questa non è una ricetta: è amore – il pane sbagliato


Musica per l’impasto:
e danzerai sopra una stella marina 
e danzerai colpendo al cuore la luna 
chi impazzì dietro a te non tornò mai più
se tu pensi positivo
un suono diventa musica,
un movimento diventa danza,
un sorriso diventa una risata 
la VITA diventa una festa

Il pane sbagliato…

questa non è una ricetta, questa è una storia.
una storia d’amore. un amore totale, coinvolgente, totalitario e bellissimo.
perchè per me fare il pane è un atto di amore.
non ve lo so spiegare, o almeno non ve lo so spiegare bene come vorrei.
vorrei farvi sentire la gioia che provo quando guardo il lievito pieno di bolle che mi parla dalla ciotola,
vorrei farvi partecipi della meraviglia che tutte le volte sento quando impasto con le mani,
acqua farina lievito, tutto insieme,
tutto diviso mentre diventa una cosa sola,
viva e palpitante sotto le mie mani.
e vorrei raccontarvi la deliziosa effervescenza della mia anima e la completezza che sento
quando mi siedo nella loggia,
davanti alla porta della cucina,
 e guardo dentro la finestrella del forno della cucina a legna.
mi siedo in terra, con la macchina fotografica in mano, in religioso silenzio.
di solito succede la notte, la sera tardi e tutto tace.
 gli abitanti della casa sono intenti a fare i fatti suoi o addirittura a letto,
non si sentono rumori  se non gli uccellini che si cercano e cantano e io,
seduta in terra con la Piera (fida gatta pelosa) accanto in cerca di coccole,
lì, al buio,
solo con il chiarore rosso delle fiamme nel forno,
il calore e il pane che canta solo per me.
e vedo quella pentola di acciaio brillante nel rosso riflesso delle fiamme,  e sento il calore che si spande e ascolto lo scricchiolio del pane che cresce.
e la gioia nel controllare la cottura, scoperchiare il tegame e sentire  il profumo,
il calore del pane.
 la crosta che piano piano si spacca, le bolle, il colore che cambia e da chiaro diventa scuro.
la perfetta sintonia con la natura, con il vivere, con il mondo….
e che cosa sarà mai fare questo pane!
niente, non è niente, è solo il  sentire le forze dell’universo che vivono intorno a me e crescono diventando una cosa profumata e reale, un sogno che diventa realtà.
energia in movimento.
qualcuno penserà che sono fuori,
fuori come un terrazzo,
 o che sono troppo estrema, in fondo solo acqua farina e lievito, che sarà mai!
e invece…
chi non ha mai fatto il pane, chi non ha mai avuto a che fare con un lievito non puo’ capire.
 e mi dispiace per lui.
questa non è una ricetta, è un pezzo di vita raccontato nei minimi particolari.
è un pezzo di me trasferito nel mondo per diventare qualcosa di altro.
è solo  amore e la sua forza.
pane sbagliato

Il pane “sbagliato” 

ho usato la farina sbagliata.
perchè ho scelto una farina Garofalo W170
(indicata per lievitazioni leggere tipo grissini e crakers)
per fare una lunghissima lievitazione
ho usato un lievito madre un po’ poco reattivo,
mica potevo buttare la pasta madre che mi avanzava, la parte esterna del rinfresco.
ho sbagliato i tempi di lievitazione.
tutto voluto però.
perchè bisogna provare cose nuove, diverse.
bisogna inventare, vedere, vagliare, valutare, rischiare.
a volte funziona, a volte no.
ma bisogna essere curiosi nella vita
questo pane è per Luigi e Manuela, i miei  Apprendisti Pasticcioni preferiti, che tanto
 hanno dato e danno a Panissimo, sia sul gruppo che sul blog.
perchè le belle persone sono belle persone e basta.
e la passione per il lievito è unica, sola, incontrollata e inestirpabile.
ma divento troppo melodrammatica, vi racconto tutti i miei errori per arrivare a questa meraviglia…..

