Ufficio serenità smarrite – pane liquido

 

Recondite – Levo – Iffy

musica per voi

 

 

eehhhh, dite bene voi, che c’entra l’

Ufficio serenità smarrite – con il  pane liquido

(liquido????ma che è il pane liquido?) in realtà quasi niente ma dovevo mettere comunque insieme le due cose.

in tempo di crisi, come ai tempi del colera, io mi rifugio in loro. nei miei alberi.
ho sempre disegnato alberi: acquarelli, olio, tempere.  li ho fatti con il fil di rame, li ho scolpiti, li ho modellati. ho la mente piena di alberi, fin da bambina. mi confortano, eleganti, solitari ma solidi, possenti. chissà quante cose avrebbero da raccontarci.  invece no, se ne stanno fermi, ci osservano, ci sopportano mentre inquiniamo la loro terra, forsse ci compatiscono, ridono del nostro correre ed affannarsi mentre si fanno spettinare le chiome dal vento.

mi affaccio alla finestra della cucina e guardo il gelso,

il  mio grande gelso che con le fronde gentili sfiora la mia casa. sembra quasi che allungandosi mi voglia toccare, mi voglia consolare. i rami che dondolano nella brezza mi cullano, mi acquietano, mi danno quella minima pace che mai trovo. spesso mi ritrovo appoggiata al davanzale a guardare fuori, a guardare gli alberi, a pensare, a respirare il profumo dell’aria.

chissà

perchè la mia anima non ha mai pace, non si ferma mai, non smette mai di parlarmi. e mi mostra scenari futuri a cui non posso porre rimedio, mi porta ad affrontare dolori che di nuovo si ripropongono ma come nuovi.  nuove sfide, nuove sventure, buone nuove, devo imparare che non dipende solo da me, che non posso controllare tutto. anzi, che non posso controllare quasi niente nell’imprevedibiltà della vita.

ci vorrebbe un ufficio per le serenità smarrite o forse mai avute, ci vorrebbe un ufficio serenità smarrite e io andrei là, parlerei con la gentile signoina che sorridendo mi chiederebbe:
– di che colore è la sua serenità?
– è color arcobaleno
– ecco, allora, le serenità color arcobaleno sono in quello scaffale laggiù
– e indicherebbe uno scaffale a due corsie lunghissimo, quasi infinito e continuerebbe – bene, adesso venga con me e sorrida anche lei: le serenità sono dispettose a volte, hanno bisogno di incoraggiamento per farsi trovare
e avanzando fra gli scaffali di legno polverosi, fra il profumo di carta invecchiata degli scatoloni, vedrei spuntare il mio arcobaleno personale, dapprima timidamente da sotto il coperchio e poi invece  balzarmi in braccio e avvolgermi di colori.
– ecco, abbiamo ritrovato la sua serenità! ha ha ha, mi raccomando, non la perda di nuovo Sandra….

esiste?

esiste un ufficio serenità smarrite? se lo trovate, se sapete in che mondo, in che continente, in che paese,  città, in che via, in che angolo è ditemelo, ne ho tanto bisogno!

 

dsc_8304 pane liquido

pane “liquido”

 

um impasto veramente molto idratato, quasi liquido, tanto liquido che non è possibile gestirlo come un impasto normale ma usando forchetta per mischiare acqua lievito e farina e stampi per la cottura

 

DSC_8318 pane liquido

ingredienti:

  • g. 120 licoli al secondo rinfresco
  • 200 g. semolato di grano duro Senatore Cappelli di Monte Sante Marie
  • 150 g. di farina integrale macinata a pietra
  • 150 g. farina tipo 0 di grano tenero
  • 600 g. acqua

 

DSC_8311 PANE LIQUIDO

 

lavorazione:

  • setacciare le farine insieme
  • sciogliere il li.co.li insieme a metà dell’acqua in una ciotola ed impastare, aggiungere la restante acqua sempre impastando.
  • impastare con una forchetta fino a quando la farina si sarà amalgamata insieme all’acqua: il composto risulterà semiliquido, non gestibile con le mani, non lavorabile sulla spianatoia
  • foderare uno stampo, io ho usato quello del plumcake, con la carta forno, spolverare abbondantemente con farina e versarci il composto ottenuto
  • spolverare la superficie con altra farina, infilare in un sacchetto di plastica e riporre in frigorifero per 24 ore

 

DSC_8314 pane liquido

cottura:

  • togliere l’impasto dal frigo, lasciarlo acclimatare per una quarantina di minuti a temperatura ambiente nello stampo e poi mettere a lievitare nel forno spento con la luce accesa
  • niente paura se  APPENA USCITO DAL FRIGORIFERO l’impasto sarà ancora semiliquido e pieno di bolle in superficie
  • dopo un paio di ore controllare la lievitazione, l’impasto sarà cresciuto quasi a tracimare dallo stampo e presenterà ancora tantissime bolle d’aria in superficie
  • spolverare di nuovo con farina e infornare nel forno già scaldato a 250°C.
  • mettere una placca vuota sul fondo del forno: al momento che il pane sarà infornato gettare sulla placca un bicchiere di acqua ghiacciata o dei cubetti di ghiaccio per creare vapore
  • cuocere per 15 minuti a 250°C, 25 minuti a 180°C e altri 5 minuti con il forno fessurato
  • lasciate raffreddare il pane su una griglia e se ce la fate fatelo raffreddare prima di affettarlo

come si vede nello foto sotto io non ce l’ho fatta e ho affettato ancora fumante 🙂

 

DSC_8319 pane liquidoe non fate come me che l’ho tagliato appena sfornato…….

dsc_8315 pane liquido

questa ricetta va nella raccolta di RICETTE ITINERANTI che sostiutisce la raccolta di Panissimo

 

 

vi aspettiamo!

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12 commenti

  1. Bellissimo tutto.
    L’ufficio serenità smarrite esiste, è difficile rintracciarlo, ma esiste. Ci imbattiamo nell’ufficio all’improvviso, in una giornata qualsiasi, soprapensiero, spettinate e stanchissime, ce ne accorgiamo solo perchè al sorriso che nasce sulle nostre labbra si associa un sorriso caldissimo, improvviso, potente, che fa quasi male che nasce dal cuore.
    Ma se ci mettessimo in cerca, come il migliore dei detective, lo perderemmo sempre. Ha le sue bizze l’ufficio e a noi tocca sperare…e consolarci. Ma con un pane come questo che grande consolazione- Buona domenica

  2. Io scommetto che quando panifichi l’ufficio serenità smarrita si avvicina molto tanto da sentirne gli influssi positivi. O mi sbaglio? per me è così, quando impasto ritrovo la mia serenità smarrita. Poi magari la smarrisco di nuovo ma almeno in quel momento sono felice e serena. O quando annuso il profumo di pane che si sprigiona dal forno. Chissà forse l’ufficio serenità smarrita si trova proprio in un angolino nascosto del forno 😀

  3. Se trovi prima tu quell’ufficio, passami l’indirizzo…ne avrei tanto bisogno anch’io di ritrovare la mia..ma non quella con me stessa, piuttosto la serenità con la vita di coppia/famiglia/futuro…
    Proverò il tuo pane…impastare (anche se con una forchetta) mi rimette in pace con il mio micro mondo.
    Un forte abbraccio amica <3

  4. Tu sai che quando vuoi puoi venire a vedere se si nasconde nel mio armadio la tua serenità smarrita.
    Quel pane fa solo mette già il buon umore

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