mangiato zucchero e poi giù nelle brioche con il gelato, le granite, le pizze, LE arancine abburro, i panino Ca’ meuza, i cannoli, la pasta con i tenerumi, le panelle…. Siamo state così bene che ripartire è stato faticoso.
Ma, come si diceva scherzando, l’ospite dopo tre giorni puzza, era ora di tornare.
Ringrazio Salvatore e i pargoli per la “camurrria” familiare meravigliosa, io come una di famiglia, e Dio solo sa quanto ne avevo bisogno.
Dunque, avete bisogno di una cura intensiva ricostituente? Andate a casa Forno Star e dopo qualche giorno sarete come nuovi.
Vi lascio solo un po’ di fotografie: Palermo è magica, il centro storico più grande d’Europa, il vecchio e il nuovo, il sacro e il profano, i colori, i sapori, le voci, i profumi.
4 commenti
Bisognerà andarci prima o poi a Palermo.
Quante ne dice tua sorella, da non credere 😁😁
vero? mia sorella è una chiaccherona!
E io sono molto contenta di sentire che sei stata così bene. Io non la conosco personalmente la Forno Star ma si percepisce la sua bontà d’animo. E poi è siciliana! Io non ho mai conosciuto un siciliano antipatico e musone 😀 ciao dolce amica, anche io ti aspetto sempre, quando vuoi, lo sai.
la mia preziosa Terry!