Il pane sbagliato

ingredienti e tempi

ore 17.00 – 1° giorno
130 g. pasta madre
(la parte esterna del rinfresco, quella che di solito si butta
o si utilizza senza rinfrescare)
130 g. farina W170 Garofalo
143 g. acqua
impastare velocemente l’acqua con la pasta madre in modo da scioglierla
completamente. aggiungere la farina e impastare ancora
per poco fino ad ottenere un impasto
piuttosto molliccio.
ore 23.00 –  1° giorno 
(gli orari dei panificatori seriali sono esosi, ma fa parte della pazzia!)
aggiungere 350 g. di acqua
e 190 g. di farina W170 Garofalo
impastare velocemente e
mettere in una ciotola ermetica infarinata
e riporre in frigorifero, ripiano basso, quello più freddo.
ore 15.00 – 2° giorno 
dopo lunga fermentazione
50 g. acqua
50 g. di farina W 170 Garofalo
mischiare sempre velocemente tutte
quelle bolle che troverete nella vostra ciotola
e lasciatela a lievitare nel forno SPENTO con la luce ACCESA
(sempre coperto)
ore 23.30 – 2° giorno 
chiudere, salutare con la manino
e mettere in frigo.
ore 14.30 – 3° giorno
togliere dal frigo e lasciare nel forno
luce accesa fino alle ore 21.00
impastare a velocità 2 con il gancio
con 490 g. di farina W170 Garofalo
e 350 g. di acqua
per 10 minuti circa.
l’impasto deve essere non tostissimo
ma si deve staccare dalle pareti
della ciotola. aggiungete qualche pizzico
di farina eventualmente.
lasciate lievitare coperto a temperatura ambiente
su una spianatoia infarinata.
dividere in due.
1° impasto 
fare doppie pieghe a distanza di 1 ora circa
l’una dall’altra.
dopo l’ultima piega mettete la pasta
nella vostra forma
(la mia è stata una tortiera da 18 cm. oleata)
lasciare raddoppiare
(2 ore circa in forno spento a luce accesa)
 2° impasto
fare due giri di pieghe ogni ora per tre volte.
ogni piega spolverare l’interno dell’impasto
con un cucchiaino di caffè solubile
e un pizzico di semi di cardamomo
in polvere.
ogni piega, mi raccomando.
all’ultima piega formare circa 8 panini:
stendere in verticale e arrotolare su se stessi
infarinate sopra e sotto
lasciare lievitare fino al raddoppio
**********
io ho cotto nel forno della cucina economica
ma penso che in un forno elettrico dovrebbero bastare
20 minuti a 200° per i panini
e una quarantina per la forma
non ho fatto tagli, volutamente,
il pane si è aperto da solo, seguendo la sua strada.
Sono consapevole che non è una ricetta facile, piuttosto è una ricetta lunga e faticosa
ma voi non potete sapere la croccantezza della crosta dei panini
ancora caldi (perchè non ho resistito a farli freddare, li ho assaggiati subito),
il profumo di cardamomo che arrivava ad ogni morso
e il colore del caffè nella mollica quanta
 soddisfazione  mi hanno dato.

questa ricetta è per il contest di Apprendisti Pasticcioni che scade il 28 febbraio

ma anche per Panissimo, la nostra raccolta, mia e della Barbara, Bread & Companatico, che questo mese
è ospitato dalla Sandra di Dolce Forno…..
vi ricordo che avete tempo fino al 28 di febbraio
 per mandarci i vostri lieviti regionali e non!!!

e anche da  Zapach Chleba per la raccolta di lieviti della nostra amica in Polonia…. e sono soddisfazioni!!!!

Moby Dick
Banco del Mutuo Soccorso
un saluto a un altro grande uomo che se ne è andato  troppo presto
Grande Moby Dick, dove saranno tutti gli amanti che hai
dolce Moby Dick, nessuno ti ha baciata mai.
Grande Moby Dick, regina madre segui le stelle che sai
non fidarti della croce del sud, la caccia non finisce mai.
E danzerai sopra una stella marina
e danzerai colpendo al cuore la luna
Chi impazzì dietro a te non tornò mai più.
La sorte corre nella tua scia colpo di coda e vola via.
E danzerai sopra una stella marina
e danzerai colpendo al cuore la luna
Moby Dick, bada a te se t’innamorerai.
E vola via colpendo al cuore la luna
Chi impazzì dietro a te, non tornò mai più.
Non fidarti della croce del sud, la caccia non finisce mai.
Dormi Moby Dick, spegni le ali e dormi sicura se vuoi
tanto i cavalieri del Santo Graal, non ti raggiungeranno mai.
E vola via sopra un vascello fantasma
e vola via verso una terra promessa
Moby Dick bada a te se t’innamorerai.
E danzerai sopra una stella marina
e danzerai colpendo al cuore la luna
chi impazzì dietro a te non tornò mai più…
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64 commenti

  1. Ho finito di scorrere "questa lungagnata" con la rotellina del mouse e sento dentro il mio nasone tutte le note profumate del tuo pane sbagliato e perfetto, dell'errore migliore, del tuo amore, del caldo, della crescita, del silenzio, della Piera…
    Ti adoro, amica mia, perchè mi lasci vivere tutto questo e mi lasci essere tua amica.

