Timballo di riso in crosta per la pecorella di marzapane

Pemettetemi un inciso:
arrivo or ora da un giro sul web e mi sono arrabbiata come una scimma con i commenti: ho provato per 3 volte a inserire un commento su un post che mi piaceva un sacco, ho provato, credetemi, a dimostrare che non era un robot….. abcyd54 e poi untdrt21 e poi porcmis99 e poi…. e poi me ne sono venuta via perché ero inc…avolata nera! Insomma, io non sono un  robot e volevo fare i complimenti a una blogger su un piatto che mi era piaciuto e questo controllo mi ha fatto perdere le staffe! Ora poi che hanno cambiato da qualche giorno è ancora più incomprensibile, diventa sempre più disarmante e uno si sdà ….. ragazze  perché non mettete la moderazione per pubblicare i commenti invece di quelle trappole per robot??????? Per favore……..!!!!!! Voi leggete i commenti e poi decidete se pubblicarli o no….. Moderiamo, ragazze, moderiamo.

Ma veniamo a noi:  sul filo del rasoio… non mi ero mica resa conto che oggi è il 25 di giugno ed è l’ultimo giorno utile per mandare le ricette a Pecorella di Marzapane

Il primo chef per un mese di Pecorella di Marzapane è stata Angela di Verzura: pemettetemi di fare pubblicamente i complimenti alla cuoca e all’artista degli acquerelli che è Angela, delicatissima. Il profumo dei suoi piatti passa attraverso le sue foto e i suoi disegni……
Ma vediamo di detronizzarla e di metterci in gara con gli ingredienti di giugno che nella sporta indicano:

riso, latte e…. un pizzico di piccante!!!!
e io ce l’ho!!!!! 
Questo timballo di riso in crosta è proprio lui, l’ho fatto apposta! 
Piatto di recupero, di quelli che piacciono a me, perchè come dico sempre non si può buttare via il cibo per rispetto di chi non ce l’ha. 
Sabato sera a cena in terrazza con gli amici. Con il caldo che era stato ho pensato che un’insalata di riso fredda poteva essere gustosa e rilassante. Ma ho preso male le misure e ho cotto il riso per un reggimento di soldati (come avrebbe detto la mia nonna: che c’è un reggimento di soldati a cena stasera??) e allora invece di condirlo tutto ne ho lasciato un po’ in bianco in una ciotola di vetro e riposto  nel frigorifero con la promessa di impiegarlo bene i giorni a venire. 
Domenica a pranzo…….
gli ingredienti: 
1 rotolo di pasta sfoglia
150 c.ca gr. di riso arborio cotto
latte
1 fetta di ‘nduja 
2 uova
prosciutto cotto a dadini e in fette
mozzarella
1/2 peperone rosso
1 porro 
parmigiano reggiano grattugiato
pan grattato 
1 noce di burro 
 olio extra vergine di oliva
sale e pepe
Cominciate con il tagliare a listarelle il porro e a soffreggerlo in una padella antiaderente con un filo d’olio. Aggiungete una bella fetta di ‘nduja e fatela sciogliete insieme al porro. Una volta che il porro è diventato trasparente aggiungete il peperone tagliato a listarelle sottili in modo che si arrostisca velocemente. A cottura quasi ultimata del peperone aggiungere il prosciutto cotto e un 1/2 bicchiere di latte. Aggiustare di sale e finire di cuocere. Il tutto deve rimanere piuttosto morbido in modo da legare il riso nella torta.
Prendete il riso e mettetelo in una ciotola capiente, aggiungete le uova, il composto ottenuto, la mozzarella a cubetti e amalgamate il tutto. 
In una tortiera da forno (la mia era ovale) adagiate la pasta sfoglia con la relativa carta da forno sotto.
Foderate la sfoglia con le fette di prosciutto cotto sottili e poi mettete sopra il composto di riso. Ripiegate i bordi della sfoglia che sporgono all’interno in modo da formare un bordo piacevole allo sguardo (perchè anche l’occhio vuole la sua parte). Spolverate con formaggio parmigiano, pan grattago e scriscette di prosciutto cotto arricciolate. Una noce di burro e in forno per una ventina di minuti a 200°. Lo so, di questi periodi accendere il forno porta ancora più calore ma io ho un trucco: mi sono messa un fornetto elettrico nella loggia davanti alla cucina…. sforno quando mi pare e non porto calore in casa (nella nostra cucina anche quando è caaaaldo caaaaldo ci sono sempre intorno ai 23/23°…. mura vecchie in pietra spesse anche 60 cm., alberi frondosi intorno casa, finestre piccole=frescolino) 
Servitela tiepida o fredda, accompagnata da un buon rosso, di quelle con le zampette gialle ( Chianti gallonero). E’ indicato sia come piatto unico o come antipasto in porzioni ridotte…. Il timballo è semplice da fare ma ha un sapore così particolare e saporito, la hduja piccante si sposa magnificamente con il porro e il peperone,  che vi verrà voglia di rifarlo spesso e volentieri. 

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22 commenti

  1. evviva….
    ciao Sandra
    abbiamo appena letto il messaggio di Tiziana
    siamo felici della tua e nostra vittoria..
    Possiamo solo confermare il commento del 25 giugno!!
    timballo super bello e gustoso!!
    BRAVA!!
    Un bacio le 4 apine

  2. Cara Sandra, sono stata malissimo questa settimana… e poter tornare qui, gustarmi le ricette che avete preparato per il mio blog mi ridona il sorriso: grazie! Il tuo timballo, profumato di petali e dolcezza, è romantico e appetitoso, lieta di averlo tra le ricette in gara per giugno 🙂
    Tiziana

  3. Sante parole, Sandra! Proprio sante parole! Anch'io perdo un mucchio di tempo, alla fine mi intestardisco e voglio proprio lasciarlo il commento e perdo un mucchio di tempo!!!
    Ma parliamo di cose piacevoli, quali il tuo timballo! Se dipendesse da me, avresti già vinto! E' delizioso!
    Un bacione e buona settimana

    1. Io a volte mi sdo'…. no ce la faccio ad arrabbiarmi per un commento! Grazie per i complimenti!!! Salutoni cara

    1. Silvia, la 'nduja è quel meraviglioso salume piccantissimo calabrese che da un tocco di non so che a tutto!!!!!

  4. Non mi parlare di blogger e commenti. Quante volte mi si cancellano, non mi permette di lasciare commenti oppure mi dice "commento doppio" ma non esiste. Ma perhcé la tecnologia complica le cose??
    Fortuna c'é la tua delizia salata che mi mette il buon umore! 🙂

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