Perchè Roma è sempre Roma… pinsa fichi e prosciutto

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Planet Funk, the switch

musica per l’ascolto

 

 

si, Roma è sempre Roma.
appena metti  piede su suolo romano, che sia la stazione Termini o qualsiasi altro approdo della città eterna ti rendi conto di essere proprio nella città eterna.
appena scesi dal treno ci ha accolto l’afa, la calura di questa estate che ha tardato ad arrivare ma che adesso si fa sentire in tutta la sua prepotenza. e come ci si poteva immaginare, dopo essere arrivati al 20 di giugno con una temperatura da appena primavera, ci si ritrova nel caldo estivo improvvisamente, totalmente. in questa calura inclemente, in queste giornate di luce bianca, di tetti baluginanti, di cieli abbaglianti, la meraviglia di trovarsi in questa città, IMPERIALE, fra le rovine di antiche vestigia mischiate  ai moderni edifici, la bellezza dei suoi fori antichi sparsi ovunque, lo stupore dei suoi immensi e altissimi obelischi, il discorrere allegro dei suoi abitanti, coloriti e colorati, ecco, in questa giornata uggiosa noi abbiamo presentato il nostro libro alla città eterna.


è sempre festa quando ci si ritrova per celebrare un’occasione, io le vivo così le presentazioni del libro, con immenso entusiasmo.
una partenza, uno staccare dal quotidiano per andare a portare in giro un pezzettino di me che esce fuori dalle foto.
ed è sempre bellissimo ritrovare gli amici di lavoro di 15 mesi, abbiamo passato ore ed ore a discutere su come spostare i capitoli, su come fotografare i piatti, su come cercare nuove foto introduttive. km di mail, ore di telefonate, migliaia di messaggi.
e ora raccogliamo i frutti….
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e ora veniamo alla ricetta…..

per panissimo #42, ultima ricetta del mese

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“con questa ricetta  partecipo alla raccolta di Panissimo ideata da Sandra e Barbara questo mese ospitata da Sandra, Sono io Sandra

 comunicazione di servizio: Panissimo va in vacanza, ci perdonerete, siamo tutte molto stanche e abbiamo bisogno di staccare un po’ la spina, ci risentiamo a settembre con effetti speciali, preparatevi!

se poi ci fosse qualche volontario per ospitare la raccolta per il mese di luglio e agosto …….. scrivetemi e io provvederò!

la Pinsa romana  nelle sue varianti

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Pinsere in latino significa “allungare, da qua pinsa, una pizza allungata, dalla forma ovale e con uno speciale mix di farina che consentono una idratazione all’80% che rendono la pasta particolarmente digeribile.

io l’ho assaggiata nel quartierre di San Lorenzo, a Roma, in questa ultima scorribanda.
si parla di miscele segrete, di acqua fredda, di lunghissima lievitazione: mistico!!!
pensare poi che gli antichi romani, i latini, mangiavano questa pinsa devo dire che mi affascina molto. si narra che i primi cenni letterari siano da attribuire ad Ovidio.
e siccome la pinsa è proprio buonissima io ci ho provato, non me ne vogliano i romani, ma io ci ho provato.
sono aperta a tutte le indicazioni da parte vostra per migliorare la tecnica della pinsa……

io ho usato queste farine e questo sistema, ripeto, non è il mio terreno e sarò ben lieta di correggere i miei errori su vostro suggerimento.
a mia discolpa posso solo dire che come primo esperimento, beh, giusto o sbagliata la ricetta, era comunque incantevolmente deliziosa!

450 g di farina di grano tenero tipo 0
100 g di farina di riso
25 g di farina di soia
400 ml di acqua fredda
15 g di pasta madre in secondo rinfresco
10 g di sale
10 gr di olio

 

  • ho fatto autolisi: ho impastato nell’impastatrice le tre farine setacciate con metà circa dell’acqua – FREDDA! – le ho lasciate riposare per un paio di ore
  • ho sciolto il lievito nell’acqua rimasta (sempre fredda) e ho aggiunto la farina già preimpastata
  • ho fatto lavorare l’impastatrice a vel. 3 per 4 minuti con il gancio, ho aggiunto il sale e infine l’olio
  • ho lavorato ancora per una decina di minuti alternando fra vel. 3 e vel. 6
  • ho ribaltato l’impasto sul piano di lavoro infarinato e cercato di formare una palla: l’impasto è molto umido e appiccicoso
  • ho oliato una ciotola e ho deposto l’impasto all’interno, chiuso con coperchio e lasciato lievatare in frigorifero per 48 ore

le varianti: ci sono impasti che lievitano anche per 72 ore o anche 120, rigorosamente in frigorifero

si puo’ usare il lievito di birra (5 g. circa) al posto del lievito madre

  • dopo la lievitazione avvenuta in frigo, nel mio caso 48 ore, lasciar acclimatare l’impasto e poi dividerlo in 3 parti e “allungarlo”
  • lasciarlo lievitare direttamente sulla placca del forno o sulla refrattaria
  • dopo 2/3  o al raddoppio condire le pinse ed infornarle a forno caldissimo
  • buon appetito!

 


per la pinsa fichi e prosciutto

confettura di fichi extra Pure Stagioni – prosciutto crudo salato del Casentino

cuocerre la pinsa condita con olio di oliva extra vergine di oliva e sale grosso,

far raffreddare leggermente, aprirla e condirla con confettura di fichi extra Pure Stagioni e fette di prosciutto crudo salato

 

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permettemi una nota su questa confettura: sembra di mangiare i frutti freschi

 

 

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per la pinsa pomodorini e basilico

pomodorini, basilico fresco e mozzarella fior di latte

cuocere la pinsa con olio extra vergine di oliva e sale grosso, condirla a metà cottura con

mozzarella fior di latte, pomodorini freschi, olive dolci e guarnire con basilico

 

 

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per la pinsa “napoletana”

pomodoro, origano fresco , mozzarella di bufala, acciughe dissalate

condite la pinsa lievitata con pomodori pelati leggermente cotti con olio, origano sale e pepe

a metà cottura aggiungete la mozzarella di bufala e le alici dissalate. per guarnire foglie di origano fresco
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e ora un po’ di Roma…..
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IMPASTO PER PIZZA CON E SENZA LIEVITO  

di Tiziana, Nonna Paperina



PIZZA CON PASTA MADRE LIEVITATA 24H

 

di Elena, Il giandino dei ciliegi



PIZZA DI CAVOLFIORE SENZA FARINA – GLUTEN FREE

di Stefania, Cardamomo & Co.

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