    1. come potrei negarmi la tua amicizia? me lo dici come potrei?
      mi fai sempre commuovere tu, ovvia che mi si squaglia il trucco!!!

  2. Forse sei estrema…forse. Ma condivido ogni sensazione riguardo a fare il pane, ogni parola che hai scritto.
    Cardamomo e caffè? Provo. 🙂
    Grazie Sandra ♥

  3. In questo pane c'è tutto l'amore che sai trasmettere con le tue mani..con la tua passione!!!!! Sono ammirata e….affascinata da chi come te sa creare un pane come e meglio della panetteria! Io non arrivo proprio a fare capolavori cosi…SBAGLIANDO FARINA POI????hihihi, no…proprio non ce la farei ma resto a bocca aperta ad ammirare il tuo e…si sa mai che ..entri un pezzo di questa meraviglia ^_^ <3 <3 <3 UN FORTE ABBRACCIO SPLENDIDA ANIMA!

  4. Hai ragione: preparare il pane è un gesto d'amore e io – che con le parole a volte proprio non ci so fare – impasto e inforno….
    Un abbraccio e un pizzico di invidia per quella finestra.
    Claudette

  5. Meravigliosi questi panini…..chiamiamoli sbagliati……e poi dagli errori si impara sempre.
    ti ci vedo al chiarore della cucina economica che lo ascolti chiacchierare….chi panifica lo ama questo canto….che nessuno sente, e non sanno quel che si perdono! Un baciotto tesora 🙂

  6. Cara Sandra, lo hai spiegato benissimo invece. La gioia, la meraviglia, l'attesa trepidante, la leggiadria dell'anima ad opera compiuta……una storia d'amore e di passione meravigliosa. Io la vivo con la pasticceria e non saprei più stare senza questa magia. Un post da brividi 🙂 Un abbraccio, grande.

  7. Ti capisco perfettamente…impastare..e tutte le fasi che seguono, sono magiche. Qualche settimana fa ho fatto sentire a Giuseppe come canta il pane appena sfornato…è emozionante…e poi concordo..bisogna provare, pasticciare, combinare..è l'unico modo non solo per imparare, ma anche per migliorare e scoprire cose nuove…e poi ti accorgi che quella cosa nuova, è meravigliosa, e ti compiaci ! Ecco..questo tuo pane sbagliato, racchiude un po' tutto 🙂 Ti abbraccio :*

    1. siamo un po' folli noi panofile, ma che vuoi fare.. a Firenze si dice:
      se non sono grulli 'un si vogliono!
      sarà così per noi che ascoltiamo la musica del pane?
      beate noi M4ry!

  8. Ciao Sandra,
    È sempre un piacere passare da te e leggerti … bellissimo post d'amore sulle proprie passioni …grazie!
    E un saluto al grande " Moby Dick"
    Un abbraccio

  9. Vedi, quando racconti queste cose, davvero t'invidio… chissà che un giorno io riuscirò a diventare così brava con le mie farinacce…
    Un bacio

    1. ci provo Stefania, sono alla caccia della farina di grano saraceno, quella di riso ce l'ho e pure quella di mais…. e poi parto!
      abbracci grossi

  10. Una lettera aperta a tutti coloro che sanno capire cosa si prova a sedersi vicino al forno per aspettare che il miracolo avvenga….ti adoro Sandra perché trasformi tutto in amore!!!

  11. Beh se tutti gli sbagli portano a questi risultati! Devo andare ad impastare un pane al quale però sto stravolgendo i tempi di riposo e lievitazione perché ho fatto male i conti…chissà cosa ne verrà fuori! Portami fortuna Sandra…

    Bacioni
    Silvia

  12. Il rito del pane, fatto in attesa trepidante, fatto il silenzio religioso (o con la musica giusta), fatto con amore…
    ecco perchè non mi riesce… non so mantenere i ritmi e i tempi giusti….vengo a lezione da te!?! 😉
    ciao MARI

    1. dovresti provare, comincia con il lievito di birra che non ha bisogno di lunghi tempi… e poi…. vedrai che non ti potrai più sottrarre a questa magia!
      vieni a colazione da me, vieni a pranzo a cena e ancora a colazione, la porta è sempre aperta per gli amici a casa mia!

  13. Potrei scrivere la stessa storia, senza variare nemmeno una virgola..il pane è amore, vita e il suo profumo è l'unico che faccia pensare alla casa accogliente e calda che ci avvolge…ti adoro e amo questo pane che x me è sempre perfetto!
    la zia cOnsu

    1. Le parole esatte non me le ricordo, io scrivo di getto, dal cuore … dicevo quanto ti capisco, quando condividiamo insieme l'amore per il pane. La gioia di tenere le mani in pasta, in mezzo alla farina, con tutte le mani appiccicate perchè non abbiamo dosato la farina nella giusta quantià. E la gelosia di vivere quel momento per conto nostro e il fastidio quando suona il telefono, mentre hai le mani tutte sporche e chi è che osa disturbarti in un momento così intimo? Dicevo tutte queste cose e poi salutavo Francesco, insieme a te. Sono rimasta colpita dalla sua morte e ti raccontavo quando, da ragazza, ascoltavo le sue canzoni con il volume a palla. mentre mia madre mi rompeva le scatole, lamentandosi che quel "rumore" le dava fastidio. Rumore, capisci? Chiamava la sua musica rumore?
      Bellissimo il tuo pane sbagliato Sandra, questo ti dicevo. Ti abbraccio

    2. e non me lo volevi dire? non me lo volevi ripetere che mi sono perfino commossa?
      quel "rumore" era bellissimo e io ti voglio bene. punto.

  14. Sapevo di essere in buona compagnia….
    Grande Moby Dick…mi ricorda le sere d'estate di un pò di tempo fa…
    Allora, quando io mi piazzo davanti al forno acceso, al buio, con il mio pane a cuocere, so che vicino e non troppo lontano, ci sei tu che stai facendo la stessa cosa…
    Hai fatto un pane straordinario.
    Per fare il pane ci vuole pazienza, dedizione, passione, amore

    1. che bello pensare che magari siamo insieme ma un po' distanti a cuocere il pane, in contemplazione di un pane nel forno….
      ma saremo grulle Isabel?

  15. Ciao, che bello l'amore che trapela dalle tue parole! Solo una grande passione può' giustificare i sacrifici che si fanno dietro ad un piccolo pezzo di vita! Il risultato non poteva che essere spettacolare! Un abbraccio
    Paola

  16. Complimenti, come sempre sei riuscita a stupirmi. Bellissime le foto, bellissimo il post, bellissimo il pane. Sei veramente una fonte di ispirazione per me tesora..

  17. Il tuo "pane sbagliato" è una meraviglia. Con le tue parole e le foto sei riusciuta a trasmettere la passione che hai. Complimenti Sandra!

    Bello il pensiero per Francesco di Giacomo, una voce meravigliosa che mi ha accompagnato nei momenti belli e brutti.

  18. Ohibò! Quando sbaglio io (volontariamente o no) non mi escono mai ste bellezze. Come funziona?
    La magia sta nelle manina, Sandruzza!
    Grazie per aver partecipato, ci hai fatto un grande onore!

  19. Si sbagliò la colomba, si sbagliava
    per andare verso nord fù a sud
    credette che il grano fosse l’acqua
    credette che il mare fosse il cielo
    che la notte il mattino…
    che le stelle rugiada
    che il caldo la nevicata
    che la tua gonna fosse la sua blusa
    che il tuo cuore la sua casa…
    ella s’addormentò sulla spiaggia
    tu, nella cima d’un ramoscello.
    Rafael Alberti

  20. Sandra tu sei capace di commuovere e trasferire la tua storia d'amore, nel nostro immaginario…
    Ho assaporato ogni passaggio, ogni emozione, ogni sensazione, ognuna di quelle bolle che si gonfiano e la magia del colore brunito che trasforma l'impasto in pane solido.
    Chi non ha provato no sa. Ma chiunque non abbia provato, avesse la fortuna di ascoltarti, correrebbe a provare…
    E' questo il potere che ho sentito oggi.
    Fatica e tempi lunghi a parte, ci sono soddisfazioni più grandi che meritano l'attesa e lo sforzo…
    Grazie:*

  21. Cara Sandra, è meraviglioso il tuo racconto….descrive alla perfezione lo stato d'animo che si sente quando si sta preparando qualcosa con il cuore… e leggere questa storia era come stare lì a preparare il pane insieme a te.
    Un abbraccio
    Sandra

  22. Come non capirti?Un inno al pane che mi ha lasciata incantata, rapita dai profumi e dalla passione che quasi trapassava lo schermo!Complimenti per le parole,per le immagini e per questo"pane sbagliato"…la curiosità,anche questa volta ha saputo fare un regalo!
    Un abbraccio!

  23. Ciao Sandra, sono d'accordo con te: in cucina bisogna essere curiosi e sperimentare, é così che nascono i capolavori e poi che noia vedere girare e rigirare sempre le solite e sicure ricette… W la creativitá e la fantasia! W la panificazione con i suoi ritmi lenti che ci riportano alle tempistiche della natura e al dono del saper attendere. W Sandra. Baci!

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